22 - Evan

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And darling I will be loving you 'til we're 70
And baby my heart could still fall as hard at 23
And I'm thinking 'bout how people fall in love in mysterious ways
Maybe just the touch of a hand
Oh me I fall in love with you every single day
- Ed Sheeran, Thinking Out Loud

«Evan, puoi spiegarmi per favore? Sono leggermente...» Camille fa un grosso respiro e poi, con la coda dell'occhio, la vedo girarsi verso di me e concludere per la centocinquantesima volta la frase «...Confusa»

Sento l'angolo della mia bocca alzarsi mentre continuo a tenere fisso lo sguardo sulla strada. In realtà quest'Aston Martin è un regalo dei miei genitori ed è sempre stata parcheggiata nel garage di zio Sam. Non credo sia proprio l'auto adatta a trasportare un carico di legna...

Comunque, domani mattina alle sette e mezza ho un volo per New Orleans e starò via per quattro giorni, e prima di andarmene volevo un vero e proprio appuntamento con Camille, la ragazza più buffa del mondo in questo istante.

«Evan?» sbuffa esasperata tirandomi un pugno sul braccio.

«Lo sai vero, che potrei sbandare e andare fuori strada così?» le domando e mi volto verso di lei che mi fissa ancora interdetta: «Va bene. Puoi anche andare fuori strada, te lo concedo; ma mi dici dove diavolo stiamo andando? Non puoi presentarti a scuola e rapirmi su un'auto del genere» sbotta spazientita, ma vedo le sue labbra incresparsi in un sorrisino; il suo volto, velato da un'espressione di finta stizza, in realtà è più luminoso del solito e spero di esserne io la causa in tutta onestà.

«A casa tua. Stiamo andando a casa tua» le rispondo mentre riporto lo sguardo sulla strada; cazzo erano anni che non guidavo più quest'auto. È semplicemente magnifica.

Camille continua a guardarmi sbigottita con una faccia che è tutta un programma e a me sfugge una breve risata. «Vuoi cambiarti, salutare Bronx e avvisare tuo padre, o preferisci andare a Portland così?» la provoco inarcando le sopracciglia girandomi verso di lei e sorrido non appena strabuzza gli occhi dalla sorpresa: «Portland? Evan ma è a due ore e mezza da qui» esclama voltando tutto il suo corpo nella mia direzione. Siamo quasi arrivati sullo sterrato che conduce a casa sua e il sorriso che ho stampato in faccia non vuole saperne di andarsene. Non credo che Newport sia proprio il luogo più romantico del mondo per il nostro primo e vero appuntamento; sarà anche una città fantastica, ma è molto piccola e la sua principale produttività è il pesce. Non penso che portare Camille dal vecchio Boe la farà gioire e sono più che certo che mi manderebbe a fare in culo, o magari mi prende a trote e salmoni in faccia, nel migliore dei casi ovviamente; non capisco proprio questo suo astio nei confronti del pesce... mi sono scelto proprio una ragazza strana.

«Lo so, e quest'auto raggiunge i trecento chilometri orari Camille...» le rispondo con un cenno verso il quadrante dell'Aston, che indica i chilometri, la benzina e tutti gli altri monitoraggi.

«Lo so benissimo quanto raggiunge, ma noi non andremo a trecento chilometri orari Evan» mi ammonisce seria e si risiede composta; «Questo lo dici tu» mormoro piano nella speranza che non mi senta, ma lei mi tira un altro pugno sul braccio e scoppiamo in una risata.

Non appena parcheggio davanti casa sua, sulla piccola spiaggia di ciottoli, un Bronx scodinzolante alza il muso nella nostra direzione: se ne sta seduto tranquillamente sul porticato di casa davanti alla porta e non è la prima volta che lo vedo in quella posizione. Prima o poi dovrò chiedere a Camille se lo ha addestrato lei a comportarsi così, o è il cane che agisce di sua spontanea volontà. Se si trattasse del secondo caso sarebbe alquanto strano... vabbè, tutti i Carter sono strani; basti pensare a Ryan che ancora non ha finito il piccolo molo in riva alla spiaggia, ma non lo biasimo. Con le piogge dell'ultima settimana qualsiasi lavoro all'aperto sarebbe stato del tutto infattibile.

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