Horrible.

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Chiamai un taxi e per tutto il tragitto verso l'albergo non smisi di pensare a Liam.
Ultimamente solo quando stavo con lui mi sentivo bene, leggera.
Ieri aveva passato con me uno dei momenti più brutti della mia vita e mi aveva supportata senza avere nessuno motivo per farlo.
Lo avevo fatto semplicemente perché lo aveva voluto.
E questo significava molto.
Ero consapevole che quello che stava nascendo tra di noi era più forte di quanto avrebbe dovuto, ma non potevo semplicemente allontanarmi da lui. Non ci riuscivo.

Con la testa ancora incasinata, entrai in albergo, presi l'ascensore ed arrivai alla mia stanza.
Aprii la porta e sentii uno strano profumo maschile.
Mi girai, confusa, e vidi Zayn seduto sul mio letto intento a fissarmi.
Sobbalzai e mi portai una mano al petto. Non me lo aspettavo per niente.
Cosa diavolo ci faceva qui? E come aveva fatto ad entrare?

«Zayn che diamine ci fai qui? Chi ti ha fatto entrare?» urlai e lui si alzò. Era vestito come ogni giorno per andare a lavoro, però i suoi capelli erano più disordinati e la sua barba incolta.

«Sono ancora tuo marito, ho detto che volevo farti una sorpresa e mi hanno dato la chiave.» spiegò e si avvicinò.

«Devi andartene. Adesso non è il momento di parlare.» lo avvertii scansandolo e posando il cappotto e la borsa sulla sedia.

«E quando lo sarà, Addison? Te ne sei andata e non ti sei fatta più viva. Hai bloccato il mio numero di cellulare, non sei tornata più a casa. Pensavo stessi a casa di Harry, ma non stavi neanche lì. Ho chiamato tutti gli alberghi più o meno vicini casa e finalmente, quando ho trovato quello giusto, sono venuto.» camminai avanti e indietro senza avere la forza di guardarlo in faccia. Un po' perché ero ancora disgustata da lui, un po' perché avevo paura di cedere.

«Addison, ti prego, ascoltami.» mi raggiunse e mi prese i polsi. Io mi staccai dalla sua presa, ma rimasi ferma davanti a lui, ascoltandolo.

«Sono stato un pessimo marito, un pessimo amico, una pessima persona. Lo so, so gli errori che ho compiuto, ma so anche l'unica cosa giusta che ho fatto è stata sposarti. Senza di te io non sono niente. Possono togliermi tutto, i soldi, la fama, il potere, la dignità, ma se mi tolgono te, io non sopravvivo. Questi pochi giorni separati sono stati orribili. Ti prego, Addison, credimi. Sarò uno stronzo, un bastardo, un puttaniere, un infedele, ma ti amo. Ti amo davvero.» lo guardai e vidi la speranza navigare nei suoi occhi umidi.
Mi prese le mani e intrecciò le nostre dita. Aveva ancora la fede all'anulare.

«Lo so che infondo mi ami anche tu, proprio come cinque anni fa. Siamo sempre gli stessi, Ad.» mi accarezzò il dorso della mano, ma il suo tocco non mi procurava più le stesse sensazioni di prima. Noi non eravamo più gli stessi e probabilmente non lo saremmo mai più stati. Lo avevo amato, con tutto il mio cuore, ma adesso le mie emozioni non erano le stesse.
Lo capivo da come le sue mani intrecciate alle mie non mi provocavano più un nodo allo stomaco, da come i suoi occhi cerbiatto non mi intenerivano più, da come le sue labbra non mi attiravano più come calamite.
Era tutto diverso.
Mi aveva delusa troppe volte e ogni volta che lo guardavo ricordavo le cose orribili che mi aveva fatto.

«Zayn, forse ti amo ancora, forse no, ma il punto non è questo. Il punto è che non siamo più gli stessi come tu pensi. Siamo cresciuti, siamo cambiati. Non saprei se in meglio o peggio, ma è così. Io non posso perdonarti più. Una parte di me vorrebbe poterlo fare, perché tu sei stato il mio primo vero amore, quello che pensavo durasse per sempre. Però devo rispettare anche me stessa.» provai a fargli capire mentre la sua fronte si corrucciava, non era di certo la risposta che si aspettava.

«Addison, dammi un'altra chance. Non mandiamo all'aria questi cinque anni passati insieme. Posso ancora renderti felice, credimi.» mi pregava, cercando sempre più un contatto.

Fatal [L.P.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora