"Zack!" esclamo, andando in contro al mio ragazzo, appena uscito dalle porte scorrevoli dell'aeroporto. Lui, però, mi si allontana prima che possa cingerlo fra le mie braccia.
"Shan!" esclama a sua volta con un accenno di imbarazzo nel tono di voce.
Sto ferma a guardarlo interdetta e devo riconoscere che, per una volta, mi è perfino mancato."Com'è andato il viaggio?" chiedo sorridente, ma comunque sospettosa per l'atteggiamento che continua ad avere: si gratta la nuca, si guarda in torno e sorride nervosamente.
"B-bene, bene" continua a rispondermi come se la sua testa si fosse incagliata: qualcosa non va ed è scontato.
"Ciao Steve, Emmett" saluto i suoi compagni di viaggio, quando li noto camminare l'uno vicino all'altro con la loro grande stazza da footballer, come se nascondessero qualcosa dietro di loro.
"Ciao Shannon" rispondono all'unisono i due con occhi spalancati oltre il normale. Non è che ho qualcosa che non va io?
"Ehm...Shan, devo dirti una cosa" m'informa Zack mentre una ragazza spunta da dietro le spalle di Steve e Emmett, e si avvicina a lui stringendogli il braccio. Forse è meglio non dare conclusioni affrettate, no?
"Sì?" lo incoraggio a parlare, cercando di non prestare attenzione ai movimenti della ragazza che le sta affianco.
"Non ti arrabbiare...io ero ubriaco e non sapevo-"
"Perché invece di fare mille giri di parole non arrivi al dunque?" lo interrompo bruscamente, incrociando le braccia al petto e raddrizzando la postura per pormi più autoritaria.
"Sono andato a letto con un'altra" dice tutto d'un fiato, facendo la cosa giusta a distogliere lo sguardo da me, perché se gli sguardi potessero uccidere, lui sarebbe stato incenerito in un istante.
"E quest'altra sarebbe lei?" domando, alludendo alla ragazza che gli sta stringendo il braccio senza emettere un fiato.
"Zack, guardami!" gli ordino, facendolo sussultare. Alza lentamente lo sguardo verso di me e annuisce con cautela.
'Esprimiti, Shan. Mi fai paura così.
Cosa senti adesso?' interviene il mio subconscio. Cosa sento?
Mi sento ribollire dalla rabbia, semplice."A...cosa pensi?" domanda anche Zack quasi impaurito. Perfetto, lui vuole sapere cosa penso. Non può essere serio...
"E tu me lo dici così? Con lei qui e i tuoi amici a guardare?" ho paura mi venga quasi da ridere.
Prima di rattristarmi per ciò che mi ha detto, ho bisogno di capire a quanto arrivi il suo essere così coglione."Dai, Shan...è stato solo un errore. Tanto fra di noi non stava andando più bene" dice con semplicità.
"Tu sei proprio un deficiente!" gli dico con sincerità, avvicinandomi per tirargli uno schiaffo e poi andarmene il più velocemente possibile.
Non m'importa di tutte le persone che possono aver visto questa scena, se vi sono, perché si meriterebbe molto di più che un ceffone. Come ha potuto farmi una cosa del genere? Come ho fatto io a mettermi con uno come lui?
La colpa è solo mia. Avrei dovuto capirlo. Zack è sempre stato il tipico ragazzo popolare del liceo e in questo modo ha solo dimostrato la mia tesi iniziale: è uno stereotipato di merda, il solito biondo muscoloso con una nocciolina al posto del cervello e tanto ambito dalle liceali. Tra le quali ci sono anche io, purtroppo. La più stupida.
E ora non posso fare altro che sentirmi presa in giro. Presa in giro da un idiota, tra l'altro!
Adesso ho solo bisogno di Sam: lei è l'unica che può capirmi.
Dopo aver atteso lungo tempo per un taxi, quest'ultimo arriva e mi deposita direttamente a casa della mia migliore amica, ma non prima di avere fatto un bel giro nel mio portafogli.
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Always made in the am - h.s.
Fanfiction"Ti paga...Ti paga per essere la sua puttana?" [...]Quanto avrei voluto fosse per sempre, ma sapevo sarebbe stato impossibile. Lei non lo voleva, ne ero sicuro: c'erano troppo alti e bassi ai quali m'illudevo potesse ancora resistere. Ero io quello...