Ricominciare

Capitolo 24

Quando arrivo alla strada che porta a casa mia, sono quasi senza fiato, il che è strano visto che mi alleno tutti i giorni con Lauren.

Forse è la paura, il terrore di vedermelo piombare davanti, che mi svuota i polmoni.

Comunque non rallento: devo raggiungere casa e fare le valigie.

A metà tragitto incontro Lauren: ha un vestito candido come la neve e l'aria serena quindi deduco che né Martha né Tom le abbiano detto nulla.

《Che succede?》Mi saluta con questa domanda. La mia amica è una donna davvero perspicace.

《Devo andarmene!》le dico solo queste due parole e non rallento nemmeno.

Lei non demorde e si adegua al mio passo sotenuto.

《Ti ha trovata》afferma con voce addolorata.

Ha capito tutto solamente perché tempo addietro le avevo raccontato la mia storia. Ora non se ho fatto bene oppure no a confidarmi con lei.

《E la tua soluzione è scappare? Di nuovo?》mi domanda mentre saliamo i gradini della veranda.

Finalmente sono arrivata: la strada mi è sembrata infinita.

《Cosa vuoi che faccia?  Lo aspetto qui?》Le mie parole rabbiose la fanno fermare sulla porta.

Spalanco l'uscio con forza e corro su per le scale, diretta in camera mia: devo fare le valigie.

Da sotto il mio letto ancora disfatto tiro fuori lo zaino che mi aveva prestato Flora e lo riempio di vestiti e soldi, che ho messo da parte da quando ho iniziato a lavorare al ristorante.

Ho fatto su un bel gruzzoletto; dovrei riuscire a sparire per un po' di tempo.

Non sento i passi di Lauren e, quindi, do' per scontato che sia tornata a casa sua, ma non è così.

《Forse dovresti parlarne...》suggerisce Lauren con tono calmo e ragionevole. E' rimasta in piedi, accanto alla porta della mia camera.《Perché dai per scontato che nessuno ti capirebbe? Io l'ho fatto...》

《Tu mi capisci perché anche tu stai scappando da qualcosa... Magari non sarai nella mia stessa situazione, te lo concedo, ma nemmeno la tua vita calma e tranquilla. Ho notato che non vieni mai in città, per fare compere o mangiare, e l'unica persona con cui parli sono io... Quindi non farmi la predica e soprattutto non darmi consigli non richiesti!》inveisco con Lauren, che mi guarda con un misto di sofferenza e commiserazione.

Ho urlato tutta la mia rabbia e la mia impotenza contro di lei e non è giusto; l'ho trattata con una cattiveria dettata dalla paura.

《Lauren... Io.. 》Mi pento quasi immediatamente di quello che ho detto.

Voglio rimediare, ma lei m'interrompe con un cenno della mano.

《No... Non dire nulla... Hai ragione, anch'io ho un grosso problema che devo risolvere, ma sono consapevole che la soluzione non la troverò fuggendo o sfogando la mia frustrazione sugli altri. Chiediti questo: per quanto ancora lascerai che sia Lui a controllare la tua vita?》

Detto ciò, se ne va.

Non ha urlato né gridato, ma le sue parole sono più rumorose di uno strillo.

Accovacciata sul pavimento della mia camera da letto, rifletto su quello che mi ha detto.

Per quanto ancora lascerai che sia Lui a controllare la tua vita?

Non mi ero resa conto...

Io credevo che essere fuggita da Lui e dalla mia città bastasse, fosse sufficiente per dimenticare.

Ma Lauren ha ragione.

Anche se Lui non c'è, anche se non è fisicamente presente, mi controlla ancora.

Ogni decisione che prendo è basata su di Lui e su quello che potrebbe fare.

A parte...

L'unica cosa che ho fatto per me, unicamente per me stessa, senza fermarmi a riflettere sulle conseguenze, è stata accettare l'invito di Tom.

Con lui mi sono goduta la vita, sena paura né pensieri; in sua compagnia ho vissuto le settimane più indimenticabili della mia vita.

Come posso fargli questo?

Come posso scomparire dalla sua vita senza nemmeno una spiegazione?

La parte razionale di me continua a gridarmi di finire le valigie e sparire in un'altra città, ma la parte emotiva, la mia anima, il mio cuore, premono per farmi restare.

Qui dove ho ricominciato a vivere.

Qui dove ho conosciuto persone meravigliose.

Qui dove posso avere Tom.

Mi rialzo da terra, lascio lo zaino pieno di vestiti sul letto ed esco da casa.

Ho preso una decisione.