3.2

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Erin Lancaster.

Michael mi spinse sul letto, togliendosi la maglietta e baciandomi di nuovo. Io gemetti, sentendo le sue mani dappertutto prima che il suo cellulare iniziasse a suonare ed entrambi borbottammo.

"Non rispondere." Lo pregai, ma lui si spostò e prese il telefono. Io sospirai e mi allontanai da lui, prendendo i miei jeans e infilandoli, guardando il casino che ci circondava.

Scesi al piano di sotto e mi passai una mano tra i capelli, prendendo una scatola su cui c'era scritto 'Cucina' e portandola lì. Mi fermai, la testa mi faceva male. Sbuffai e mi poggiai contro il bancone, scivolando fino a sedermi per terra.

"Erin?" Michael entrò in cucina, la sua faccia era più pallida del solito. "Possiamo--um--dobbiamo parlare, piccola."

Io sospirai e mi alzai, seguendolo in salotto dove il divano era nella posizione sbagliata.

"C'è qualcosa che non va in ufficio? Devi andare?" Chiesi, sedendomi accanto a lui e prendendo la sua mano, portandomela alle labbra.

"No, piccola, niente del genere." Mi assicurò e fece un respiro profondo. "Ho ricevuto una chiamata riguardo la tua analisi del sangue."

Io annuì. "Hanno trovato il suo DNA?"

"Si, ma c'è qualcos'altro." Sussurrò e mi strinse la mano. "Sei incinta, Erin."

Il mio respiro si fermò all'improvviso. Michael mi prese il viso tra le mani e mi fece avvicinare a se, posando la fronte sulla mia.

"Hai un po' di tempo per pensare a cosa vuoi fare." Disse Michael. "Io ti amo e supporterò qualsiasi cosa tu voglia fare."

"Michael." Singhiozzai, guardandoli negli occhi. "Non so neanche di chi è il bambino."

Michael mi prese le mani e le strinse. "Piccola, va bene." Mi assicurò e allontanò i miei capelli dal mio viso.

"E' un prodotto di te e--"

"Potrebbe essere di Charles e non posso--non posso sopportare l'idea di avere suo figlio." Sussurrai.

"Non incolpare il bambino, Erin. Questa è la cosa peggiore che potresti fare adesso." Mi rimproverò Michael e mi strinse a se. "Non importa chi sia il padre adesso. Quello che importa è che avrai un bambino... Merda."

"Cosa?" Chiesi, asciugandomi il viso e guardandolo mentre si alzava. "Stai per ritirare tutto quello che hai detto?"

"No." Si inginocchiò di fronte a me, prendendomi le mani. "Piccola, sei incinta. Tu--tu puoi rimanere incinta."

Io mi piegai in avanti e posai la fronte sulla sua. "Rimarrai con me?"

"Certo, piccola." Mi assicurò Michael e mi baciò teneramente. "Per sempre e sempre." Si alzò, continuando a baciarmi. "E sempre e sempre." Mi fece poggiare la schiena contro il divano. "E per sempre, Erin Lancaster."

Risi e gli circondai la vita con le gambe, accarezzandogli la schiena e sussultando mentre lui iniziava a baciarmi il collo. I lividi avevano iniziato a sparire e sembrava che Michael si fosse abituato a vederli sul mio corpo. Mi tolse i jeans e mi sollevò la maglietta per baciarmi la pancia.

Se dovevo essere onesta non sapevo come mi sentivo riguardo al fatto di essere incinta. Soprattutto sapendo che non sapevo chi era il padre. Poteva essere Michael, al locale dentro il bagno. Antigenico, si, ma era successo. Speravo con tutta me stessa che il bambino fosse di Michael. Ma anche se non lo fosse stato ero fortunata di essere incinta. Gemetti quando lui raggiunse la mia vita lasciando lì soffici baci mentre mi afferrava le mutande.

Mr. Clifford } m.g.c traduzione italianaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora