Problem.

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«Addison, abbiamo un problema. Zayn ha scoperto che non sono con te e adesso è una furia. Torna a casa e trovati una scusa. Mi dispiace tanto, tesoro, vorrei poter fare di più.» Harry era totalmente nel panico e ormai lo ero anche io. Cosa avrei fatto adesso?

«Non ti preoccupare, grazie lo stesso.» lo congedai e attaccai il telefono.
Le mani mi tremavano.

«Devo andare.» balbettai con il cervello in pappa. Che scusa potevo inventare?

Presi la borsa e andai verso l'attaccapanni per prendere la giacca.

«Aspetta, non andare così.» era passato di nuovo al tu, ma quasi non ci feci caso.

«Mi dispiace, ma ho un problema.» infilai la giacca di corsa senza avere il coraggio di guardarlo.

«Addison, che succede? Posso aiutati?» provava a capirci qualcosa, ma io ero completamente da un'altra parte.

«Probabilmente mio marito sa che ora sto qui con lei e questo non giova a nessuno di noi. Sarà meglio che vada a casa per controllare se posso salvare la situazione.» spiegai.

«Voglio accompagnarti, almeno vicino casa. Non sai tuo marito come potrebbe reagire.» mi bloccó il polso e io sbattei le palpebre, confusa.
Non era da me farmi prendere dal panico in questo modo.

«No, potrebbe essere in giro, potrebbe vederla. Per favore, mi lasci andare.» provai a staccarmi dalla sua presa.

«Ti chiamo un taxi almeno. Addison, devi calmarti.» mi guardò dritto negli occhi e io provai a respirare lentamente. Aveva ragione, dovevo smetterla di essere così agitata. Tutto questo avrebbe solo insospettito ancora di più Zayn.

«Okay.» annuii e lui sembrò tranquillizzarsi un po'.
Prese il telefono e chiamò un taxi, poi lo aspettammo vicino alla porta, agitati.

Io continuavo a pensare ad una scusa plausibile, la mia mente vagava alla ricerca di una soluzione.
La mia concentrazione però veniva meno ogni volta che Liam Payne mi guardava.

Il mio telefonino squillò altre quattro volte e io continuai a non rispondere. Non ero pronta.

Dopo dieci minuti arrivò il taxi e il mio cuore iniziò a pompare velocemente.

«Okay, allora...grazie per la serata. Devo andare.» dissi, nervosa.

«Addison.» mi prese nuovamente il polso. «Mandami un messaggio per dirmi come è andata. Nel caso si metta male, vieni da me. Sono il tuo avvocato e devo difenderti.» mi raccomandò e ne fui grata.

«Grazie.» accennai un sorriso nervoso e poi me ne andai, tornando alla cruda realtà:

Io ero sposata con un uomo infedele, ma che amavo e Liam Payne era solo il mio avvocato.

Il viaggio in taxi fu una tortura, ma almeno ebbi il tempo di trovare una scusa.
In ogni caso, quando mi trovai davanti alla porta di casa, avrei voluto soltato essere di nuovo nel salotto di Liam Payne con la musica jazz in sottofondo.

Presi un grosso respiro, mi feci forza e aprii la porta.

«Zayn, sono a casa.» dissi provando ad essere il più naturale possibile.

Dopo poco sentii i passi svelti di mio marito giù per le scale.
Quando mi vide i suoi occhi sembravano due carboni ardenti, era furioso.

«Dove eri?!» urlò adirato. Provai a rimanere calma.

«Lo sai.» balbettai fingendo di non aver avuto una soffiata da Harry.

«No, non lo so! Harry era in un bar, senza di te. L'ho visto con i miei occhi, Addison!» gridò ancora più forte, le vene del collo erano ingrossate. Riordinai i pensieri nella mia mente e mi preparai a rispondere.

«Okay, è vero, non ero con Harry. Sono andata a fare un giro da sola, per schiarirmi le idee.» risposi sospirando.

«Quali idee?» era ancora incazzato.

«Le idee su di noi, sul nostro matrimonio, su...l'avere un figlio.» dissi con gli occhi lucidi. Cazzo, quanto odiavo fare queste scenette. «Avevo paura di essere ferita nuovamente da te, ma io ti amo, Zaynnie, e io voglio un figlio da te. Tu cosa ne pensi? Lo vuoi ancora?» continuai e sentii un nodo allo stomaco. Era la bugia peggiore che io avessi mai detto.

Mi guardò confuso, si passò una mano tra i capelli e smise di guardarmi.

Forse ero riuscita a calmarlo.
Forse se l'era bevuta.

«Certo che lo voglio, Addy.» poi disse con un sorriso enorme sul volto. Mi fece così male.

«Dio, Ad, lo voglio da morire.» mi prese e mi strinse forte al suo petto. Non mi ero mai sentita così in colpa in vita mia. Le lacrime scesero senza controllo e le odiai una ad una.
Ero caduta davvero in basso.

Mi prese il volto tra le mani e mi asciugò le guance.

«Non piangere, tesoro, è tutto okay. Lo voglio anche io, davvero. Facciamolo, facciamo, Addy.» mi baciò più e più volte.
Mi fecero male come tanti piccoli spilli.
Mi sforzai in un sorriso falso quanto la mia serata solitaria.

«Mi dispiace, avrei dovuto dirti che non ero con Harry.» mi morsi il labbro.

«Non fa niente. Non sai quanto sono felice adesso. Pensavo che ormai fosse un pensiero da rimuovere e invece...dio, Ad, mi rendi l'uomo più felice del mondo.» perché parlava come se lo avesse sempre voluto e io non glielo avessi concesso? Perché parlava come se lui fosse stato sempre nel giusto?

Addison, calmati.
Oggi sei tu nel torto, non fare scenate.

«Anche io sono felice.» mi sforzai di sembrarlo e lui mi strinse di nuovo forte tra le sue braccia.

«Direi di provarci subito, no?» mi baciò prima di sentire una risposta e mi prese in braccio.
Tutto questo entusiasmo mi spiazzò.
Lui non li aveva mai voluti.
Che fosse cambiato davvero?
Che volesse davvero una famiglia con me?

Con ancora mille interrogativi in testa e sensi di colpa, feci l'amore con mio marito.
Lasciai che mi prendesse di nuovo, interamente, completamente, immensamente come era sempre riuscito a fare, afferrando ogni pezzo di me.

Quando si addormentò con me tra le sue braccia l'unica cosa che riuscii a fare fu pensare a Liam Payne.
Al suo sorriso di quella sera, il suo modo goffo di cucinare, la sensazione di protezione tra le sue braccia...
E questa volta non fui felice della mia debolezza, perché era stata quella a spingermi ad aprirmi a un uomo che non era mio marito.

L'unico uomo nella vita doveva essere Zayn Malik e forse, chissà, un probabile figlio maschio.

Io volevo una famiglia e adesso finalmente Zayn voleva darmela.
Finalmente era tutto come lo avevo sempre voluto, eppure niente mi aveva reso felice quanto ballare una canzone jazz nel salone del mio avvocato.

Cosa c'era di sbagliato in me?

Cosa volevo ancora?

Cosa pretendevo?

Zayn adesso era con me, era il marito presente che avevo sempre bramato e desideroso di una famiglia come me.

E allora perché nel cuore della notte pensavo al mio avvocato?

Perché avevo voglia di andare da lui?

Perché non riuscivo ad essere felice qui?

Fatal [L.P.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora