Run.

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Passai una settimana andando avanti e indietro da casa di Harry alla stanza d' albergo. Non gli avevo detto niente di Zayn e della sua scenata, ma qualcosa aveva intuito, soprattutto perché avevo ancora i segni violacei sul collo lasciati dalle sue dita.
All'inizio mi bombardava di domande, poi capì che non ero pronta a parlarne e semplicemente passammo le giornate a preparare il matrimonio.
Si volevano sposare il prima possibile e io li stavo aiutando con i preparativi.
Louis era sempre impegnato a causa del lavoro ed io sapevo bene cosa provava Harry quando lo aspettava fino a tardi sveglio.

Avevamo già deciso il locale, gli inviti e le bomboniere.
Erano tutte cose che lui avrebbe voluto fare con Louis e sicuramente anche quest'ultimo avrebbe voluto partecipare, ma alla fine si arrese alla realtà e decise tutto da solo seguendo qualche mio consiglio.

«Sicura di non voler niente?» mi chiese per la centesima volta. Era ora di pranzo e stava mangiando un tramezzino, ma erano giorni che non avevo fame. Non riuscivo proprio a mandar giù niente.

«Sicurissima.» lo rassicurai, ma lui era ancora preoccupato, lo capivo dalla fronte aggrottata.

«Tesoro, quello che dovrebbe essere a dieta per il matrimonio sono io. Che c'è che non va?» mi prese la mano, ma io evitai il suo sguardo.

Non vedevo Liam dall'ultimo litigio, ecco cosa non andava.
Non mi ero fatta viva perché mi sentivo troppo in colpa e anche perché ero troppo orgogliosa per tornare.
Sparendo in questo modo gli stavo facendo credere che volevo tornare con Zayn, cosa che invece non volevo per niente. Non adesso.
Mille volte stavo per mandargli un messaggio o chiamarlo nel cuore della notte, ma non riuscivo.
Ero stata orribile con lui, con che faccia mi ripresentavo?
Sopratutto come facevo a ripresentarmi con questi lividi ancora addosso che gli dimostravano quanto avevo torto?
La verità era che senza di lui mi sentivo peggio del solito.
Se solo non avessi rovinato tutto come al solito, adesso sarei stata molto meglio e avrei avuto ancora lui.
Come avvocato, come amico, come confidente, come qualsiasi cosa era stato fino a quel momento.

«È tutto okay, Harry. Sono solo un po' soprappensiero ultimamente.» alzai le spalle e mi morsi l'interno guancia.

«Scommetto che c'entrano qualcosa questi.» con le dita fece per avvicinarsi ai miei lividi, ma io spinsi via la sua mano.

«Non sono niente, tranquillo.» sono solo la manifestazione dei miei errori.

«Addison, è una settimana che faccio finta di niente. È arrivato il momento di dirmi la verità. È stato Zayn? O Liam? Sei stata aggredita per strada? Dammi una risposta perché non ce la faccio più.» sospirai e trattenni le lacrime prima che mi rigassero le guance.

«È stato Zayn. È venuto in albergo, voleva che tornassi con lui. Io l'ho rifiutato e ha dato di matto. Poi ha notato i test di gravidanza e non ci ha visto più. Mi ha chiesto scusa, ma io l'ho cacciato fuori.» alla fine alcune lacrime sfuggirono, ma le asciugai di fretta. Non avevo voglia di parlarne ancora, volevo cambiare discorso.

«Oddio, ma è orribile. Gesù, Addison, devi divorziare il prima possibile. Ti giuro che quando lo vedo gli spacco la faccia. Che bastardo figlio di puttana. Pensare che mi aveva fatto pure pena.» diede in escandescenza, ma io scossi la testa e gli strinsi la mano, provando a calmarlo. Non volevo incasinarlo ancora di più. Erano i miei problemi, non i suoi.

«Per favore, Harry, fai finta che non ti abbia detto niente, okay? Ci manca solo una rissa tra te e Zayn.» lo pregai e lui respirò lentamente, provando a calmarsi.

«Ne hai parlato con il tuo avvocato?» ecco, questo era un altro problema.

«Ho avuto diciamo un litigio con Liam. È una settimana che non lo vedo ne sento.» ammisi e lui sospirò.

Fatal [L.P.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora