Younger.

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Liam propose di farmi preparare qualcosa da mangiare da lui, a suo parere era uno chef pluristellato quando si trattava della colazione.
Lo lasciai fare e restai seduta fuori al terrazzo aspettando.
Il telefono mi squillò per due volte e feci finta di non sentirlo. Non avevo voglia di parlare con nessuno.
Fumai un'altra sigaretta mentre Londra sembrava più viva che mai.
Era una bella giornata stranamente e il sole era piacevole da sentire sulla pelle.
Alzai il volto verso il cielo e lo accolsi ad occhi chiusi.
Era rilassante.

«Non si addormenti di nuovo Miss Miller, la colazione è pronta.» esclamò portando con sè un vassoio che poggiò sul tavolo.

«Allora, abbiamo due caffè amari, un paio di toast bruciacchiati, marmellata e quelli che sembrano pancakes.» disse indicando ogni alimento.
Mi scappò una risata.

«Okay forse ti conviene prendere solo il caffè.» sorrise e si sedette difronte a me.

«Mi aspettavo una colazione con i cibi più raffinati e ben cucinati del mondo. Cosa è successo? Lo chef non era in vena oggi?» lo presi in giro mentre afferravo la tazza di caffè.

Prese un sorso e mi guardò oltre la tazza.

«Scherza pure, intanto ho preparato il caffè più buono del mondo.» sorrise e io alzai gli occhi al cielo.
Lo guardai mentre prendeva un pezzo di toast e se lo portava alle labbra. Sembrava sempre così spensierato, sicuro di sé, senza problemi, senza legami. Come faceva? Eppure era stato innamorato, come aveva smesso di dare retta ai propri sentimenti?

«Cosa stai pensando?» mi chiese senza smettere di grattare via la parte bruciata del toast.

«Cosa è successo con il tuo ultimo amore? Perché adesso pensi sia meglio stare soli?» alla mia domanda si irrigidì un po'. Lo metteva a disagio parlare di lei, me ne ero resa conta già l'ultima volta.

«Te l'ho detto. La vita ci ha separati. Ognuno aveva le proprie esigenze e queste non corrispondevano. A volte non basta amarsi.» spiegò senza guardarmi in volto.

«Vorrei sapere il vero motivo adesso.» incalzai e gli scappò un sorriso.

«L'ho lasciata perché non pensavo volesse avere una vita così. Non era più felice con me, vedevo in lei mia madre, costretta a rimanere con un uomo che ormai non amava più. Io non ero più lo stesso, ero e sono un uomo diverso. Non fraintendermi, non ho mai tradito la mia ragazza, ma se proprio vogliamo dirlo in questo modo, la mia amante era il mio lavoro. Il clima non era più lo stesso, c'era silenzio e spazio tra di noi. Lei non aveva il coraggio di lasciarmi anche se ormai amava un altro uomo, quindi l'ho lasciata andare.» restai a guardarlo senza avere parole da dire. Vedevo Zayn in lui, nella sua storia, ma allo stesso tempo vedevo il suo opposto. Entrambi erano cambiati a causa del lavoro, ma avevano reagito in modo differente. Liam era rimasto fedele, Zayn no.
Liam si era accorto della tristezza della sua donna, Zayn no.
Liam aveva lasciato andare la sua metà per vederla felice, Zayn mi voleva legare a lui in tutti i modi.
Erano simili e diversi allo stesso tempo.
E questo mi faceva girare la testa.

«Oh, ti fa onore.» mi venne da dire. Lui alzò lo sguardo e mi sorrise. Chissà se nel suo cuore non amasse ancora quella donna. Aveva ancora una foto con lei nel salotto o almeno pensavo fosse lei, per come la guardava e le sorrideva. Non doveva essere facile lasciar andare così una persona che ami.

«Tengo ancora a lei, se te lo stai chiedendo, ma l'amore ormai non è un sentimento che provo da tanti anni.» beh me l'ero chiesto e come.

«Adesso ti lascio bere il tuo caffè prima che si freddi.» prese a morsi il toast e io sorseggiai la mia colazione.

Una volta finito mi feci una doccia e lo raggiunsi in salotto. Era seduto sul divano e faceva zapping con il telecomando.

«È così che passi le tue domeniche?» lo punzecchiai sedendomi accanto a lui.

Fatal [L.P.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora