Capitolo 15

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La giornata mi sembra infinita, ma il lavoro -chiacchierare  coi clienti, scherzare coi due Joe, servire per sbaglio un panino con carne ad un ragazzo vegetariano- mi aiuta immensamente. Sono così oberata di cose da fare, fra prendere le ordinazioni, riempire oliere e saliere e battibeccare con Lizzie circa l'ultimo ritrovato della cosmesi, che proprio non ripenso all'incontro avuto con Tom, anzi lo relego in un angolino del mio cervello.

Almeno, fino a fine turno.

Infatti solo poco dopo l'ora di pranzo, Martha si fa viva, con un sorrisetto diabolico e sornione in volto.

Oh-oh...

Cos'ha in mente quella donna malefica?

《Katy!》mi chiama con voce squillante. È al bancone e mi fa cenno di avvicinarmi. Lo faccio anche se con molta riluttanza. Non so perché, ma non presagisco nulla di buono.《Devi fare una consegna》E mi schiaffa in mano un sacchetto marrone che profuma di carne e formaggio fuso.

《A chi?》domando curiosa, anche se forse avrei dovuto intuirlo.

In questo periodo non sono molto sveglia, lo ammetto.

《A Tom, naturalmente》mi risponde lei, alzando gli occhi al cielo con fare teatrale.

Ma che cavolo...?

《Senti... Martha... Io...》farfuglio, incerta e combattuta.

Da un lato muoio dalla voglia di vederlo e di chiarire con lui, ma dall'altro...

Ho solamente paura.

Una paura cieca, che m'invade il cuore e l'anima.

Come posso rivederlo?

《Katy》Martha appoggia le mani sulle mie spalle, facendomi tornare alla realtà《Capisco quello che provi, ma fidati di
me... Se non vuoi andare, non ti posso di certo obbligare, ma davvero è questo, quello che vuoi?》

Con queste parole, si allontana da me, forse in cerca di Lizzie, forse per chiacchierare con qualche suo amico, fatto sta che rimaniamo solo io ed il sacchetto che profuma deliziosamente di cibo.

Devo andare?

Oppure no?

La mia parte razionale soppesa tutti i pro ed i contro; se andassi avrei la possibilità di spiegare il mio comportamento, di fargli capire...

Cosa?

Come può capire qualcosa di me se non mi conosce affatto?

Dannazione!

Non conosce neppure il nome!

Una risata amara mi affiora in gola, ma riesco a soffocarla, per fortuna.

Katy...

Katy...

Devi prendere una decisione...

Sembra quasi che il panino di Tom mi parli.

Peccato che non abbia la soluzione a tutti i miei problemi.

Scuoto la testa nella vana speranza che i miei stupidi pensieri diventino un poco più sensati. Sembra quasi che la mia vita dipenda da questo.

Andare o non andare.

Ed in effetti...

È così.

Se non andassi da Tom, un'altra colpa si sommerebbe al già pesante fardello che porto sulle spalle, un'altra sconfitta andrebbe ad aggiungersi alla lista, già lunga, dei fallimenti della mia vita.

Se, invece, racimolassi il coraggio necessario a rimettermi in gioco, a rischiare, a provare...

Dopotutto, cos'ho da perdere?

Finalmente la soluzione sboccia nella mia confusa testolina come se avessi appena ricevuto un'epifania; afferro con determinazione il sacchetto marrone e, ad ampie e risolute falcate, esco dal ristorante.

La strada per l'emporio ora mi sembra infinita come stamattina, come se Dio mi stessa dando tutto il tempo per cambiare idea, come se la mia risolutezza potesse andarsene a nascondersi, lasciandomi nuda e sola.

Eccomi qua.

Controllo l'interno e noto con piacere che ci sono solamente due clienti, piuttosto anziani, e nessun altro.

Nemmeno Lexie.

La porta in legno, di fronte a me, è invitante come un canto di sirena al quale non si può resistere ed in effetti io non voglio resistere.

Voglio entrare.

Voglio parlare con Tom.

Voglio che lui comprenda.

Voglio conoscerlo meglio.

Voglio rivedere ancora i suoi occhi color cielo di primavera.

Voglio risentire la sua voce, così calda e gentile.

Voglio rivedere lui.

Lo desidero più di qualsiasi altra cosa nella vita.

Lo desidero più di quanto io stessa voglia ammettere.

E, se da una parte questo mi spaventa immensamente, dall'altra mi sento euforica, eccitata, emozionata come una bambina nel periodo natalizio.

Prima di partire per un altro folle viaggio immaginario, afferro il coraggio a due mani e spalanco la porta con ferocia.

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