It's time to begin, isn't it?
I get a little bit bigger but then I'll admit
I'm just the same as I was
Now don't you understand
I'm never changing who I am
- Imagine Dragons, It's Time
È tutto così buio, caldo e morbido. Oh sì, resterei avvolta in questo piumone per il resto della mia vita, magari con Evan accanto che mi abbraccia da dietro e mi tiene stretta a sé... Mhmm questo pensiero mi fa sorridere e, ancora a occhi chiusi, sento lentamente il mio inconscio abbandonare la fase REM per entrare nel dormiveglia. Cosa può esserci di più bello se non un letto caldo con dentro il tuo ragazzo super dolce e tenero quando fuori nevica da due giorni? Peccato che Evan non abbia voluto restare a dormire ieri sera.
Sento la porta di camera mia schiudersi lentamente e una violenta ondata di luce esplode nella stanza facendomi aggrottare la fronte mugugnando in protesta: no, ti prego no. Ancora cinque minuti, penso sconsolata coprendomi il capo con il piumone.
«Sveglia Medusa, sveglia» urla papà aprendo la portafinestra spalancando le imposte lasciando entrare una gelida corrente d'aria: «Il cielo è biancastro, i fiocchi di neve non ci son più, Camille muovi il culo dal letto e scendi giù» canticchia ad alta voce totalmente stonato e sento una mano ghiacciata afferrarmi per la caviglia nuda iniziando a strattonarmi malamente: «Papà. Per favore» ringhio infastidita aggrappandomi al cucino come fosse un'ancora da salvataggio, ma non serve a molto: «Sono le sette e quaranta, hai dieci minuti per prepararti e arriveremo al pelo con la seconda campanella se muovi adesso le tue chiappette semi flaccide» m'informa scostando del tutto il mio bellissimo e coccoloso piumone azzurro mettendosi le mani sui fianchi.
«Argh!» urlo esasperata, «Ti odio papà» farfuglio infine alzandomi di malavoglia e sbuffando addosso a un riccio che mi copriva gli occhi.
«Forza. Hai dieci secondi per essere in bagno prima che usi questa» minaccia mostrandomi la trombetta per lo stadio e immediatamente spalanco gli occhi, «Dieci, nove, otto, sette...» inizia a contare e scatto immediatamente come una molla; ma sei secondi dopo sento lo stesso l'inconfondibile suono della trombetta per tutta la casa.
Dio mio, un giorno di questi gliela spacco in testa quell'affare di merda.
***
Varco l'ingresso della NHS praticamente correndo ritrovandomi nel corridoio centrale dell'istituto. La prima cosa che mi colpisce è il silenzio e la quasi totale assenza di alunni che corrono da una parte all'altra per arrivare in tempo in classe: merda, sono in ritradissimo. Scatto immediatamente in direzione dell'aula di filosofia e psicologia e quando passo di fronte alla segreteria noto con la coda dell'occhio Bignè Rosa, alias Dolores, che mi guarda con la sua solita faccia schifata: «Sei in ritardo matricola C402» m'informa con la sua odiosa voce nasale alzando un sopracciglio disegnato con l'inconfondibile matita marrone. Arriccio il naso disgustata e la ignoro proseguendo verso l'ultima porta del corridoio e non appena metto una mano sulla maniglia sento la tasca dei miei jeans vibrare: un sms.
Apro la porta di scatto ignorando il cellulare che sta vibrando nella tasca e mi ritrovo a fissare il professor Williams che sta disegnando una farfalla sulla lavagna: «Scusi il ritardo professore» proferisco con ancora il fiatone; maledetto padre. Non poteva svegliarmi prima?
«Camille» mi sorride gentile indicandomi con un cenno del capo di andare a sedermi al mio posto, dove noto che Priscilla sorride e mette via il cellulare. «Non fa nulla, avevo appena iniziato a parlare dell'argomento di oggi: la teoria del caos» mi rassicura con gli occhi scintillanti mentre mi accingo a togliere il cappotto mettendolo sullo schienale della sedia; mi siedo e tiro fuori dallo zaino il necessario.

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Hundred Kisses
ChickLitCamille Carter, adorabile diciottenne paranoica e alle prese con l'ultimo anno di liceo, si vede costretta a trasferirsi con il papà strampalato avvocato e Bronx, il fedele huskydgli dagli occhi di due colori differenti. L'arrivo della famiglia Car...