Con qualche ultima occhiata da parte di alcune persone, ci dirigiamo verso l'auto sportiva.
Per la prima volta Harry fa un gesto che non mi sarei mai aspettata: mi precede con una lunga falcata e mi apre lo sportello con un sorriso perfetto. Sorpresa dal gesto mi limito a ricambiare il sorriso e a salire. Poco dopo entra anche lui e chiude il tettuccio dell'auto, almeno così non rovinerò i miei capelli e, molto più importante, non mi prenderò un bel raffreddore vestita come sono.
Con un rombo di motori ci avventuriamo per le strade di una Londra che sarebbe buia se non fosse per le luci dei vari locali e quelle dei lampioni che brillano sull'asfalto umidiccio.
Dopo alcuni minuti scendiamo nel sotterraneo di un altissimo grattacielo illuminato solamente in cima.
È meraviglioso, imponente, e più lo guardo, più mi chiedo cosa ci facciamo qui.Quando Harry esce dall'auto cerco di aprire lo sportello anch'io ma è chiuso, mi guardo intorno e lui è in un attimo davanti al lato del passeggero, sbloccando e aprendo la portiera al mio posto.
Sono stupita da lui stasera.
Cercando di tenere il vestito quanto più possibile giù, esco e mi sistemo ancora un po'. Harry mi porge la mano che, senza esitazione, accetto questa volta. Le nostre mani si intrecciano per suo volere mentre ci muoviamo verso l'ascensore.
Una volta dentro, il suo dito punta immediatamente ai piani alti.
Il piccolo viaggio dura un po' più a lungo rispetto a quelli normali, perché il grattacielo è molto alto.
E in un completo, ma non imbarazzante, silenzio l'ascensore si ferma. Le porte scorrevoli si aprono su un piccolo atrio dove una fila di persone attende di fare qualcosa, probabilmente entrare nella porta in fondo dove ci sono due buttafuori che controllano qualcosa su un foglio, un elenco forse. Harry mi riprende la mano e mi conduce verso la fila che, con mia grande sorpresa oltrepassiamo, guadagnandoci occhiatacce e mormorii da parte di molte persone in fila. E mi scuserei con tutti se potessi.Harry stringe la mano e sussurra qualcosa a uno dei buttafuori che subito annuisce e ci fa entrare. La porta viene aperta e ai nostri occhi appare un attico gremito di persone che si muovono a ritmo di una canzone da discoteca in una fioca luce blu. Provo sollievo quando noto che le persone qui dentro indossano abiti eleganti.
Tutto mi sarei aspettata stasera, ma non che Harry mi portasse in una discoteca, in un attico nel centro della bella Londra, per di più.
"Aspettami qui, vado a prendere da bere" mi dice Harry, inclinandosi verso il mio orecchio per farsi sentire meglio nel forte frastuono. Annuisco e lui va. Resto ferma per alcuni minuti in attesa che ritorni, quando un ragazzo mi si avvicina e mi sorride. Ma il suo sorriso è a dir poco sinistro.
"Ah, ha scelto molto bene questa volta" dice, avvicinandosi a me, che rimango per qualche strano motivo immobile.
Incomincia a strusciarsi contro di me orribilmente: è completamente sudato e ha uno sguardo che mi fa paura, cerco di far scivolare via le sue mani dai miei fianchi, ma non ne vuole sapere.I miei battiti e la mia agitazione aumentano quando mi spinge verso una parete, che poco dopo si apre, rilevandosi essere una finestra.
Riesco appena ad intravedere il volto di Harry così lontano da non si accorgersi di me, che il vetro si chiude.Non riesco a dire nulla, mi sento impotente mentre le sue luride mani palpano il mio corpo nel modo più riluttante e disgustoso possibile. Il suo alito puzza terribilmente di alcol ed è tutto troppo nauseante perché possa ancora sopportarlo.
Ho paura e non c'è nessuno qui fuori, al freddo, che possa aiutarmi.
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Always made in the am - h.s.
Fiksi Penggemar"Ti paga...Ti paga per essere la sua puttana?" [...]Quanto avrei voluto fosse per sempre, ma sapevo sarebbe stato impossibile. Lei non lo voleva, ne ero sicuro: c'erano troppo alti e bassi ai quali m'illudevo potesse ancora resistere. Ero io quello...