Capitolo 9

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Dopo l'incontro con Tom, mi sento sopraffatta da una miriade di emozioni diverse.

Eccitazione.

Nervosismo.

Confusione.

Terrore.

Forse questa è la sensazione predominante.

Ho un immenso bisogno di parlare, di tirar fuori tutto questo altrimenti divento matta.
Avverto la necessità di confidarmi con un'amica.
E questo mi porta a pensare ad una persona in particolare: Lauren.

Praticamente la prima persona con cui ho legato veramente; oltre ad avermi aiutata a trovare casa, possiede un qualcosa di speciale, che mi fa credere che lei possa capirmi.

Certo, anche Martha mi piace, è materna ed amabile, ma non credo capirebbe il mio problema, se così vogliamo definirlo.

Mentre Lauren...

I suoi occhi nascondono più di quanto lei dica.

E lo scopro il giorno seguente.

Appena finito di lavorare, non passo per l'emporio, ma mi dirigo verso casa. Dista poco più di un paio di chilometri dal ristorante di Martha e, anche se lei più di una volta si è offerta da darmi un passaggio, preferisco camminare.

Passeggiare mi permette di riflettere meglio, mi aiuta a rilassarmi.

Ma oggi non sono sola.

Appena arrivo al limitare della boscaglia, quasi al sentiero che mi condurrà a casa, la vedo. Indossa un vaporoso vestito bianco, candido come le ali di un gabbiano, e ha i capelli sciolti nel vento.

Sembra una dea.

《Lauren!》la saluto allegra. Sono così felice di vederla.

In effetti, ci speravo.

Lei mi raggiunge, sorridente e spensierata.《Katy! Come stai?》

《Bene, anzi meravigliosamente bene》Ed è la verità. Da quando sono arrivata qui, ho ricominciato a respirare, a sognare. A vivere.《Però... Vorrei chiederti una cosa?》chiedo un poco titubante.

Mi troverà sfacciata?

《Dimmi pure》Si gira verso di me, curiosa.

Siamo quasi a metà sentiero quindi non sono preoccupata che orecchie indescete ci ascoltino.

《Tu... Conosci Tom?》le domando.

Meglio iniziare con qualcosa di soft.

Ho il cuore che batte a mille.

E se mi dicesse che è felicemente sposato?

Dopotutto ha una figlia...

《Certo che lo conosco》risponde prontamente lei, facendomi un sorriso incoraggiante.《Perché?》

《Beh... Ho conosciuto Lexie, bambina deliziosa, e mi chiedevo... Dov'è sua madre? Da quando sono qui non l'ho vista?》

Quello che è iniziata come una chiacchierata innocente per conoscere meglio un uomo che mi confonde e mi fa provare qualcosa sta diventando una vera e propria indagine sulla vita privata del suddetto uomo.

Lauren si blocca di colpo, facendo fermare anche me.

Che succede?

Cos'ho detto di male?

《Nessuno te l'ha detto?》mi chiede in un soffio triste. Gli occhi, di solito luminosi, sono ora offuscati da un'infinita tristezza.《Sua moglie è morta quattro anni fa... Era molto malata; Tom le è stato accanto lungo tutto il decorso della malattia... È stato straziante per lui vedere la persona che amava morire poco a poco... Ne e' uscito distrutto...》finisce di raccontare e poi si chiude in un silenzio malinconico.

Forse era amica della moglie di Tom...

Non era mia intenzione turbarla, io...

《Mi dispiace... Non volevo farti ricordare brutte cose...》mi scuso, in maniera un poco impacciata.

Che stupida...

《Non preoccuparti, Katy. Non potevi di certo saperlo...》mi consola con un sorrisino tremante《Ma... Perché mi hai chiesto di Tom?》mi guarda confusa.

Ed io sono più confusa di lei.

Vorrei dirle tutto, ma...

Non so come fare...

《Tranquilla... Non serve che tu dica niente se non vuoi...》Lauren mi supera e sale i gradini di casa mia, fermandosi per aspettarmi.

Quando la raggiungo, prima che io apra la porta, Lauren mi ferma, prendendomi dolcemente per un braccio.

La guardo incuriosita e lei mi scruta stranamente seria.

Di solito, ride e scherza, ma quello sguardo...

M'innervosisce..

Sembra che conosca già il fardello che mi porto dietro.

《Katy, io non ti conosco. Non so nulla di te, non so sei hai famiglia o amici, non so se preferisci l'estate o l'inverno, il gelato al cioccolato oppure quello alla fragola, ma una cosa la so...》Nei suoi dolci occhioni vedo un'immensa comprensione, che mi fa inumidire gli occhi.《Tutti, prima o poi, nella vita, hanno bisogno di qualcuno che li ascolti, che li comprenda, che li aiuti... Lascia che sia io quel qualcuno...》

Senza dire nulla, con le guance umide e salate, le spalanco la porta di casa mia, invitandola ad entrare.

Sto facendo un salto nel buio.

Ma Lauren ha ragione.

Se voglio davvero ricominciare, devo lasciarmi alle spalle il passato.

E per farlo lo devo condividere perché solo così peserà meno.

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