Qualche giorno dopo aver visitato il tablao, Tacho si sorprese molto ad incontrare il vecchio nella Fondazione, accompagnato da un giovane moro vestito elegantemente. Erano entrambi in piedi nel soggiorno della mansione.
-Signor gitano!- esclamò Tacho -Cosa ci fa qui?
-Paesano!- esclamò l'uomo -Sono venuto a parlare con il responsabile di questo posto.
-Di?- disse Tacho ancora più curioso.
-Della tua gitanina... Quando mi hai detto che c'era una gitana che viveva in un orfanotrofio, lontano dalla sua gente, ho mandato mio nipote a verificare, l'ha scoperta qui e ha visto che era bella e maritabile.
-Come maritabile?
-Nell'età di sposarsi. Accompagno mio nipote a chiedere la ragazza in matrimonio. Sai com'è, paesano... per sposarsi con lei bisogna essere gitano.
Tacho era disperato. Quando Bartolomeo fece accomodare nell'ufficio il vecchio e suo nipote, si avvicinò per ascoltare di cosa parlavano. Senza indugiare, il vecchio andò al punto: sapevano che lì c'era una giovane gitana e la volevano in sposa.
-Ah, si, eh?- rispose Bartolomeo.
-Vedo che è orfana.
-Ma tu stai frequentando la mia gitanina?- chiese Bartolomeo al giovane, preoccupato che gli fosse sfuggito tale novità.
-No, non ho scambiato una parola con lei- disse il giovane gitano, come se quello fosse un piccolo dettaglio.
-E ti vuoi sposare?- chiese pensieroso Bartolomeo.
I gitani lo guardarono come se avesse fatto una domanda assurda. Bartolomeo li scrutò e vide tutto l'oro che indossavano, e dedusse, giustamente, che erano gente con un sacco di soldi. Intravide una possibilità lucrativa in quella proposta insolita.
-E come funziona questa cosa?- chiese -Bisogna chiederle se vuole?
-Certo- confermò -La sposa gitana deve essere d'accordo, e poi noi sistemiamo il dovario.
-Guarda che interessante... E il dovario... nel caso in cui lei è orfanella, con chi lo sistemate?
-Con lei, è il suo tutore, vero?
-Verissimo!- disse Barto.
Tacho capì che Bartolomeo non avrebbe avuto problemi nel vendere Jazmin se avesse ricavato un buon dovario. Anche se non aveva idea di cosa significasse quella parola, capì che parlavano di soldi. Si avvicinò ancora di più alla porta, per sentire quello che si era convertito già in un negoziato.
Il vecchio gitano aveva annotato una cifra su un foglio. Bartolomeo la guardò e gli si fermò il respiro, era molto più alta di quello che immaginava, molto di più di quello che la gitana potesse produrre per lui. «E' già venduta», pensò, mentre cercava di nascondere la sua eccitazione per iniziare a negoziare.
-Così poco?- disse, mettendo in chiaro che lì cominciava una contrattazione.
Il gitano si sorprese per la reazione di Bartolomeo, e guardò suo nipote.
-Le sembra poco?
-Beh, lei ha visto la mia Jazmincita... Io credo che valga un dovario molto più grande, no?
-Lei mi sta chiedendo di aumentare il dovario?- chiese di nuovo il vecchio, davvero scioccato.
-Le sto dicendo che Parigi vale bene una messa, e la mia Jazmincita vale un numero più degno di questo.
I gitani si guardarono di nuovo con stupore, e il vecchio cancellò il numero e ne scrisse uno un po' più alto.
-Andiamo, andiamo... affila la matita, oh!- esclamò Bartolomeo davanti al secondo numero e il vecchio lo guardò davvero assorto.
Tacho si disperò e iniziò a pensare a chi rivolgersi, maledicendosi per aver portato lui stesso quei gitani in casa con la sua assurda idea. Pensò di cercare Cielo o Nico, quando improvvisamente la porta dell'ufficio si aprì e Bartolomeo indignato buttò fuori i gitani.
-Andatevene subito, via!
-Ritorneremo per la gitana- avvertì il vecchio.
-Voi non tornerete per nessuna gitana, tornate nelle vostre baracche! Via!
Aprì la porta, li fece uscire, e poi richiuse, offuscato, sbattendo la porta. Tacho non capiva niente.
-Cos'è successo, don Barto?- chiese, con coraggio.
-Riesci a credere che questi gitani rognosi siano venuti a chiedermi la mano di Jazmincita? Che sfacciati! Volevano sistemare il dovario, i soldi per lei!
-E lei non l'ha voluta vendere?- chiese Tacho perplesso.
-Che venderla? Volevano che pagassi io! Riesci a credere che tra gli gitani il dovario lo tira fuori il padre della sposa?
E se ne andò brontolando per quelle persone sporche che gli avevano fatto perdere tempo. Tacho iniziò a ridere sia della sua paura infondata che della rabbia di Bartolomeo.
Ma il giorno dopo Tacho, mentre tornava a casa, vide una scena che gli fece bollire il sangue da paesano. A pochi metri dalla Fondazione il giovane gitano che aveva accompagnato il vecchio discuteva con Jazmin, trattenendola per un braccio. Tacho corse, e come un animale selvaggio si gettò sul gitano, allontanandolo da Jazmin.
-Non azzardarti a toccarla di nuovo!- gli disse stringendo i denti.
All'improvviso il gitano tirò fuori un coltello, davanti al quale Tacho si allontanò. Jazmin vide il bagliore dell'acciaio e soffocò un grido di terrore. E le vennero in mente pezzi del suo passato familiare. Urla. Ancora più urla. Le scarpe di suo padre, le scarpe di un altro uomo. Odore di sigarette. Un urlo lacerato. Suo padre cade. Sua madre cade. Sangue. Dolore.
Allora, immediatamente Jazmin reagì e iniziò ad urlare, chiedendo aiuto. Tacho guardava il gitano con odio, ed entrambi iniziarono a camminare in cerchio, uno di fronte all'altro, come due galli da combattimento.
-Vattene!- minacciò il gitano.
-Lascia il coltello, se sei così forte.
-Vattene!- urlò il gitano.
E Tacho gli si gettò addosso. Il gitano gli ferì il braccio con un rapido movimento del coltello; Tacho, più veloce, gli torse la mano, lo obbligò a lasciare l'arma, gli diede una gomitata alla mascella, lo fece cadere e iniziò a colpirlo senza fermarsi.
Difficilmente Nico, Rama e Thiago poterono separarli quando arrivarono, dopo aver sentito le grida di Jazmin. Appena riuscirono a staccare Tacho, il gitano scappò. Tacho era arrabbiato. Lo guardava con odio e volle seguirlo, trascinando per alcuni metri gli altri che lo trattenevano.
Nico riuscì a calmarlo, e Jazmin raccontò quello che era successo: il gitano era venuto a cercarla, le disse che lei era gitana e doveva vivere con i gitani. Lei si era rifiutata, il gitano divenne violento e volle portarsela con la forza. Sebbene l'intervento di Tacho fosse stato giusto, Nico disapprovava che avesse ricorso alla violenza.
-Ma lui ha tirato fuori un coltello- disse Jazmin, giustificandolo.
Più tardi, mentre Jazmin gli curava la ferita, sentì che nessun gitano si sarebbe preso cura di lei meglio di quel paesano. E si innamorò perdutamente di Tacho quando lui le raccontò in che modo quei gitani erano arrivati lì, quando le parlò, con il cuore in mano, del suo desiderio di diventare gitano per compiacerla, per essere degno di lei.
Jazmin lo baciò teneramente e appassionatamente. Lo seppe in quel momento, e per sempre. Tacho sarebbe stato il paesano della sua vita. E lei, la sua fidanzata gitana.
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Mi piacerebbe sapere cosa pensate del capitolo. Alla prossima! :)

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Casi Angeles - La Isla de Eudamon [ITALIANO]
FanfictionTraduzione [mia] del libro "La Isla de Eudamon" - Leandro Calderone. Il libro narra i fatti successi nella prima serie di Casi Angeles. - - [twitter: mesrandjlaw | instagram: mesr_ ] - - Una notte di febbraio del 1854 tre...