10 - Camille

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And now, I need to know is this real love
Or is it just madness keeping us afloat?
And when I look back at all the crazy fights we had
Like some kind of madness
Was taking control
-  Muse, Madness

Osservo imbambolata mio padre che, insieme ad un altro uomo, sta scaricando un mucchio di travi ed assi di legno e le stanno posizionando vicino alla scalinata rocciosa. Bronx, seduto al mio fianco, continua a fissare interdetto mio padre che prosegue tranquillamente a fare su è giù dal camion insieme al tizio con i pantaloni forse un po' troppo bassi: gli si vede mezzo culo. Fosse almeno un bel vedere...

«Papà...» ripeto per la milionesima volta, ma questo non ne vuole sapere di degnarmi della sua attenzione e continua imperterrito il lavoro. Sbuffo e incrocio le braccia sul petto spazientita.

Quindici minuti dopo vedo mio padre porgere all'uomo una banconota da venti dollari e dargli una pacca sulla spalla mentre si stringono la mano; l'uomo con il culo di fuori sale sul suo camion e lo osserviamo uscire dal vialetto di ghiaia per poi percorrere lo sterrato e sparire dietro la curva che porta sulla strada asfaltata.

«Bene» esulta mio padre battendosi le mani e, finalmente, degnandomi di un po' d'attenzione, «Papà» ripeto per l'ennesima volta da quando è arrivato, «si può sapere che diavolo stai combinando?» sbotto acida e infastidita. Odio quando intraprende uno dei suoi folli progetti senza avvisarmi di niente. Lui, in jeans e camicia grigia di flanella, i capelli arruffati e la barba sregolata, continua a fissarmi con un'insopportabile sorriso a trentadue denti che aumenta solo il mio nervosismo.

«Tu, mia cara signorina, hai proprio voglia di ammalarti» ignora la mia domanda indicandomi. Ora mi spiegate cosa diavolo c'è di male in un paio di pantaloncini e un maglione? «Papà ci sono ventitré gradi» sbotto dando più enfasi alle mie parole gesticolando con le mani. «Cosa diavolo ce ne facciamo di tutte queste assi e queste travi?» gli ripeto indicando la merce appena scaricata. Mio padre, in tutta risposta, apre le mani in senso circolare verso la piccola baia e inspira a pieni polmoni. I raggi del sole che tramonta alle nostre spalle, o almeno quei pochi che riescono a filtrare tra la vegetazione del bosco alle nostre spalle, colpiscono il pelo dell'acqua incendiandolo di meravigliose tonalità che vanno dall'arancione al rosso, con qualche chiazza blu qua e là. Un giorno devo ricordarmi di alzarmi a guardare l'alba.

Ah. Che battuta. Non ce la farò mai...

«Ho deciso che costruirò un pontile sull'acqua. E mi darò alla pesca ovviamente» annuncia e conclude mio padre eccitato gesticolando verso l'acqua. Oddio. Non ci posso credere; ma cosa diavolo ha messo nel caffè stamattina?

«Papà non sai nemmeno prendere in mano un martello che ti rompi tre dita e ti cavi un occhio, e pretendi di costruire un intero pontile? Ma tu lo sai almeno quanto è lungo un pontile?» gli domando esasperata

«Cosa vuoi che siano un paio di metri ragazzina?» un paio di metri? Oddio. Salvatemi.

«Papà ma sei impazzito? Hai speso un mucchio di soldi per della legna, degli attrezzi e un progetto che non concluderai mai!» gli urlo contro: conosco mio padre e non scherzavo sulla questione del martello. Papà è adatto a fare un solo tipo di lavoro: quello in ufficio, il che è abbastanza deprimente, ma dopo tutto ognuno è nato per impersonare qualcosa, no? Facciamogli fare l'avvocato strampalato che gli calza a pennello.

«Mi rincuora che la mia unica figlia abbia così tanta fiducia in me» recita portandosi le mani al petto fingendosi afflitto: oltre all'avvocato doveva fare anche l'attore mi sa. Sbuffo e incrocio nuovamente le braccia al petto agitando il capo in chiara disapprovazione, ma non so quanto gli possa interessare l'opinione di sua figlia.

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