Canzone per il capitolo:
~Ride by Twenty one pilots~
Quando scendiamo dal grande suv, siamo in una zona più appartata dell'aeroporto e suppongo sia un'altra strategia per non farsi notare. Davanti a noi c'è un enorme elegantissimo, e scommetto costosissimo, jet.
Appena un addetto finisce di sistemare le nostre valigie nella stiva e il pilota ha compiuto gli ultimi controlli, un'hostess ci invita a salire per prendere posto.
L'interno dell'aereo è spazioso e lussuoso proprio come sembra da fuori, entrando per ultima ho la sfortuna di finire di nuovo vicino ad Harry, visto che Sam ha deciso di mettersi proprio vicino agli altri tre.
Perché l'universo ce l'ha con me?
Non ho fatto nulla di male, ma forse dovrei fare ripulire il mio Karma da tutte le volte che ho insultato questa boyband, magari questo sì.
Con tanta svogliatezza mi siedo dal lato del finestrino proprio mentre Harry si siede accanto a me, purtroppo.
Sam, invece, è con Liam, Louis e Niall davanti e spero riuscirò a fermarla da fare impazzire i ragazzi con il suo continuo parlare.L'aereo decolla e il tempo passa molto in fretta, fortunatamente tutti sembrano, ancora una volta, gradire la presenza della mia migliore amica che, anzi, porta un po' di entusiasmo.
Però, viaggiare in aereo mi rilassa e finisco per addormentarmi, anche se mi devo svegliare quasi subito perché il volo non dura più di un'ora e mezza.
Per sbaglio al mio risveglio mi ritrovo sulla spalla di Harry. Perché non ha nemmeno provato a spostarmi?
Come se non bastasse, la fine dei voli mi rende nervosa per qualche motivo, e finisco per passare il resto del tragitto verso l'hotel con un grande cipiglio stampato in volto.
Sam continua a scherzare con i ragazzi e noto che Harry non partecipa mai alla conversazione: non l'ha mai fatto da quando siamo insieme.
Ad un certo punto del lungo tragitto che ci condurrà al centro di San Francisco, Sam si rivolge per la prima volta ad Harry.
"Posso farti una domanda?" chiede.
"È...personale, non so se vuoi rispondere" lo avverte, abbassando leggermente il tono di voce, ma rendendosi comunque udibile da tutti nell'abitacolo.
"Dimmi pure" con mia grande sorpresa, Harry risponde. Non so perché, ma trovo strano che accetti.
Sarà perché si sentirà fare domande invasive tutti i giorni per essere chi è. Forse ciò che trovo strano è che stia parlando con la mia migliore amica (non sono state tante le occasioni, oltre a quando è svenuta fuori la mia suite).Come dimenticarlo...
"Sei gay?" domanda Sam e io non posso fare a meno di scoppiare a ridere.
Come fa a pensare una cosa del genere?
Lo conosco da solo due giorni e non so nulla di lui, a parte questo: stava per entrare con una ragazza slavata ubriaca nella mia stanza per fare chissà cosa, si è preso gioco di me tutte le volte che mi ha visto in intimo, che purtroppo sono state alche troppe, e da com'è stronzo con tutte le ragazze, non può che essere etero.
Noto anche gli altri ragazzi rimanere stupiti da questa domanda e per un momento su guardano gli uni con gli altri, prima che Harry esordisca.
"No, contrariamente a ciò che pensano i tabloid, io non sono gay" sentenzia.
"Oh...quindi non stai con Louis come tutti dicono?" chiede ancora e adesso sta entrando troppo in dettagli personali e stupidi.
Le lancio un'occhiataccia, ma non credo la comprenda perché attende ancora una risposta dal ragazzo."No, non stiamo affatto insieme" risponde Louis e anche sembra davvero stranito dai pensieri di Sam.
"Lo so che può sembrare strano, ma quasi nulla di quello che dicono quegli stupidi giornali è vero. Ora che mi conosci, potrai chiedermi ciò che vuoi invece di leggere quella spazzatura" dice Harry e per la prima volta da quando sono arrivata a San Diego, percepisco la dolcezza nelle sue parole anziché la stronzaggine. Sam annuisce solamente e torna a parlare con i ragazzi che si girano con un ultima occhiata ad Harry.
"Se solo Sam sapesse cosa stavi per fare due notti fa con quella slavata, si pentirebbe subito di ciò che ha detto. E forse ti ammazzerebbe anche" commento a bassa voce in modo che nessuno possa sentirmi.
"Già" è la sola cosa che dice, annuendo leggermente con il capo, prima di riportare il suo sguardo fuori dal finestrino.
Quando arriviamo nel parcheggio sotterraneo dell'albergo, un facchino ci attende, mentre un altro ancora carica le nostre valigie su un carrello.
Ho l'impressione che quest'hotel sia anche più costoso e lussuoso di quello di San Diego.
L'ascensore ci eleva all'imponente ingresso, del quale è facile rimanere io a bocca aperta.
E di nuovo, non voglio immaginare quanto abbiano speso per una sola camera in questo magnifico e lussuosissimo posto.Ci avviciniamo alla grandissima reception dove elegantissimi uomini e donne stanno servendo informazioni ai ricchi clienti di questo posto, e non c'è bisogno nemmeno di dire il nome della prenotazione che subito riconoscono i ragazzi.
Ognuno prende la chiave della propria camera e io ed Harry le confrontiamo in modo da verificare che non siano uguali: mi viene perfino da ridere per il gesto così inusuale.
L'albergo è molto grande e ci sono molti piani, noi tutti siamo all'ultimo.
E non sono camere, anche in questo caso, sono suite. Vorrei ammazzare Harry per aver prenotato per noi, due ragazze di diciott'anni che non ne capiranno mai niente, una suite.Quando entro nella mia stanza, dopo aver salutato i ragazzi, mi sento molto rilassata: sono finalmente da sola.
Aiuta il fatto che questa suite abbia una vista mozzafiato: c'è un enorme vetro al posto della parete dalla quale si può vedere tutto il panorama di San Francisco, il quale è davvero molto suggestivo e da qui si possono addirittura osservare i tetti di alcuni grattaceli.
Wow.
Siamo così in alto.
Quasi fa paura il fatto che sia un muro completamente in vetro, anche la testata del letto poggia contro questa vetrata e praticamente è come se si dormisse in aria quassù.
I miei bagagli sono inaspettatamente già nella stanza e quel letto mi sta chiamando, so che è comodissimo.
Sono a solo due passi da quel materasso e quando riesco finalmente a stendermici e a chiudere occhio poco dopo, capisco che magari non è stata tutta una perdita di tempo venire qui.
È vero che avrei preferito di gran lunga starmene a casa a leggere un bel libro, mentre Sam si lamentava con me e alzava gli occhi al cielo, ma menomale che esistono letti così comodi e viste così suggestive.Poi non ci credo che sto per passare una notte tranquilla.
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Always made in the am - h.s.
Fanfiction"Ti paga...Ti paga per essere la sua puttana?" [...]Quanto avrei voluto fosse per sempre, ma sapevo sarebbe stato impossibile. Lei non lo voleva, ne ero sicuro: c'erano troppo alti e bassi ai quali m'illudevo potesse ancora resistere. Ero io quello...