***Nell'immagine di copertina Newport innevata. Ah sì, Newport esiste per davvero!! ;) ***
Alle sei e quarantacinque in punto mi alzo da letto con un sorriso da ebete stampato in faccia. Cerco di non fare rumori e movimenti bruschi per non svegliare Bronx ai miei piedi e sgattaiolo fuori dalla camera diretta verso il bagno con in mano il mio cambio di vestiti, e una volta chiusa la porta alle mie spalle vado immediatamente davanti all'enorme specchio del lavandino. Due occhioni grigi e vivaci mi salutano dandomi il "Buongiorno". Sorrido di rimando al mio riflesso e inizio a svestirmi in fretta e furia; ieri Evan ha promesso che mi avrebbe accompagnato a scuola oggi.
Apro il getto dell'acqua lasciandolo scorrere per qualche attimo e intanto che l'acqua si riscalda, inizio a sentirmi le guance accaldate. Scuoto il capo ridacchiando e mi infilo sotto al getto sentendo: i miei muscoli si rilassano immediatamente facendomi sospiro di piacere per il tepore dell'acqua. Mentre la schiuma scivola lungo il mio corpo, immagini di Evan che mi mordicchia il collo mentre facciamo l'amore sotto la doccia trapassano la mia mente procurandomi miriadi di brividi che si propagano per tutto il corpo. Sono totalmente, ciecamente e irrimediabilmente innamorata di quel ragazzo, ma guai a dirglielo; si monterebbe troppo la testa.
Dopo la nostra prima nottata d'amore gli ho raccontato della malattia di mia madre, rivelandogli così che è lei la nostra fonte di guai. È rimasto dapprima in silenzio, impassibile, al che ho iniziato a temere che non volesse più avere a che fare con me, ma poi mi ha sollevato le braccia, le ha esaminate attentamente in cerca di qualcosa, una ferita o una cicatrice forse. Mi ha tastato il viso e infine ha appoggiato la fronte sulla mia: «Adesso capisco perché ogni volta che dicevi qualcosa di stupido, o apparentemente idiota, mi chiedevi sempre se pensavo su tu fossi pazza» ha mormorato cupo, dopodiché mi ha semplicemente baciato tenendomi stretta ancor di più a sé. «Che brutta storia. Mi dispiace Camille, ma tu non sei lei... Insomma, non sei tua madre»
«Me lo auguro» ho sussurrato.
«Da quel che mi hai raccontato, ho l'impressione che tua madre ti amasse tantissimo».
Ed è così. I pochi ricordi che ho con mia madre, quelli a cui mi sono aggrappata con tutte le mie forze, sono tutti di giorni condivisi con una mamma dolce e affettuosa, che canticchiava e danzava per la casa; preparava torte e mi raccontava infinite storie. È stato semplicemente orribile crescere senza di lei. Nei primi tempi dormivo sempre abbracciata a mio padre perché mi mancava tantissimo e ogni volta che andava a trovarla gli chiedevo quando sarebbe tornata, ma papà scuoteva pesantemente la testa, si sedeva sulla poltrona del salotto di turno prendendomi tra le braccia e restavamo in silenzio per ore.
Una lacrima scivola lentamente sulla mia guancia, ma viene subito lavata dal getto dell'acqua e scrollo il capo cercando di pensare ad altro.
Quando entro in cucina il timer del forno segna le sette e venti precise e fresca di doccia avvolta dalla mia felpa bella pesante mi affretto a salutare papà. Ultimamente la neve ha deciso di imbiancare tutta Newport, ma non me ne lamento più di tanto: guardare i candidi fiocchi che cadono sul pelo del mare accoccolata al petto di Evan, seduti sul divano, con il termosifone per ricchi acceso è una goduria indescrivibile.
«Giorno papà» dico quasi canticchiando e bacio papà sulla guancia. L'avvocato mi fissa perplesso, quasi incredulo della mia presenza in cucina ad un'ora del genere: effettivamente non è da me svegliarmi tutti i giorni senza il suo aiuto e senza i suoi metodi masochisti, ma che volete che vi dica? Sarà l'amore.
«E da quando sei sveglia e pronta alle sette e venti?»
«Da quando sento... la primavera» azzardo sorridendo. Credo di avere una faccia da totale ebete, pazienza.

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Hundred Kisses
ChickLitCamille Carter, adorabile diciottenne paranoica e alle prese con l'ultimo anno di liceo, si vede costretta a trasferirsi con il papà strampalato avvocato e Bronx, il fedele huskydgli dagli occhi di due colori differenti. L'arrivo della famiglia Car...