Chapter 7

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"Shan, di qua" mi fa segno di seguirla.

"Sam dai...Non ci saranno!" mi lamento e non lo farei se non stessimo vagando nel backstage da ore, perché Sam vuole rivedere i quattro ragazzi prima di andare via.
Sono appena le undici e mezza e, detto con tutta franchezza, vorrei tornare in albergo e dormire.

"No, io voglio rivederli un'ultima volta. Se non fosse stato per te, saresti ancora in camera con Harry e io non dovrei stare qui a cercarli!" insiste irritata e io alzo gli occhi al cielo.
Non posso credere che sia veramente seria...

Dopo venti minuti in cui Sam continuava a dire che non ci sarebbe stato verso di farla uscire senza prima avere visto i ragazzi, l'ho trascinata fuori dallo stadio e fatta salire in questo taxi.

"Sei noiosa" continua a ripetere con la testa appoggiata al finestrino e le braccia incrociate al petto.

"E tu stupida" replico ogni volta, controllando poi l'orologio per denotare che sia quasi mezzanotte.

Per fortuna, arriviamo dopo poco tempo in albergo, essendo nel centro della città. Sam è distrutta e senza voce, mentre io non vedo l'ora di fare una doccia. 
Passiamo alla reception a ritirare le nostre chiavi e noto con piacere di avere la stessa suite della scorsa notte: Harry avrà pensato bene di prenderne un'altra il più possibile lontano dalla mia. E questa è davvero un'ottima scelta.

"Buonanotte, Sam" le sussurro, quando arriviamo sul piano delle nostre grandi camere. Lei mi risponde con uno stanco cenno del capo e si chiude la porta alle spalle.

Continuo sempre dritto verso la mia stanza e, giunta davanti alla porta, scorro la chiave nella fessura.                                                                                   Quando entro la camera è immersa nel buio, ma illuminata dalle sole luci della città che si riescono a vedere da qui su. La portafinestra del terrazzo è aperta, permettendo che le tende svolazzino lentamente a causa del piacevole venticello fresco.
Accendo la luce e mi avvicino alla finestra per chiuderla, ma quando i miei occhi scorgono una figura appoggiata al davanzale della finestra, che non si è ancora accorta della mia presenza, ho un piccolo sussulto.

Non ci posso credere...

"Perché sei qua?" sussurro.
In realtà dovrei urlargli contro, ma non lo faccio solo perché è tardi e la maggior parte delle persone qui dentro starà dormendo.

Lui si volta e sembra più sorpreso di me nel vedermi qui.

Non dovrei esserlo io?

E infatti lo sono.

"Perché tu sei qui" mi corregge infastidito, entrando in fretta nella stanza e chiudendo le ante dell'infisso dietro di sé.

"Questa è la mia suite" rispondo, enfatizzando la possessione.

Non capisco veramente...non doveva cambiare la stanza?

"No, questa è la mia. Avevi detto che l'avresti cambiata!" okay, ora sta urlando e non deve.

"Avevi detto che l'avresti cambiata tu. Non ricordi?" respiro frustrata, cercando di rimanere il più calma possibile. Ma come posso?

Non ammetto che mi si tratti come lui sta facendo in questo momento.

Chi crede di essere?

"C-cosa? Non è vero!" dice confuso, ma comunque mantenendo quell'aria da stronzo che sa tutto.

"Invece sì" insisto. Perché è verissimo e
magari avessi ripreso quel fatidico momento...

Sta per dire qualcosa, ma io non gliene do la possibilità parlando prima che lui possa farlo.

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