Chapter 55

68 3 0
                                    

"Appena ti sarai vestita, potremmo uscire e fare colazione fuori. Qui non c'è nessuno che la faccia per noi, i domestici sono in ferie" dice Harry, mentre siamo ancora stesi sul letto: io stavo pensando a ciò che mi aspetterà dopo Natale quando sarò finalmente sola, su uno yacht privato, in mezzo all'oceano.

"Sono profondamente offesa" commento, mettendo su un finto broncio che sono sicura Harry abbia compreso essere fasullo.

"Ah, sì? E perché mai?" chiede, sorridendo sotto i baffi e, anche questa volta, sono sicura stia pensando che sono una bambina.

"Perché pensi non sia in grado di preparare la colazione" rispondo, incrociando le braccia al petto.

"Sì, in realtà non mi fido molto di una bambina" commenta, facendomi emettere un suono di stupore per le sue parole.

"Ho compiuto diciotto anni. Non lo sono" protesto, colpendolo sul braccio con il mio pugno che, come al solito, non serve a smuoverlo di un centimetro.

"Non c'entra. Rimani comunque piccola" sussurra al mio orecchio, sniffando in una risata che smuove una piccola ciocca dei miei capelli.

"Allora lascia che ti dimostri come sono cresciuta" imito il suo tono.

"E come?" domanda lui, alzando un sopracciglio come se volesse sfidarmi.

"Preparando la colazione" rispondo con semplicità, infilando una maglietta prima di scendere dal letto.

"Ehi! Quella è la mia maglia" mi ammonisce lui, fintamente annoiato.

"Lo so" affermo e, senza guardarmi indietro, esco dalla camera e scendo fino al primo piano velocemente, addentrandomi poi nella grande cucina che mi complimento aver trovato con tanta velocità.
Visto che non so come orientarmi, decido di aprire prima di tutto il frigorifero, che si rivela essere pieno zeppo di cose.
Per le sporadiche volte che mi è capitato di cucinare -la maggior parte di esse mi limito a fissare Donna, oppure mamma- so che ingredienti servono per preparare dei pancakes. Perciò, decido di optare per questi ultimi, gli unici in cui sono sicura di non poter fallire.
Dunque, prendo ciò che mi serve per farli, comprese delle ciotole e utensili che, dopo un po' di tempo a cercare, trovo.

"Devo chiamare i pompieri?" chiede la sua voce, deridendomi.

"Ha ha ha. Che simpatico" alzo gli occhi al cielo, mentre sono occupata a mescolare l'impasto con un cucchiaio in legno.
Poi, mi dirigo verso i fornelli e, dandogli le spalle, incomincio a disporre sulla pentola bollente piccole dosi dell'impasto. Tuttavia, vengo subito distolta da ciò che sto facendo, perché Harry mi si avvicina, soffiando il sul mio collo.

"Mi piace che indossi le mie cose" dice, aspirando il mio profumo. Io tento in tutti i modi di mantenere il controllo e concentrarmi sui pancakes, ma mi risulta a dir poco difficile.

"Specialmente quando sono bianche, perché sanno essere incredibilmente trasparenti" aggiunge. Le sue parole non fanno altro che suscitare il mio stupore per l'ennesima volta da stamattina e questa è una di quelle.

"Ehm, ehm" mi schiarisco la gola, in modo che lui possa capire che è abbastanza e che deve allontanarsi, ma invece non lo fa; anzi, si avvicina ancora più prepotentemente a me.
Così, passo al lato B e gli calpesto con tutta la forza che possiedo il piede: lui emette un piccolo lamento, ma alla fine si allontana (probabilmente chiedendosi come mi sia venuto in mente di fare una cosa del genere).

"Lasciami finire" gli ordino, tornando a cucinare tranquillamente la colazione.
Una volta pronta, la porto al tavolo al quale Harry è seduto e mi osserva arrivare. Ho appena il tempo di sedermi che dal mio telefono proviene una notifica. Subito lo agguanto, credendo che il messaggio possa essere di mia madre, invece, proviene da Sam.

Always made in the am - h.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora