Chapter 14

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Entro in casa e subito i miei genitori mi abbracciano nemmeno fossi mancata un mese.
        
"Allora? Com'è andata?" mi chiede la mamma curiosa di sapere.

Questo non lo so nemmeno io.

È andata bene?

Infondo credo di sì.

"Molto bene" rispondo con un sorriso. Ora ho solo voglia di andare in camera e stendermi sul mio letto a fare nulla.
Un vortice di emozioni si è  abbattuto su di me e devo cercare di identificarle tutte.

"E l'albergo?" domanda questa volta papà. Dovrei dirgli che ha fatto veramente schifo perché sono finita nella stessa suite di una celebrità, ma non lo faccio. Non credo sia una buona idea.

"Molto...bello" rispondo. Solo questo?

'Complimenti Shan, sei stata molto convincente!' commenta il mio subconscio.

Dopo aver risposto a più o meno duemila domande, sono libera di andare in camera e stendermi sul letto.

In realtà dovrei disfare la valigia ma non ne ho voglia e non adesso che il mio mal di testa sta diminuendo, non voglio farlo aumentare di nuovo.

Spendo la mia giornata a fantasticare sul nulla e quando è finalmente sera decido di indossare il pigiama.

Una giornata della mia vita sprecata, almeno da quando sono tornata qua perché l'inizio non è andato proprio così male, credo.

Mi guardo allo specchio e noto di avere la maglia di Harry, quella che stamattina mi sono ritrovata addosso e mi sono arrabbiata di avere.

Mentre la sfilo e per qualche motivo non vorrei, la tengo stretta al mio petto. Profuma di lui e credo che forse dovrei lavarla, ma non so se lo farò. Proprio quando me ne sto per liberare, la mia mente malata decide che forse è meglio rimetterla e così faccio.

Sto impazzendo e il problema è che sono passate a stento dieci ore.

...

Ho sognato tutte le notti, per cinque notti di seguito, i suoi occhi verdi e il suo sorriso.

Non ce la faccio più.

Vorrei chiedere alla mia testa di fermarsi, perché è tutto inutile. Perché sta fantasticando su uno stronzo?

Per di più Sam non ha fatto mancare il suo contributo nell'impedirmi di dimenticare una persona che continua a rimanere stronza.

Ed è per questo, in virtù del fatto che non riesco a non pensarlo, che ho deciso di rimanere sveglia il più possibile questa notte.

Non so quanto possa cambiare, magari sognerò solo di meno quello che non voglio sognare o, se sarò fortunata, non mi addormenterò proprio e forse sarà meglio così.

Cerco di tenermi sveglia in tutti i modi, facendo ogni cosa e ascoltando ogni tipo di musica assordante ma a un certo punto, quando sono ormai le tre, le mie palpebre incominciano a farsi sempre più pesanti.

Ad impedirmi di cadere nel più profondo dei sonni, il mio telefono rompe il silenzio della notte squillando. Vorrei tanto sapere chi si diverte a chiamare le persone alle tre di notte e se è Sam che mi deve informare di qualche stupidaggine, giuro che uscirò e andrò a casa sua per ucciderla.

'Siamo di cattivo umore?' il mio subconscio mi chiede con un sorrisetto sghembo. Avrei un paio di paroline per lui, ma non mi sembra questo il momento.

Comunque non conosco il numero che mi sta chiamando ma, senza preoccuparmi di altro, scorro per rispondere.

"Con chi parlo?" chiedo appena appoggio il telefono all'orecchio.

"Shannon" riesco a sentire nel grande frastuono proveniente dall'altro lato. Mi ci vuole veramente poco a capire chi sia la persona in questione.

"Harry" rispondo confusa, perché mi sta chiamando? Non pensavo avrebbe colto il mio invito così presto, ma in realtà non credevo lo facesse e basta.

"Io non so..." il suo tono è strano. È ubriaco.

"Harry, dove sei?" chiedo allarmata, perché potrebbe essere rischioso per lui.

"In un bar di fottuto lusso" dice e spero vivamente che nessuno l'abbia riconosciuto.
Ho controllato il loro calendario l'altro giorno e se non erro oggi c'è stato il concerto a Vancouver, in Canada.

"Chi c'è con te?" prego perché ci siano anche gli altri ragazzi con
lui, perché è davvero ubriaco. Continua a dire cose senza senso e temo per la sua incolumità.

"Nessuno, sono solo. Come sempre" commenta, la sua voce piena di tormento.

"Non sei solo, Harry" rispondo e sento che si sta allontanando dalla musica perché adesso la musica diminuisce.

"E invece sì!" sbraita "anche tu mi hai lasciato" riesco appena a capire, perché parla velocissimo. Sento poi una porta sbattere e delle parole incomprensibili pronunciate dal ragazzo. Se stesse veramente uscendo dall'edificio e fosse in strada qualcuno potrebbe riconoscerlo, devo fermarlo.

"Harry, ascoltami...devi fermarti e chiamare Liam, Niall o Louis. Non uscire" dico velocemente, ma in maniera chiara.

"No! Io faccio quello che cazzo mi pare!" esclama brutalmente e questa è l'unica cosa che dice prima di attaccare.

Cerco di richiamarlo varie volte, ma parte sempre la segreteria. Ho paura gli sia successo qualcosa e il fatto che gli sia così lontana mi sta uccidendo; mi rende impotente e questo lo odio.

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