~14~

2K 146 6
                                    

Sentivo la sua voce avvicinarsi sempre di più, sentivo la voce di Daniel dirmi"ti prego svegliati".
Sentivo il mio corpo cominciare a risvegliarsi come la mia testa, la voce di Daniel veniva sovrapposta ad un altra voce quella di Brando.
"Pensaci prescelta io sono qui".
Vidi i suoi occhi verdi e poi quelli celesti e mi svegliai di botto.
Mi guardavo impaurita intorno, guardavo la mia stanza quella dalle pareti rosa e iniziavo a tranquillizzarmi.
La mia mano era stretta a qualcosa , o meglio a qualcuno.
Daniel stava accanto a me e mi teneva la mano, la stringeva così tanto che mi faceva quasi male.
La tolsi subito , e mi allontanai da lui, indietreggiai fino ad andare a sbattere contro la testiera del letto, mi tirai al petto le gambe e le strinsi.
Non avevo mai provato questa cosa verso di lui ma per la prima volta non volevo vederlo, per la prima volta non volevo vedere lui al mio risveglio.
"Emma..." , sapevo cosa mi avrebbe detto sapevo già che adesso si sarebbe giustificato con qualche assurda scusa ma io non volevo sapere più niente da lui, non volevo più sentire nessuna parola uscire da quella bocca , non volevo sentire la sua voce riecheggiare per la stanza.
Vedevo le sue labbra muoversi ma non riuscivo a sentire niente, ero persa nel vuoto w pensavo alle parole di Brando, pensavo a quello che era successo è solo adesso ci pensavo.
Io avevo un padre, mio padre era vivo.
"Basta!" Urlai alzandomi dal letto, le forze mi mancavano sempre di più e la vista iniziava ad appannarsi.
"Mi fai schifo Daniel, esci fuori da questa stanza e non cercarmi più , non avvicinarti più a me"
"Emma tu non capisci..."
"Si hai ragione non capisco perché tu non mi hai mai spiegato niente , Daniel tu non riesci a guardarmi in faccia e dirmi la verità tutta la verità solo perché hai paura di passare ai miei occhi come un mostro. Ma il mostro lo sei , se continui a nascondermi la verità su chi sono io, la verità su chi è mio padre perché in tutto questo la colpa w solo tua , tu hai allontanato me dai miei genitori è stata colpa tua e invece di rimediare continui a sbagliare , continui a mentirmi. Daniel tu sei un mostro..." Mi resi conto solo adesso che lui stava piangendo dei suoi occhi lucidi mentre mi guardava e aveva la bocca aperta. Ero arrabbiata , e non mi rendevo conto che lui stava soffrendo ma anche io , io soffrivo molto di più.
Abbassò lo sguardo e iniziò a stringerei i pugni , le mani distese lungo i fianchi, gli occhi chiusi e le lacrime scorrere lungo le guance pallide.
"Perché non capisci quando devi finirla , perché non capisci che niente si può nascondere per sempre.
Ti chiedo solo di dirmi perché..."
"Perché cazzo avevo paura" disse Daniel all'improvviso aprendo gli occhi che ora erano diventati Rossi.
Iniziò a prendere a pugni il muro lasciando un grandissimo buco, prese il letto e lo girò, facendo cadere tutto quello che ci stava sopra.
Prese la sedia della scrivania e la gettò contro la finestra che andò in mille pezzi.
Per la prima volta avevo paura di lui, per la prima volta avevo visto il mostro che Daniel diceva di essere.
"Basta! Vattene via esci di qui" urlai a squarciagola mentre le lacrime mi scendevano lungo le guance.
Mi piegai in due , sulle ginocchia mentre piangevo come una pazza.
Quando tutto si fermò , tutto il rumore che Daniel aveva fatto, tutto il casino cesso e fu rimpiazzato da un pianto , un pianto disperato che non avevo mai sentito.
Quando mi alzai , quando trovai la forza di alzarmi lo vidi contro la porta che piangeva per la prima volta Daniel stava piangendo davvero , non erano solo lacrime quelle che stavano scendendo quella era puro dolore.
Mi avvicinai piano piano e lo vidi alzarsi e mettere le mani davanti.
"No non avvicinarti a me" mi guardava con timore , come se avesse paura che da un momento all'altro potessi farlo male aveva paura di me.
"Daniel..."
"No Emma , non chiedermi scusa non merito le tue scuse" disse guardando qualcosa , aveva lo sguardo fisso su qualcosa ... E quando abbassi lo sguardo vidi il motivo di quello sguardo impaurito.
Avevo il braccio pieno di sangue , un taglio profondissimo che per poco non aveva colpito la vena.
Dentro c'erano dei pezzi di vetro che brillavano ed erano sporchi di sangue.
"Non è niente" disse guardandolo negli occhi per sembrare più convincente che potessi ma in realtà faceva male.
"Glielo avevo promesso , avevo promesso di non farti del male ma invece te ne ho fatto..."
"A chi lo avevi promesso?"
"A mia madre prima di andarmene , gli avevo promesso che ti avrei sempre difeso che non sarei mai stato come lui"
Lo guardai ora si era calmato, aveva la schiena appoggiata alla porta e la testa tirata indietro.
"Lui non è sempre stato lui a cui volevo somigliare credimi , mio padre non era un uomo che valeva molto per la sua famiglia ma valeva per il suo popolo.
Sembrava avessi due padri, uno che quando tornava a casa nemmeno di guardava , che urlava solo e ogni sera portava qualche donna diversa a casa e lasciava mia madre nella soffitta così da non sentire alcun rumore , da non sentire..." Si bloccò e chiuse gli occhi come se quella scena c'è l'avesse lì davanti agli occhi.
"Ma mia madre non riusciva a restare sempre in disparte , a guardare come mio padre si divertiva nonostante ci fossimo io e Brando in casa.
Così una notte è scesa di sotto ed è entrata in camera di mio padre, perché ormai quella era la sua stanza mia madre viveva quasi sempre in soffitta.
Lì la sentivo piangere , la sentivo urlare e a volte sentivo il silenzio.
E quel silenzio era più straziante si qualsiasi altro rumore.
A lei non piaceva questa vita, non gli è mai piaciuta essere immortale , avere dei poteri lei voleva essere normale spesso apriva un portale per andare nel mondo degli umani e lì si camuffava con loro, e la quando la seguivo per veder cosa facesse la vedevo sorrise camminava per le strade mangiando un gelato e sentendo il vento che gli scompigliava i capelli."
Stringeva le mani , sempre più forte non riusciva a guardarmi.
"Cosa è successo quando è entrata nella camera di tuo padre?"
"Lui la uccisa di botte , la frustava con la frusta d'oro e la mattina dopo aveva la schiena ricoperta di sangue come ce l'avevi tu..." Disse abbassando lo sguardo.
Ricordo ancora il dolor di quelle frustate sulla mia schiena , il sangue scorrere e le mie urla ad ogni schiocco.
"Lo faceva sempre perché lei non voleva farci sentire ne vedere niente , voleva solo che noi due fossimo bambini che noi due crescessimo piano piano non voleva ancora farci scoprire quel mondo .
Ma sopratutto non voleva che noi vedessimo che nostro padre fosse cattivo... Lei lo ha sempre difeso nonostante non ci fosse niente da difendere, lei non voleva che noi soffrissimo vedendola ogni giorno salire con i vestiti lacerati e sporchi di sangue"
E fu lì che mi guardo negli occhi e sorrise.
"Poi c'era il padre buono, sempre disponibile per la sua famiglia che era pronto a morire per loro.
Ad ogni festa , ad ogni vittoria, dovevamo recitare , far finta che tra mia madre e mio padre andasse tutto bene, che nonostante tutto loro si amassero. Dovevamo far finta che io e Brando non ci odiassimo.
Mio padre non mi guardava mai , non mi abbracciava mai , non ho mai sentito dalla sua bocca sono fiero di te figliolo , e io lo desideravo tanto.
Sono cresciuto a sua immagine e somiglianza , combattevo le battaglie più dure e le vincevo perché volevo ch quando sarei tornato a casa lui mi dicesse 'sarai un bravo re, sono contento di avere te come figlio' ma lui non ha mai pensato a me come non ha mai pensato a Brando.
Mia madre invece mi ha sempre amato, come ha sempre amato anche Brando anche se lui pensa che non sia così.
Le cose sono cambiate quando è nata Emma , mia madre era così felice di essere incinta ma solo quando mi hai portato lì ad Atlantide ho capito il motivo per il quale mio padre non lo fosse..."
Sentivo il suo dolore mentre diceva quelle cose , mentre ricordava.
"Non lo era , perché Emma non è sua figlia e la figlia di Poseidone.
Mia madre lo ha amato, lo ama e con lei ha avuto Emma.
E quella notte non potrò mai dimenticarla. La notte in cui mio padre ha puntato un coltello al cuore di mia sorella, per uccidere"
Ci fu solo il silenzio dopo quelle parole , non riuscivo a dire niente stringevo il tappeto sotto di me perché avevo paura ad avvicinarmi, a dirgli qualcosa anche se non c'era qualcosa da dire a quello che lui adesso mi stava raccontando.
"E- e- e poi..."
" e io non ce l'ho fatta più e sono entrata nella stanza sentendo le urla di mia madre.
L'ho spinto via , l'ho buttato contro la parete e gli ho piantato un paletto d'oro nel cuore .
Non doveva permettersi di toccarla, non doveva farlo. Ho sopportato le urla di mia madre, tutte le donne che la mattina uscivano dalla stanza di mio padre ma per la prima volta ho sentito l'urlo di paura di mio padre , l'ho visto bruciare vivo e non ho sentito niente ed è lì che il mio cuore si è iniziato a congelare. L'ho ucciso Emma ho ucciso mio padre e non avevo nessun rimorso , nessuna tristezza quando ho sparso le sue ceneri"
Mi venne spontaneo e gli passai accanto e gli strinsi la mano.
"L'hai per proteggerla Daniel..."
"No Emma" disse alzandosi " perché io dopo l'ho uccisa con le mie stesse mani"
"Non eri tu , eri controllato da lui, dalla mano nera"
"Emma io avevo paura perché dopo tutto il dolore che ho provato sei arrivata tu, hai spazzato via le barriere che mi ero costruito fino all'ultima e tu non hai mai avuto bisogno di mettermi alla prova , tu non l'hai mai fatto io non dovevo dimostrarti niente perché solo dal tuo sorriso riuscivo a capire che tu eri fiera di me per questo non ti ho detto la verità, perché non volevo che quella gioia che provavo dentro se ne andasse."

Rapita da un vampiro 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora