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Mi svegliai con il fastidioso suono del telefonino che squilla. Lo presi a tentoni dal comodino e risposi ancora assonnata.

«Oddio, Ad, mi sono spaventato. Ho visto la chiamata persa di ieri e sono andato a casa tua. Zayn mi ha detto che avevi passato la notte fuori. Devo dire che per quanto tuo marito sia una bastardo, non ha dormito tutta la notte e ti ha chiamata cento volte, ma non rispondevi. Allora mi sono preoccupato. Ho chiamato l'ospedale per sapere se ti eri fatta male. Ho chiamato i tuoi senza specificare il motivo solo per controllare che non stessi lì. Non riuscivo a rintracciarti! Pensavo che fossi stata rapita, o violentata, o peggio uccisa! Oddio, credo che mi verrà un infarto a breve. Sto parlando e camminando troppo velocemente. Okay, mi calmo.» disse di corsa rendendomi difficile seguire il filo del discorso.

«Mr. Payne mi ha accompagnata in albergo. Ho dormito qui. Avevo attivato il silenzioso per le chiamate di Zayn e alle tue non ho risposto probabilmente perché dormivo troppo profondamente per sentirlo. Scusami, Haz, non volevo farti venire un infarto.» mi sedetti in mezzo al letto e mi stropicciai gli occhi.

«Oh, figurati, so che sei una stronza.» mi rassicurò.

«Piuttosto, cosa è successo con Zayn? Sai quanto lo odio, ma sembrava davvero sconvolto. Gli hai detto di Mr. Sexy?» mi chiese e mi sentii costretta a raccontargli tutto per filo e per segno.

«Oddio che stronzo Malik.» sbottò, «E che stronzo Payne. Dio, tesoro, smettila di frequentare questo tipo di uomini. Finirai per farti uscire le rughe.» disse, inorridito al solo pensiero.
Sorrisi. Per questo era il mio migliore amico, anche quando succedeva qualcosa di disastroso, mi faceva ridere invece che incoragiarmi a piangere.

«Harry mi si sta scaricando il telefonino, potresti avvisare Zayn che sono viva senza specificare dove mi trovo? Ho un appuntamento a breve con l'avvocato.» gli chiesi e lui mi rassicurò che ci avrebbe pensato lui.

Finita la chiamata, mi feci una doccia veloce.
Infilai l'accappatoio e mi asciugai i capelli preparandomi per l'appuntamento.

Improvvisamente quando stavo per vestirmi, bussarono alla porta.

«Chi è?» chiesi avvicinandomi.

«Sono io.» rispose e riconobbi la voce. Che ci faceva qui? Aprii la porta e lo trovai come sempre in abito elegante, ma questa volta aveva in mano quattro buste di negozi femminili.

Lo feci entrare e chiusi la porta.

«Che ci fa lei qui?» chiesi, ancora innervosita per quello che era successo la sera prima.

«Sono venuto a portarle dei vestiti puliti.» mi sorrise, smagliante.

«Non ce n'era bisogno, potevo benissimo tornare a casa a prenderne dei miei.» incrociai le braccia al petto e lui posò le buste sul letto.

«Per favore, Miss Miller, sappiamo bene entrambi che non vuole tornare in quella casa.» alzò un sopracciglio e, beh, aveva ragione.

Sbuffai e mi avvicinai agli acquisti.
Una busta era di Victoria's Secret e fu la prima che aprii.

All'interno vi era un completo reggiseno e perizoma, entrambi bianchi e con molte trasparenze e decorazioni in pizzo.

«Non le sembra inappropriato comprare dell'intimo sexy ad una cliente?» presi tra le dita il perizoma e glielo mostrai.

«Credo che la cosa più inappropriata sia levare il perizoma alla mia cliente, ma ormai il gioco è fatto.» ghignò.

«Per fortuna oggi non indosso niente sotto l'accappatoio.» sorrisi anche io, provocatoria, e lui cambiò sguardo.

Aprii poi la busta della Versace trovandoci un bellissimo tubino. Uno della nuova collezione. Mi trattenni dall'urlare.

In seguito vidi la borsa, Louis Vuitton.

E infine le scarpe, Armani.

Dio, aveva speso sicuro un sacco di soldi.

«Quanto le devo?» domandai prendendo la borsa.

«Oh, no, Miss Miller. È un mio regalo.» affermò togliendomi la borsa di mano.

«Non posso accettare.» scossi la testa, convinta. Neanche mio marito mi faceva regali così costosi.

«Invece sì, perché non vedo l'ora di vederla con questi vestiti.» sorrise e si avvicinò a me, in tutta la sua bellezza. «E toglierleli di dosso.» sussurrò al mio orecchio. Mi venne la pelle d'oca.

«Mi spiace, ma questo potrebbe non giovare alla sua reputazione. Che peccato. Non vedevo l'ora di mostrarle il completino nuovo.» sorrisi, nel modo più stronzo che conoscessi.

«Basterebbe fare silenzio.» mi baciò il collo.

«Peccato che io sia una persona rumorosa. Mi piace urlare, gemere forte, ansimare.» sussurrai provocante e lui mi strinse la vita.

«Vediamo se riuscirò a zittirla.» mi spinse contro il muro e mi baciò con insistenza. Voleva la guerra? E guerra avrebbe avuto. Nessuno poteva approfittarsene di Addison Miller senza poi subirne le conseguenze.

Ricambia il bacio e gli permisi di infilare la mano sotto all'accappatoio.
Mi afferrò la coscia e la sollevò intorno al suo bacino.
Gli slacciai la cintura e aprii il pantalone per poi cacciare il suo membro. Iniziai a fare su e giù con la mano, lui era estasiato e continuava a gemere. Prese il mio seno in una mano e lo palpò.
Io continuai il mio lavoro per poi fermarmi quando era al punto di un orgasmo.

«Mi spiace, Mr. Payne, ma sono una donna sposata, non dovrei fare certe cose.» dissi fingendomi dispiaciuta.

«Lei è una grandissima stronza, lo sa questo?» ansimò innervosito, ma allo stesso tempo divertito dal mio atteggiamento.

«Ops.» mi appoggiai la mano sulla bocca.
Scosse la testa, sorridendo, lasciandomi allontanare da lui.

Gli diedi le spalle e avanzai verso il letto.

«Sa, è un vero peccato, purtroppo lei è il mio avvocato e io ho un marito a casa che mi aspetta. Non si può continuare, cosa ne sarebbe della nostra reputazione?» sospirai affranta. Sentii i suoi passi dietro di me e poi il suo fiato sul collo.

«Non faccia la preziosa, Miss Miller. Posso sentire quanto è bagnata senza neanche doverla toccare.» sussurrò con voce profonda al mio orecchio. Trattenni il fiato.

«Vorrà dire che mi accontenterò. Sono abituata a dovermi soddisfare da sola.» dissi, provocante e sentii la sua erezione contro la schiena.

Con un atto veloce mi slacciò l'accappatoio e me lo tolse.
Mi accarezzò tutto il corpo, soffermandosi sui miei seni e in seguito sul mio sesso.
Ansimai, cercando fiato.

«So quanto le piace tutto questo. Ama essere una moglie infedele che si sbatte il suo avvocato, non è vero?» spinse il bacino contro il mio sedere, gemetti.

«Mr. Payne, se mio marito sapesse di quello che sta facendo, sarebbe un uomo morto, lo sa?» lo ricattai.

«Per questo lei non dirà niente, perché per quanto le piace toccarsi...» mi leccò il collo e mi accarezzò il sesso. «Ama farsi toccare da me.» mi stuzzichò e mi scappò un gemito.

Quando sembrava che stesse per darmi piacere, si staccò lasciandomi senza fiato.
Mi voltai verso di lui, che iniziò a chiudersi i pantaloni.

«La aspetto alla reception per andare al mio studio.» disse e si aggiustò la camicia e i capelli. Fece per andare, ma poi tornò indietro.
Si avvicinò tanto da poter respirare i suoi sospiri.

«Ah, e ricordi, Miss Miller, io ottengo sempre quello che voglio.» sorrise, sicuro di sè. Beh, non sapeva con chi stava parlando.

«Le dico una cosa, Mr. Payne. Questa, » indicai la mia vagina, «Non l'avrà più, per quanto la desideri.» sorrisi anche io, per niente intimorita dal suo sguardo forte e prepotente.

Ah, Liam Payne, qualcosa mi dice che ha trovato qualcuno più intraprendente di lei.

Fatal [L.P.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora