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La sua bocca poteva rendermi sua schiava, ma per natura avrei combattuto contro di lui e gli avrei fatto riconsiderare tutte le sue scelte. Era il tipo di persuasione che avevo tra la punta delle dita. Passai lei dita tra i suoi capelli, gemetti mentre lui mi premeva contro un muro e mi afferrava il seno. Mi accarezzò i capezzoli prima tirarli.

"Non ti legherò, non questa mattina." Sussurrò Michael. "Ti scoperò forte e veloce perché devo andare."

Io annuì prima che si sbottonasse la cintura e il suono della zip mi fece tremare. Le sue mani pallide mi accarezzarono il corpo, un gemito spezzato lasciò la mia bocca mentre lui dava uno strattone ai pantaloncini Nike da corsa. Mi mordicchiai il labbro, assaporando la sua lentezza mentre me li sfilava per poi ritrovarsi davanti alla mia nudità. Non stavo indossando le mutande, per l'eccitazione di entrambi.

"Prendo la pillola." Gli assicurai e lo baciai. La punta del suo pene era premuta contro la mia vagina. Sfregò il pene avanti e indietro contro la mia intimità prima di entrare in me.

Gemiti stozzati lasciarono la mia bocca mentre lui mi riempiva più di quanto avesse mai fatto ogni altro uomo. Era grosso e lungo, la perfetta combinazione. La sensazione bruciante mi fece quasi finire gli occhi dietro la testa. Ero meravigliosamente travolgente.

"Così fottutamente stretta." Michael gemette. "Mi divertirò così tanto a scoparti ancora e ancora."

Volevo ballare al suono di lui che già desiderava fare sesso con me per ore. Il pensiero mi fece irrigidire, i miei muscoli diventarono tesi e il mio cuore batteva forte mentre lui mi bloccava le mani sopra la testa, il freddo del muro rese ancora più grande l'intensità di tutto questo.

Gemiti su gemiti lasciavano la mia bocca mentre lui si muoveva avanti e indietro ad una velocità inimmaginabile, la punta del suo pene grosso colpì quel posto che avevo solo sognato che qualcuno raggiungesse. Un urlo riempì la stanza, affondai le unghie nel palmo della mia mano mentre il mio petto si alzava e si abbassava in modo irregolare.

La testa di Michael si posò tra la mia spalla e il mio collo, soffici baci erano premuti sulla mia pelle finchè non si allontanò da me per sistemarsi il completo. Io gli abbottonai la camicia, gli sistemai la giacca e poi mi infilai i miei vestiti.

"Questa sera, Miss Lancaster?"

"Ho una riunione alle sei e poi devo tornare a casa per le sette per prepararmi per questa festa che ha organizzato la mia compagnia così che i nuovi clienti possano sentirsi i benvenuti. E' anche un'opportunità per aggiungere nuovi clienti." Spiegai, un po' delusa dal fatto che questa sera non andava bene.

La mascella di Michael si irrigidì, chiaramente infelice che ancora una volta avevo piani per questa sera. Sospirò e si passò una mano tra i capelli prima di annuire.

"Va bene." Disse. Io premetti le labbra tra di loro e rimasi lì, braccia incrociate al petto. "Immagino che dovrò trovarmi un intrattenimento."

"Michael, non puoi arrabbiati con me quando tu hai fatto lo stesso per tutta la settimana." Mormorai, seguendolo fuori dalla sua stanza dei giochi. "Ho aspettato per questo ed ora che ho avuto un piccolo assaggio voglio l'intera fottuta torta."

"Pensi che io non lo voglia? Odio che questo sia il mese più impegnativo per me."

"Hai investito male." Dissi. "Sapevi che non era un buon momento per te,ma mi hai comunque passato il contratto. Non l'avrei firmato se avessi saputo che tu non saresti mai stato disponibile."

"Domani, no –Questa sera, ti accompagnerò all'evento e poi ti mostrerò quello che desideri."

La verità era che lo stavo già desiderando. Volevo che usasse le sue fruste, che mi legasse con le sue catene. Mi stava uccidendo per quanto lo volevo. Gli presi il viso tra le mani, lo guardai attentamente.

"Sarò quella in rosso, Mr. Clifford." Lo baciai gentilmente prima di lasciare il suo appartamento.

*

Hannah era assolutamente furiosa quando le raccontai di Andrew. Io e lei ci eravamo incontrate per una litigata su un vestito raro che entrambe volevamo. Fu quando lei venne alla ricerca di un lavoro che diventammo amiche perché lei aveva visto fiorire questa compagnia e anche se poteva avere tre isole aveva tenuto questo lavoro e mi aveva aiutato tanto quanto aveva fatto James.

"Non può usarlo contro di te." Disse Hannah e sorseggiò il suo vino. "Questo è ricatto –più o meno."

Io risi mentre scuotevo la testa. "Non era un ricatto. Mi stava soffocando il fatto che non potessi dirgli di lasciarmi in pace per sempre e cercare di sistemare il suo amore. Non riuscivo a dirgli niente se non che non ero più innamorata di lui."

"Almeno glielo hai detto." La mia migliore amica si alzò e mi passò il vestito rosso che avrei indossato questa sera. "Mi sono sempre piaciuti i vestiti di Elie Saab su di te. Se non mi piacesse così tanto il tuo vino sarei venuta con te."

Io non le risposi e mi infilai il vestito prima di sedermi per infilare i tacchi color carne. Il vestito rosso era senza spalline, premeva i miei seni tra di loro e li rendeva ancora più belli, lo spacco sul lato arrivava quasi alla mia vita. Hannah mi passò la borsetta prima che io uscissi per andare verso il luogo dove la mia compagnia aveva organizzato la festa.

"Miss Lancaster." Disse Charles, rivolgendomi un sorriso stanco. "Dovrò tornare a prenderla?"

"No." Le mie dita sfiorarono la pelle della mia gamba. "Troverò un altro modo per tornare a casa. Va a riposarti e salutami la tua famiglia."

Charles annuì ed uscì dalla macchina per aprirmi la portiera. Giornalisti fastidiosi aspettavano con le macchinette fotografiche e registratori, volendo parlarmi sperando di ricevere qualche buona notizia.

"Miss Lancaster." Guardai verso una ragazzina, i suoi occhiali le scivolavano sul naso mentre prendeva un figlio stropicciato con delle domande. I suoi occhi mi guardarono in modo nervoso mentre stringeva tra le mani un registratore. "Posso farle alcune domande, se va bene? E' per il giornale della scuola."

"Certo." Dissi e mi misi di fronte a lei, aspettando pazientemente mentre le persone la spingevano. "Smettetela di spingerla! A differenza di molti di voi lei è gentile e chiede dolcemente di parlare con me. La pazienza è una virtù."

La ragazza si rilassò visibilmente e avvicinò a me il registratore. "A quanti anni ha avviato la sua compagnia? Che cosa l'ha spinta a farlo?"

"Ero stanca di uomini che sottovalutavano il mio potenziale. Mi ero appena laureata a diciotto anni e volevo qualcosa che mi mettesse alla prova. Allora ho avviato la mia compagnia a vent'un anni e da allora non ho mai preso ordini da un uomo."

Adesso tutti stavano guardando me e la ragazzina davanti a me.

"Qualche consiglio per le donne nel mondo del lavoro?"

"Non lasciate che siano gli uomini a descrivere il vostro valore. Se volete essere i capi di voi stesse allora fatelo. Ma non piangete quando le cose si fanno difficili perché nel mondo degli affari non c'è nessuna madre a baciarvi le ferite –dovete leccarle da sole."

Con questo la ringraziai e mi spostai per rispondere alle domande di altri. Alcuni uomini mi riconobbero, sollevando i loro bicchieri mentre passavo. Andrew era con la sua ex-fidanzata –o fidanzata, non lo sapevo più.

"Andrew." Dissi e presi un bicchiere di champagne da un cameriere. "Clarissa."

"Miss Lancaster." Michael si avvicinò a noi, un bicchiere di scotch in una mano e l'altra nella tasca dei suoi pantaloni. "Sei adorabile oggi."

I suoi occhi mi guardarono attentamente, mi stava spogliando con lo sguardo.

"Mr. Clifford." Sussurrai e gli tesi una mano, la sua la prese per baciarla. "Sta pensando di firmare con la mia compagnia?"

"Lo sto seriamente considerando."

Mi sentivo come se tutti nella stanza sapevano che prima mi aveva scopato. Si poteva capire dal mondo in cui mi comportavo vicino a lui o anche da come ci guardavamo.

"Fantastico." Dissi. "Mi piacerebbe averla."

Mr. Clifford } m.g.c traduzione italianaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora