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Vedevo i suoi occhi e vedevo quel celeste che apparteneva anche a me. Sul suo viso comparve un sorriso mentre una mano mi accarezzava i capelli.
"Tu..." Disse quasi come fosse un sussurro, non so spiegare la sensazione che provai in quel preciso momento ma sapevo che lui faceva parte di me, sapevo che lui era qualcuno che mi avrebbe spiegato a chi appartenevo.
"Emma... La mia piccola Emma.." Disse spostandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio , gli presi il palmo della mano e glielo poggiai sulla guancia, sotto quel tocco la mia pelle prese fuoco.
"Papà.." Dissi io con le lacrime agli occhi, la voce incrinata.
"So piccola mia sono io" disse e mi abbracciò, lo sentii piangere sulla mia spalle e stringermi sempre più forte. Alzai lo sguardo e vidi Daniel che stava sorridendo con Scott accanto che gli dava delle pacche sulla spalla.
Poi tutto si fece oscuro, tutto iniziò a girare e sentii qualcosa dentro di me che si rompeva, come un orologio che all'improvviso inizia a ticchettare sempre più piano.
Mi accasciai tra le braccia di mio padre mentre sputavo sangue , Daniel mi venne accanto e mi prese la mano , strinse l'indice e il pollice sul mio polso e sbiancò...
"Daniel" disse mio padre mentre mi reggeva la testa e il sangue mi scendeva dagli angoli della bocca.
"Il battito... Sta ... Rallentando"
"Ha perso molto sangue il suo corpo non riesce a farcela più"
Mi prese in braccio e mi adagiò su un letto matrimoniale bello grande e dall'aspetto molto antico, come tutto del resto in quel castello.
"Papà..." Dissi alzando una mano per stringere la sua , mentre la mia stava tremando.
Daniel e Scott rimasero sulla soglia della porta , Daniel aveva gli occhi pieni di lacrime mentre Scott mi guardava a bocca aperta.
"Mi... Sei mancato ... Papà" non avevo più fiato dentro di me e ogni parola sembrava così faticosa che mi distruggeva dentro.
"Anche tu piccola mia mi sei mancata , ma ora calmati e lascia che ti racconti una storia" 
Mi misi con gli occhi socchiusi a guardare mio padre che mi accarezzava la pelle ormai fredda.
"Tanto tempo fa, prima che la città, che le metropoli prendessero vita c'era un uomo , un uomo che era stato lontano per tanto tempo da casa era stato portato via quando aveva solo 12 anni ed era stato mandato in guerra. Era stato cresciuto conoscendo solo il dolore, non conosceva la pietà, ne l'amore.
Aveva solo voglia di uccidere fino a quando un giorno ritornando a casa incontro una giovane fanciulla , aveva la pelle candida , le labbra rosee , occhi color nocciola e i capelli castani lunghi fino alla spalla.
Stava raccogliendo delle rose , una rosa rossa quando la vidi trasalire si era punta un dito.
Mi avvicinai a lei per vedere cosa si fosse fatta e rimasi incantato quando i suoi occhi si alzarono verso i miei.
Da quel giorno il mio cuore cambio, non era più circondato dall'odio e dalla rabbia anzi mi sentivo sollevato. Nei giorni seguenti non smisi di pensarla, non riuscivo a smettere di pensare come un solo sguardo mi avesse catturato, mi avesse fatto dimenticare tutto ciò che di cattivo avevo fatto.
La rincontrai di nuovo nello stesso prato mentre riempiva un altro cesto di fiori.
Quel giorno ebbi il coraggio di parlarle, passammo l'intera giornata insieme fino a quando il sole non calò. Io l'amavo sapevo che l'amavo.
Perciò il giorno dopo quando la rividi le chiesi di sposarmi, io l'avrei protetta fino all'ultimo io avrei fatto di tutto per lei anche vendere l'anima al diavolo ma lo feci.
Quel giorno non potrò mai dimenticarlo , mi strappò il cuore dal petto e lo rese freddo come una pietra , mi diede la magia e quando rimise il cuore al posto non batteva più come prima.
Dovevo salvarla dall'oscurità che si stava avvicinando , ma non dovevo salvare solo lei ma anche una piccola bambina avvolta in un panno bianco.
Aprì i suoi occhi appena le mie dita accarezzarono la sua testolina e sapevo che quello che avevo fatto dal momento in cui incontrai i suoi occhi era stato giusto, non raccontai mai la verità alla mia amata su quello che era successo quel giorno, ma sapevo che ,nonostante la forza che quel diavolo mi aveva conferito , il male era troppo forte e troppo cattivo.
Io stesso ero stato oscuro.
Sorpassarono le mura e uccisero il mio villaggio, provai a respingerli e ci riuscii, quando pensai che tutto fosse sistemato un urlo mi fece tremare. Un urlo che io conoscevo bene era mia moglie.
Quando mi voltai lei era stesa al suolo, con il petto sporco di sangue che mi pregava di proteggere l'unica cosa oltre a me lei amava più di tutto.
Quando i suoi occhi si chiusero le baciai un ultima volta le labbra morbide e corsi in camera per prendere la piccola che nonostante il caos  stava dormendo tranquilla.
I nemici ancora erano al castello non potevo tenerla con me non sapevo di chi fidarmi e di chi non potevo, perciò feci un incantesimo e la mandai avanti nel tempo, la mandai in una famiglia che sapevo ti avrebbe protetta.
Quel giorno persi le due mie cose più care al mondo : la mia regina e la mia principessa" quale racconto mi fece venir voglia di urlare di rompere qualunque cosa mi capitasse a tiro ma il corpo sembrava paralizzato.
"Non posso perderti di nuovo figlia mia , non posso permetterlo..." Mio padre allungò la mano verso le mie labbra quando un altra la bloccò.Daniel stringeva il polso di mio padre e i suoi occhi erano come spaventati , sperduti.
"Non permetterò che la trasformiate in un mostro, non permetterò che era sua anima diventi oscura come la nostra. Sai benissimo meglio di me cos accade dopo la trasformazione.
La sete non perdona e lei non si perdonerà mai per aver ucciso una persona innocente"
Dracula si alzò dal letto e punto gli occhi in quelli di Daniel che sembrava non reggere il suo sguardo.
"Tu permetteresti che lei muoia , solo per puro egoismo, solo perché tu non vuoi che lei diventi un vampiro , lei affrontato di peggio dalla vita e sai benissimo anche tu visto che tu sei una causa del suo dolore" disse indicando il letto sul quale io ero stesa e sentivo quella conversazione in silenzio. La voce mi moriva in gola, non potevo dire niente.
"Vieni con me " disse prendendo Daniel per il colletto della giacca e spingendolo fuori.
***
Dracula mi stava spingendo nella sala del trono, adornata da tanti arazzi che rappresentavano un dio sceso sulla terra, poi una donna che rispecchiava la descrizione che aveva fatto prima durante la sua storia su come aveva incontrato la madre di Emma.
Chiuse la porta con un grande tonfo e si girò verso di me con occhia assassini.
"Sai benissimo che lui non è tuo fratello, l'hai sempre saputo ma non ci hai mai creduto fino in fondo , beh ora te lo dico io lui non è sangue del tuo sangue è stato cresciuto da tua madre ma non c'entra niente con la tua famiglia"
"Lui non fa più parte della mia famiglia"
"Non lo è mai stato"
"Lo ucciderò lo farò per Emma"
Il vampiro sembro sorpreso sentendo quelle parole, e si appoggiò al trono e scoppiò in una risata.
"Non lo sapevi?" Disse avvicinandosi a me " lui non può morire, qualcosa lo protegge , ha qualcosa che gli scorre nelle vene e non è normale sangue."
"Quindi non possiamo fermarlo, siamo destinati a morire?" Dissi perdendo il braccio di Dracula per farlo voltare verso di me.
"Non può essere ucciso , ma può essere fermato. Ho una pozione che mi diede uno sciamano è molto antica e l'ho usata solo una volta. Congela il sangue che ci scorre nelle vene, ci addormenta è possiamo svegliarci solo quando ce qualcosa di più forte che può romperlo"  Dracula si avvicinò a un cassetto che era chiuso a chiave e ne trasse fuori una boccetta. "Se la lanciano a Brando sugli occhi , si addormenterà"
"Sicuro che funzioni?" Chiesi rigirandola tra le mani.
"Si, ma non è questo il problema ora..." Quando ad un tratto Scott entrò nel grande salone con il fiatone.
"Mio signore , lei non sta bene penso che stia per..."
Rimasi impietrito , sapevo che quel momento sarebbe arrivato ma non ero ancora pronto chi poteva mai essere pronto alla morte della persona che lui ama più di tutti.
"Va, ha bisogno di te" disse Dracula indicandomi la porta.
Quei passi che feci lungo quel corridoio sembravano rimbombare nella mia testa.
Erano pesanti, e ogni passo significava allontanarmi un po di più da Emma.
Aprii la porta e la vidi stesa a letto, gli occhi socchiusi, la pelle bianca sotto la luce che illuminava la stanza, le labbra secche.
Il petto si alzava e si abbassava con fatica. "Daniel.." La voce era bassa più del solito, come se da un momento all'altro potesse scomparire.
"Sono qui" dissi avvicinandomi al letto, e prendendogli la mano .
"Ti prego ho bisogno..."
"Shh, non tocca a te parlare amore mio, hai sempre parlato tu, tu mi hai dato la forza di andare avanti ogni giorno e non permetterò che adesso parli."
Emma strinse quel poco che poté la mia mano e stette in silenzio.
"Tu sei la luce dei miei occhi amore mio, il sapore delle tue labbra non scomparirà mai dalle mie, la tua pelle morbide sotto il tocco delle mie dita non potrà mai essere dimenticata.
Il mio cuore era oscuro tu l'hai liberato, piano piano combattendo ogni giorno sempre di più.
Non pensavo che avrei trovato mai l'amore della mia vita, è stato un amore inaspettato che mi ha cambiato.
Ora so che sarà difficile , so che ti dovrò lasciare ma voglio che tu sappia che mai nessuno potrà prendere il tuo posto, mai nessuno potrà essere amato da me allo stesso modo, con lo stesso amore che io ora provo per te. Anzi no non ora perché l'amore che io proverò per te sarà eterno..."
Cacciai dalla tasca l'anello , l'anello che gli avrei dovuto dare il giorno del nostro matrimonio. Non l'avevo mai allontanato da me , ogni notte lo baciavo con la speranza di vederla comparire il giorno dopo. Glielo infilai al dito.
Gli stava d'incanto.
"... Come la nostra promessa d'amore amore mio, il mio cuore è tuo è tu hai la chiave per aprirlo. Tu hai combattuto per me , per aiutarmi giorno per giorno e ti prometto qui oggi che io farò la stessa cosa proteggerò il regno e le persone che ci sono care e ti prometto che non cadrò nell'oscurità di nuovo" una lacrima gli scese lungo la guancia e allora sentii il suo cuore non battere più. Sul suo volto si dipinse un sorriso sereno, la presa sulla mia mano cedette e cadde sul letto.
Mi avvicinai per darle un ultimo bacio mentre le lacrime mi rigavano la guancia.
Gli baciai le labbra che un tempo era rosee e morbide.
"Ti amo amore mio"

Rapita da un vampiro 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora