CAPITOLO 9 - Voglia di volare | Parte 2

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Monito, molto spaventato, cercò di rianimarlo, ma Cristobal non reagì, allora premette la parete della libreria come aveva visto fare a Bartolomeo ed uscì correndo dallo studio in cerca di aiuto. Disperato e balbettante informò Nico di quello che era successo e quest'ultimo uscì di corsa dirigendosi verso la stanza segreta, e Bartolomeo lo seguì.
Ma quando arrivarono trovarono Jasper che stava rianimando Cristobal.
-Jasper... cosa sta facendo qui?- indagò Bartolomeo, turbato.
-Ci sono giocattoli pericolosi per i bambini- disse il giardiniere con la sua voce profonda e intrigante.
Nico esaminò Cristobal per assicurarsi che non avesse ferite.
-Cos'è successo, figliolo?
-La pista, pa'... c'è una pista...- disse Cristobal, debole, indicando il pannello in cui aveva visto il cubo e che adesso era chiuso.
-Dopo mi racconti- disse Nico, affrettandosi a portarlo nel loft in modo che Mogli potesse esaminarlo. Mogli era un medico curante nella sua comunità.
Mogli era irritato poiché era la decima volta che assicurava Nico che Cristobal era in perfette condizioni. Il bambino era impaziente di raccontare della sua scoperta, ma in quel momento bussarono alla porta. Mogli aprì e vi trovò Jasper, che guardava Nicolas con i suoi occhi profondi.
-Jasper... entri- lo invitò, sorpreso, e restò a fissare quell'uomo con il quale non aveva quasi parlato, ma che era molto enigmatico. Poi aggiunse -Grazie mille per aver aiutato Cristobal.
-Ho pensato che il bambino meritava una ricompensa dopo un tale sforzo- disse il misterioso giardiniere, e prese dalla tasca una flanella avvolta intorno a qualcosa.
Cristobal spalancò gli occhi quando Jasper tolse il panno per lasciar scoperto il cubo di cristallo che lo aveva fatto svenire. Nico, Mogli e Cristobal lo esaminarono da vicino: era completamente trasparente, di vetro, ed in ogni faccia spiccavano strane iscrizioni.
-Lei sa di cosa si tratta?- chiese Nico a Jasper.
-Come ha ben intuito il piccolo investigatore, suppongo che abbia a che fare con quello che cercate.
-Sa cosa stiamo cercando?- chiese Nico, molto incuriosito.
-Non è un segreto che cerca l'isola di Eudamon, giusto?
-Sa qualcosa a riguardo?
-Sono un semplice giardiniere, ma nonostante gli anni trascorsi dalla scomparsa fisica di don Inchausti, continuo ad essergli fedele.
Nico fu colpito dal fatto che aveva detto «scomparsa fisica» al posto della morte.
-Don Inchausti mi ha incaricato di custodire ciò che nascondeva in quella stanza segreta- continuò Jasper -ma mi ha chiesto di non interferire se qualcuno avesse avuto accesso ai suoi segreti. E questo, credo, sia successo oggi.
-Inchausti sapeva qualcosa dell'isola di Eudamon?
Jasper impiegò un po' di tempo nel rispondere. Guardò molto seriamente, con i suoi occhi profondi, Nico e finalmente parlò.
-L'unica cosa che so è che don Inchausti è stato lì ed è tornato diverso, un'altra persona. Alcuni dicono che fosse impazzito...- disse sorridendo per la prima volta, e concluse -Per me sarà sempre mio amico.
-Quando dice «è stato lì», intende dire che è stato ad Eudamon?
-E di cosa stiamo parlando, signor Bauer?
-E perché alcuni dicono che è impazzito?

-Non tutti sono pronti a raggiungere Eudamon ed uscirne sani- concluse Jasper.
A soli due metri sotto di loro, il proprietario del negozio di antiquariato ascoltava quello che si diceva al piano di sopra, attraverso il condotto di ventilazione che collegava il negozio con il loft.
Jasper non disse altro quella sera, ma li lasciò in uno stato di euforia ed eccitazione che durò parecchie ore. Non si erano mai sentiti così vicini all'isola di Eudamon. Esaminarono il cubo fino al mattino presto, ma non trovarono nulla di significativo, a parte alcune parole incise sulle facce del cubo nell'antico prunio. Erano stati in grado di identificare e tradurre una frase che significava: «Il palazzo dei tre re».
Verso le quattro del mattino furono presi dal sonno, nascosero il cubo in una cassaforte e andarono a dormire. Nico accompagnò Cristobal al soppalco, dove dormiva, e lo avvolse nelle coperte, congratulandosi con lui per aver seguito la sua intuizione.
Venti minuti dopo, quando tutti dormivano, si udì un forte frastuono, alcuni sussurri e dei passi. Mogli sobbalzò, attento come un animale selvatico, svegliando Nicolas, che accese rapidamente una luce.
Nel loft c'erano tre uomini vestiti interamente di nero, incappucciati e armati. Nico era paralizzato e Mogli ebbe l'istinto di correre a proteggere Cristobal, ma gli puntarono un'arma contro ordinandolo di non muoversi; uno dei teppisti andò a prendere Cristobal dal soppalco e un altro avvicinò un cellulare a Nicolas.
-Vogliono parlare con te- disse il bullo.
-Va bene, ma metti giù la pistola. Abbassate le armi.
Il teppista lo ignorò e digitò qualcosa sul cellulare. Immediatamente si sentì una voce molto roca, evidentemente trasformata con qualche apparecchio che modifica la voce.
-Bauer, è Marcos Ibarlucia che ti parla.
-Cosa vuoi, ciarpame?-
disse Nico, cominciando a capire cosa stava succedendo.
-Dato che c'è Cristobal presente, credo che non ti conviene provocarmi, a meno che tu non voglia che vengano alla luce alcuni segreti.
Nico guardò Cristobal, che lo guardava senza capire, spaventato e con il fiato corto.
-Cosa vuoi?- disse Nico, contenuto, limitato.
-So che hai trovato un oggetto di vetro solido, a forma di cubo. Voglio che lo dai ai miei uomini.
Nicolas capì che non aveva alternative e consegnò ai delinquenti il cubo di vetro.
-Ce l'abbiamo, signore- informarono dal cellulare.
-Perfetto. Portatelo qui-
rispose dal suo negozio di antiquariato il proprietario, il cui vero nome non era James Jones, ma Marcos Ibarlucia.





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Mi piacerebbe sapere cosa pensate del capitolo. Alla prossima! :)

Casi Angeles - La Isla de Eudamon [ITALIANO]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora