The second choice.

352 19 0
                                        

Louis ed Harry fecero pace ed io ero davvero al settimo cielo per loro, promisi ad entrambi che io e Zayn non avremmo mai più creato intoppi nella loro storia e mi stavo davvero impegnando a mantenere la promessa.
Io e Liam continuavamo a vederci, per lavoro e non. Spesso la pausa pranzo la passava nella mia camera d'albergo a mangiare e fare sesso.
Ci piaceva trascorrere il tempo insieme e più volte cenai a casa sua e rimasi anche a dormire.
Mi faceva stare bene e mi faceva sentire più leggera.

Intanto l' organizzazione del matrimonio di Harry e Louis andò avanti e di pari passo procedette il mio divorzio.
Ci fu il primo incontro in tribunale ed ero nervosa come non mai.
Liam al contrario era così sicuro di sé mentre discuteva con l'avvocato di Zayn.
Per tutto il tempo il mio futuro ex marito mi fissò. Il suo sguardo era strano e mi metteva i brividi. Non riconoscevo più l'uomo che avevo davanti e questo mi turbava. Lo avevo mai conosciuto realmente? Forse non lo avrei mai capito.

Come previsto il divorzio non fu consenziente e come da protocollo avremmo dovuto passare cinque anni separati per poi ottenere il vero e proprio divorzio.
Era così strano essere arrivati a quel punto. Ero felice e malinconica allo stesso tempo, non sapevo spiegare cosa mi stesse accadendo dentro, ma di certo preferivo questo miscuglio di emozioni alla paura e la vergogna che mi aspettavano se fossi tornata a casa con Zayn.

«Adesso però basta.» disse Liam ridendo, levandomi la bottiglia di vino dalle mani. Eravamo a casa sua e stavamo bevendo vino seduti sul tappeto del salotto davanti al camino per festeggiare l'inizio della mia separazione.
Era quasi Natale e si avvicinava la data del matrimonio di Harry e Louis oltre che l'anniversario del mio. Coincidenza voleva che Harry e Louis si sposassero il giorno prima del nostro quinto anniversario. La cosa mi faceva ancora ridere.

«Come siamo seriosi oggi, avvocato.» lo presi in giro ed ero abbastanza brilla.

«In realtà volevo parlarti di una cosa, ma non voglio litigare.» si grattò dietro la nuca e non era un buon segno.

«Che c'è?» lo guardai negli occhi nocciola e provai a restare concentrata nonostante tutto l'alcol che avevo in circolo.

«Forse dovremmo rallentare un po'. Non fraintendermi, mi piace tutto questo, ma mi sto rendendo conto che sta diventando sempre più inopportuno il nostro rapporto. Sono comunque il tuo avvocato e adesso che le pratiche del divorzio sono cominciate sei ufficialmente una mia cliente.» mi sentii in imbarazzo. Abbassai lo sguardo e ripresi la bottiglia di vino per riempirmi un grosso bicchiere. Sentivo perfettamente il mio cuore andare in frantumi e non potevo fare niente per impedirlo. Stava accadendo di nuovo. Quando iniziavo ad essere felice ecco che arrivava la batosta. Forse ero destinata a soffrire, ad essere tradita dagli uomini a cui tenevo, ad essere sostituita da altre o altro.

«No, okay, hai ragione. Adesso che faremo? Dovrai darmi del lei di nuovo e guardarmi come se non mi avessi vista nuda?» ghignai appena per poi prendere un grande sorso dal calice. Stavo provando in ogni modo a non litigare con lui, ma mi era difficile. In pratica mi stava mollando.
Sentii un peso al petto.

«Addison, per favore. Sai che non lo farei mai se solo potessi scegliere.» disse e iniziavo ad avvertire un nodo alla gola che provai a sciogliere ingurgitando altro vino. Ero così arrabbiata.

«Certo, lo so. Che mi aspettavo? La carriera viene prima di tutto, viene sempre prima di me.» ironica la vita. Per la seconda volta un uomo si allontanava da me e mi usava per il lavoro.

«Addison, non fare così.» il suo sguardo dolce e infranto peggiorò solo le cose. Sentii le lacrime agli occhi e provai a trattenermi, ma ero così fottutamente ubriaca che non riuscivo a contenermi.

«No, hai ragione. Sapevamo che questo era un errore. Noi adesso siamo legati da un rapporto di lavoro e non possiamo continuare a far finta di niente.» alzai le spalle e bevvi ancora. Provavo ad annegare i dispiaceri, ma non stava funzionando poi così bene.

«Io ci tengo a te, credimi. Per questo ti sto chiedendo di allontanarci. Se vuoi farla pagare a tuo marito io sono il migliore avvocato che puoi avere, per questo non possiamo mandare tutto all'aria.» provò a prendermi la mano, ma mi scansai. Certo, lo faceva per me. Patetico.

«Mi vuoi far credere che non c'entri anche la tua reputazione? Non affibbiarmi tutte le colpe, Liam. Sei un avvocato di successo, uno dei migliori, e io ti potrei rovinare la carriera. Sarò anche ubriaca e ferita, ma non sono stupida.» mi morsi l'interno guancia per non piangere. Me ne dovevo andare prima di scoppiare in lacrime.
Provai a mettermi in piedi e trovai difficoltà a farlo. Lui si alzò prima di me e mi aiutò anche se non volevo lo facesse. Presi le scarpe e me le infilai sapendo che camminare con quei tacchi sarebbe stato impossibile. Ma io ero fatta così, facevo le cose anche se sapevo che sarebbero finite male.

«Dannazione.»imprecai. Sentii le lacrime scendere dai miei occhi e scorrere sul mio volto. Perfetto, stavo anche piangendo.
Brava, Addison, renditi sempre più ridicola.

«Addison, non devi andartene. Puoi restare qui stanotte, è tardi.» la sua compassione mi faceva venire da vomitare.

«Sai che c'è, Liam? Vaffanculo. Vaffanculo. Prima mi illudi, mi chiedi di capire ciò che voglio e fare una scelta. Poi quando ti dico che ciò che voglio sei tu, mi dici che non è opportuno. Dopo tutto questo ti aspetti anche che resti a dormire qui con te? Pensavo fossi più intelligente e meno stronzo di così.» gli urlai contro e per un attimo mi sentii meglio. Chi credeva di essere per trattarmi così?

«Non ho detto che non ti voglio, Addison. Ho detto che non è il momento giusto.» si avvicinò, ma non volevo lo facesse.

«Non è il momento giusto? Scherzi? Dovremmo aspettare cinque anni prima di poter riprendere quello che c'era tra di noi?» mi venne quasi da ridere.

«Ma di cosa stiamo parlando, Addison? Come faccio a decidere di andare contro il mio lavoro, la mia carriera, il mio futuro, se tu non sei neanche pronta ad ammettere che quello che c'è tra noi è una storia. Si, Addison, proprio così. Andare a letto insieme, passare il tempo insieme, ridere, giocare, ingelosirsi, confidarsi, fidarsi, tenerci all'altro, significa avere una storia. Cosa pensavi che fosse? Un' amicizia? Uno strano rapporto lavorativo? Chi è lo stupido adesso?» mi lasciò senza fiato. Forse non ero pronta a tutto questo, forse tutto sommato meritavo di essere sola o con un uomo che teneva più al lavoro e al potere che a me.

«Quindi mi stai lasciando.» strinsi i pugni mentre mi tremavano le labbra.

«Non ti sto lasciando.» aggrottò le sopracciglia.

«E allora cosa stiamo facendo? Ci stiamo prendendo una pausa di cinque anni?» dissi ironica e lui alzò gli occhi al cielo per poi passarsi le mani sul volto.

«Voglio che tu mi dica la verità. Avresti mai scelto di compromettere la tua carriera se io non fossi così incasinata e se fossimo ufficialmente una coppia?» avevo bisogno di saperlo. Volevo capire se il problema ero solo io o era lui a tenerci più al lavoro che a me.

Abbassò il capo e prese tempo.

A quel punto capii.

Anche se io lo avessi amato lui mi avrebbe lasciato, tutto il suo discorso sul mio poco coraggio di ammettere che stavamo insieme era solo un modo per pararsi il culo e non ammettere che per lui esiste solo il lavoro.

«Almeno adesso so che non avrebbe fatto la differenza. Hai ragione, ci siamo comportati come se fossimo una coppia, ma in realtà non lo siamo affatto. Sai perché? Perché quando si sta insieme si mette l'altro al primo posto, è l'unica cosa che vale, non importa più niente il lavoro, le altre donne, se stessi. Conta solo l'altro perché è quella persona la propria felicità. Ma diciamocela tutta, non terrai mai a me a tal punto da mettere in secondo piano la tua carriera. Beh, buona fortuna Mr. Payne.»  me ne andai senza volerlo neanche guardare un'ultima volta. Mi sentivo disgustata e delusa da lui. Infondo non ci aveva mai tenuto a me davvero. Avevo creduto troppo in lui, nella nostra relazione, in me stessa.
Nessun uomo mi voleva realmente, ero sempre stata la donna con cui giocare un po' senza impegnarsi.
Zayn mi aveva usata per il successo, Liam mi aveva lasciata per il successo.
Perché sceglievo sempre uomini così crudeli e ambiziosi?
Perché non riuscivo ad essere felice?
Ero destinata a restare sola e a soffrire.
Ormai non mi era rimasto più niente, era arrivato il momento di accettare la dura verità.

Fatal [L.P.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora