Capitolo 16

190 25 18
                                    

Appena entro, noto subito i due anziani che sobbalzano leggermente, forse a causa del mio "impeto", e mi sento un poco in imbarazzo.

Li guardo e gli faccio un sorriso di scuse.

Sono una coppia; la signora, con un gioioso vestito azzurro ed un cappellino in tinta, mi rivolge uno sguardo allegro mentre il marito, un uomo tutto d'un pezzo, almeno a giudicare dall'abbigliamento, mi incenerisce con gli occhi.

《Katy?》È il suo tono incerto ed insicuro a farmi voltare.

Tom è lì, dietro al bancone. È in forma, come sempre d'altronde; oggi indossa una semplice polo chiara che mette in risalto la sua pelle leggermente abbronzata.

《Che ci fai qui?》

Me lo domanda con una tale innocenza che credo di essermi immaginata l'intera discussione di qualche ora fa.

Il mio corpo agisce prima della mia mente.

Con uno slancio, afferro la sua mano, facendogli cadere la penna, con la quale probabilmente stava scrivendo l'inventario, e lo strattono verso la porta sul retro.

Per fortuna, lui mi lascia fare; forse perché troppo sbalordito o forse perché è solamente gentile con una matta.

《Noi torniamo subito! Voi fate pure con calma!》esclamo con voce squillante all'indirizzo della coppia anziana.

La moglie, saggiamente, prende a braccetto il marito e s'infilano nel reparto degli alimentari.

Tom non dice nulla, nemmeno quando socchiudo la porta per farci sentire da tutti.

Non dice nulla nemmeno quando io mi blocco, lì, in piedi di fronte a lui; non trovo più le parole giuste per spiegargli, quelle parole adatte a fargli capire tutta la situazione.

Lui rimane calmo, gli occhi azzurri mi guardano senza accusa, ma con curiosità.

《Io...》inizio prima di bloccarmi nuovamente. Deglutisco rumorosamente mentre con le dita tremanti giocherello con la carta del sacchetto del pranzo.《Volevo dirti che...》

《Quello è per me, vero?》mi chiede lui, interrompendomi.《Dimmi di sì! Ti prego! Sto morendo di fame!》

Lo guardo due volte, sbattendo le palpebre stupita.

C-Cosa...?

Lui allunga una mano verso di me ed io gli cedo il sacchetto marrone col suo panino caldo, in maniera meccanica.

Tom si prende tutto il tempo del mondo per annusarlo, mugugnare di piacere per il profumo, sedersi su uno scatolone rovesciato ed azzannare il pranzo con voracità.

Mentre lui è perso nella sua bolla di felicità costituita da carne e formaggio fuso, io mi do' un'occhiata in giro per ritrovare l'ispirazione che avevo fino ad un momento fa.

Il retro è rimasto identico all'ultima volta che sono venuta qui; scatoloni sparsi, confusione in cui è difficile raccapezzarcisi, ed infine lui, Tom.

Non ha minimamente accennato al litigio di stamattina...

Litigio...

Sarà poi la parola giusta?

Un litigio presuppone due parti che hanno due idee completamente diverse ed entrambe vogliono prevalere sull'altra.

Quella di stamattina è stata piuttosto una sfuriata senza senso da parte mia.

Sospiro; mi sta venendo mal di testa.

《Trovate?》La voce di Tom fa breccia nei miei deliri mentali, interrompendoli.

《Cosa?》Lo guardo perplessa; non capisco la sua domanda.

《Le parole...》mi spiega lui, appallottolando il sacchetto marrone -ha già finito?! Che velocità!- ed appoggiando i gomiti sulle ginocchia.《Sei venuta qui con il calumet della pace》accenna al suo pranzo.《Quindi deduco che tu stia cercando le parole adatte scusarti...》

Ha una laurea segreta in psicologia?

Ha azzeccato tutto, anche, a dir la verità, è stata tutta un'idea di Martha.

Ma che dico?

Al massimo avrei lasciato passare un giorno poi sarei tornata da lui a scusarmi, comunque.

《Beh... Ecco...》balbetto, colta alla sprovvista. Non le ho ancora trovate quelle dannate parole.

Abbasso gli occhi, imbarazzata e confusa.

Sono un disastro.

《Meglio così! Tanto non servono!》commenta lui, alzandosi ed avvicinandosi a me.

Alzo lo sguardo, percependo la sua presenza, e lo fisso negli occhi.

Altro che azzurri!

Nei suoi occhi sono racchiuse tutte le sfumature del mare, dal blu profondo degli abissi al verde chiaro delle acque baciate dal sole.

《Niente di quello che è successo è colpa tua, credimi... Ho esagerato. Me ne sono reso conto troppo tardi, ma ho agito d'impulso... E non credevo di... Comunque ho la soluzione!》Sfoggia un sorriso raggiante, con tanto di fossette, ed io lo ascolto rapita.

Dove diavolo è finita tutta la mia determinazione?

《Ricominciamo da capo...》Lo guardo senza capire, aggrottando le sopracciglia.《Mi chiamo Tom. E tu?》

È semplicemente disarmante quando mi porge la mano, con quell'espressione da bambino angelico.

Ho un momento di indecisione che passa repentinamente com'è arrivato.

《Katy!》gli rispondo, le labbra sfoggiano un sorriso gioioso che da tanto avevo perso. Gli stringo la mano e riprovo le sensazioni della prima volta.

《Piacere di conoscerti!》Lui più che stringerla, mi accarezza la mano come se fosse qualcosa di prezioso che ha bisogno di cure e pazienza.《Sei nuova, vero? Hai bisogno di una bici, per caso?》

RicominciareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora