Chapter 22

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Mi sveglio accecata dalla luce mattutina che non sono più riuscita ad evitare, dopo troppo tempo che avevo deciso di tenere i miei occhi chiusi.

Non so praticamente cosa fare perché non ho la più pallida idea di come orientarmi in questa casa, anche se non è molto grande. In aggiunta, non so nemmeno se Harry sia sveglio, quindi non voglio dare fastidio. Se dorme ancora io che faccio? Resto qui?

'Troppi problemi per affrontarli di primo mattino' commenta il mio ego, dandomi conforto.
Così, tenendo conto delle sue parole, apro la porta e in silenzio scendo le scale.

In risposta ai miei dubbi, Harry è già sveglio e sta lì in piedi, guardando fuori dalla grande finestra del soggiorno.

"Buongiorno" dico a bassa voce, come se ci fosse qualcun altro in questa casa oltre a me e lui.

"Buongiorno" replica sorridente appena si accorge della mia presenza.
Mi guardo un momento in torno per constatare l'ora, trovando un orologio  inchiodato al muro sopra la televisione che segna le 8:00 AM.

Pensavo avessi dormito di più.

"Da quanto sei sveglio?" domando al ragazzo che ha delle incredibili occhiaie sotto gli occhi.

"N-non lo so" risponde vago e la stanchezza è percepibile nella sua voce. "Hai fame?" chiede, sviando del tutto il discorso che gli riguardava.

"Tantissima" rispondo con enfasi, poiché non ricordo quand'è stata l'ultima volta in cui ho mangiato una cosa vera, anche se il cibo dell'aereo non era poi così male.

"Allora vestiti; andiamo in un posto" dice e sembra si sia illuminato tutt'ad un tratto. Io annuisco sospettosa e risalgo le scale.
Appena arrivo in stanza, apro la valigia e mi rendo conto di non avere molti vestiti adatti a questa temperatura, ma solo felpe leggere e un paio di jeans.

Sono stata proprio una stupida ad accettare di venire qui senza avere le giuste cose. Per cui, adesso dovrò comprare tutto e non ho così tanti soldi.

Alla fine decido di indossare uno dei pochi jeans che avevo portato e di chiedere poi ad Harry di fermarci per comprare qualcosa, strada facendo. Ovviamente con i miei soldi.
Intanto, indosso una canotta e una di quelle felpe leggere che grazie alla mamma avevo deciso di portare.

"Sono pronta" annuncio scesa al piano di sotto "ma ho bisogno di comprare qualcosa di più adatto a questo clima"
Lui mi squadra da capo a piede indelicatamente, ma per ora glielo lascio fare.

"Ma intanto non puoi uscire così, fuori piove" mi fa notare e sparisce al piano di sopra, per poi ricomparire dopo poco con una sua felpa tra le mani.
"Indossa questa" me la porge ed io, levando quella che avevo, indosso la sua.

"Grazie" dico, chiudendo la zip.
Questa felpa è così enorme rispetto al mio corpo che quasi esso ci sparisce dentro: mi arriva a metà coscia, le maniche sono lunghe rispetto alle mie braccia, giusto si può vedere un accenno di tette, ragione per la quale, se alzassi il cappuccio sembrerei un perfetto maschiaccio.
Almeno so che mi coprirà bene e sarà calda data la sua grandezza.

"Andiamo?" mi chiede Harry e io annuisco, seguendolo fuori dalla casa "Siamo fortunati che sia presto, perché se no la strada sarebbe piena di ragazze che mi salterebbero addosso. Quindi dobbiamo fare presto" respira un po' frustrato. Non c'è presunzione nelle sue parole, solo tanto stress, credo.

"Anche qui? A casa tua?" domando confusa. Non hanno nemmeno il buon senso di lasciarlo in pace quando è nella sua città?

"Sì, anche qui. È la mia quotidianità ormai" sembra quasi essersi rassegnato, ma comunque rimango dell'idea che un po' gli piaccia, essere il sex simbol di qualsiasi ragazza, anche se tenta di nasconderlo dietro la frustrazione.

"Allora? Dove stiamo andando?" domando, tentando di risollevare il suo umore ballerino.

"È una...sorpresa" risponde dopo averci pensato, mentre svolta strada dopo strada senza farmi capire nulla.
Qui la temperatura è veramente fredda, o forse sono io a sentirla tale, venendo da un posto molto più caldo di questo.
Lo seguo passo dopo passo, ma è veramente difficile mantenere il passo delle sue lunghe falcate.

"Arrivati" m'informa non appena ci fermiamo davanti a un panificio.

"Che ci facciamo qui?" chiedo confusa, ovvio che dovevamo fare colazione ma...

"Questo è la panetteria dove lavoravo prima di fare i provini a X-factor" risponde con un accenno di sorriso, prima di aprire la porta che emette un tintinnio, a causa della campanella che si trova al di sopra di essa.

"Tu lavorarvi qui?" chiedo ancora incredula.  È quasi impossibile credere che uno come lui potesse lavorare e per di più farlo in una panetteria.

"Sì, lo facevo" risponde, avvicinandosi al bancone e sporgendosi un po'. "Buongiorno!" dice ad alta voce per farsi sentire da qualcuno. E dopo appena un minuto, una coppia anziana oltrepassa il bancone pieno di cose buone, per salutarlo con affettuosi abbracci e parole di sorpresa.

"Che ci fai tu qui?" domanda la signora con gli occhi che quasi le luccicano.

"Sono venuto in visita" risponde Harry con un sorriso ai due.

"Non hai idea di come siamo felici di rivederti! Posso offrirvi qualcosa?" continua la signora, guardando prima Harry e poi me.

"Volentieri" risponde Harry al posto mio e lo ringrazierei per avermi levato dall'imbarazzo nel quale mi trovo in questo esatto momento. Mi sento strana fra loro, come se stessi interrompendo qualcosa.

Alle parole di Harry, la signora si sposta dietro al bancone a fare qualcosa.

"E cosa facevi di preciso?" sussurro, curiosa di sapere.

"Il pane" risponde e io sono piacevolmente sorpresa di Venire a conoscenza di questo dettagli.
Ad un certo punto sembra venirgli in mente una cosa, perché mi chiede di restare dove sono e lui raggiunge il signore dietro al bancone. Dopo poco torna e prendendomi per mano e trascinarmi non so dove.

"Harry, cosa vuoi fare?" chiedo con um mezzo sorriso. Sembra abbastanza eccitato, mentre mi porta nel retro della panetteria dove c'è il laboratorio, compreso di forno.

"Indossa questo" non mi risponde, ma mi porge un grembiule. Perché dovrei indossare un grembiule?
Comunque, con un po' di esitazione, lo prendo e lo indosso.

"Ti decidi a dirmi che cosa stiamo per fare?" chiedo. Non ci sto capendo nulla.

"Faremo il pane" risponde semplicemente, facendo spallucce.

"C-cosa?" balbetto divertita. Lo sa che io non posso? Chi l'ha mai fatto?

"Faremo il pane" ripete, guardandomi sorridente.

"Ma io non so farlo!" insisto preoccupata. Rischiamo solo di sprecare ingredienti se ci sono io nei paraggi.

"Ti insegno io" dice, preservando la semplicità nelle sue parole. I sue iridi verdi luccicano, mentre mi guardando attentamente per valutare la mia espressione. Cosa devo dire adesso?
Dio, se solo smettesse di fissarmi in quel modo così...insomma, sarebbe decisamente più semplice.

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Hello girls❤️

Prima di tutto ci tenevo ad augurarvi un buon Capodanno 2017, nonché questo inizi per voi nel migliore dei modi per tutte voi.

Poi volevo tornare a sensibilizzare tutte coloro che avessero piacere a leggere la mia nuova storia su Cameron Dallas, della quale potete trovare il primo capitolo fra i miei lavori. Spero passerete, se ne siete interessate!

Ultima cosa, mi piacerebbe sapere: cosa ne pensate di come si sta svolgendo questa storia?❤️

Always made in the am - h.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora