"Chiamami" gli dico a bassa voce.
"Chiamami quando ne hai bisogno è se lo desideri" mormoro al suo orecchio e lui mi cinge velocemente il corpo con le sue braccia forti.
"Lo farò" risponde, dandomi un leggero bacio sulla guancia e io quasi sono tentata di rimanere qui con lui, ma non posso. A Los Angeles ci sono delle cose che mi aspettano e lui è stata solo una sfumatura di questa estate che si è anche dilungata troppo, ma che ricorderò a lungo.
"Shan, sbrigati!" urla Sam che già si trova sulle scalette del jet che ci è stato 'prestato' per ritornare a casa, nonostante io gli avessi detto che non era assolutamente un problema tornare con un normalissimo volo di linea.
"Arrivo" dico, facendole un cenno d'assenso. Strano che accada questa cosa, di solito avviene sempre il contrario: sono sempre io, tutte le volte, a dirle di allontanarsi da loro.
'Sei sciocca' interviene il mio subconscio. Lo so, ha ragione, ma adesso non mi importa di esserlo.
"Ciao" gli sorrido, scrollandomi lentamente le sue braccia di dosso.
Poi, vado verso Niall, Louis e Liam per abbracciarli tutti e salutarli prima di salire la scaletta."È arrivato il momento" Sam mi riporta alla realtà.
Per l'ultima volta ci voltiamo verso la pista d'atterraggio dove i quattro ragazzi sono uno vicino all'altro e ci guardano mentre ce ne andiamo.
Di nuovo il mio sguardo cade in quei magnetici occhi verdi e lui alza una mano in ulteriore segno di saluto, a cui io rispondo alzando la mia prima che l'hostess ci inviti ad entrare.Accolgo con piacere l'aria calda che si respira in questa cabina e mi dirigo verso le comode poltrone. Sorrido quando noto un oggetto ingombrante occupare uno dei sedili e mi ci avvicino fino a vedere l'enorme peluche che Harry ha vinto al luna park.
Quasi lo stavo dimenticando in albergo stamattina ed è un gesto così dolce che lui se ne sia ricordato."E adesso?" sospiro quando sono sprofondata nel mio sedile, stringendo forte a me il pupazzo quando l'aereo prende quota.
'E adesso ti aspettano sei lunghe ore di viaggio' è, ancora una volta, il mio subconscio a parlare. E sì, ha ragione, ma io non mi riferisco certo a questo.
...
"Sam, siamo arrivate" scuoto la ragazza che sta dormendo a bocca aperta, sicuramente per la comodità dei sedili nei quali è quasi distesa. Alza una mano nella mia direzione e la scuote, come per intendere che non vuole essere svegliata.
"Su, Sam..." cerco ancora di svegliarla, ma lei emette un verso di lamento. Le scatterei una foto in questo momento e la manderei al suo ragazzo, Matt, se non fosse che è la mia migliore amica.
Ma poi, come se mi avesse letto nel pensiero, si alza infastidita e si dirige traballante verso l'uscita."Tu lo sai che da qui non si torna più indietro? Lo sai che adesso incomincerà solamente l'ascesa verso il maledetto college?" sbuffa, mentre continua a scendere, quasi urlante, la scaletta. Io mi limito a darle ragione con un'espressione consapevole, tenendo stretto fra le braccia il mio enorme teddy bear che mi da qualche problema nel poggiare nella maniera corretta i piedi sui piccoli gradini in ferro.
Un'auto nera ci aspetta vicino la pista di atterraggio e l'autista ci apre la portiera mentre altri aiutanti portano le nostre valige direttamente nel portabagagli del veicolo."Proprio qui dovevi metterlo?" sospira Sam in tono infastidito, alludendo al peluche che ho messo fra il piccolo spazio che ci divide, tenendoci così abbastanza strette.
"Non ho intenzione di metterlo altrove" rispondo. Mi sa che questo caro essere inanimato prenderà posto con me nel mio letto questa notte e forse anche quelle successive.
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Always made in the am - h.s.
Fanfiction"Ti paga...Ti paga per essere la sua puttana?" [...]Quanto avrei voluto fosse per sempre, ma sapevo sarebbe stato impossibile. Lei non lo voleva, ne ero sicuro: c'erano troppo alti e bassi ai quali m'illudevo potesse ancora resistere. Ero io quello...