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Erin Lancaster.

"Miss Lancaster." Hannah entrò nel mio ufficio, cercando di sembrare il più professionale possibile. "Mr. Woodsen è qui per vederla."

Io sollevai un sopracciglio prima di annuire e dirle di farlo entrare. Mr. Woodsen probabilmente aveva la mia stessa età, magari più giovane. Irradiava sicurezza e magari anche un po' di timidezza mentre mi sorrideva.

"Buongiorno, Miss Lancaster." Disse. "Mi chiedevo se i suoi programmi le permettono di fare un aperitivo con me?"

"Mi sta chiedendo un appuntamento?" Chiesi, alzandomi, le labbra unite tra di loro. "Io non esco per appuntamenti, Mr. Woodsen."

"Allora chiamalo solo uscire." Si mordicchiò il labbro. "Tutto quello che so è che vorrei che mi concedessi un po' del suo tempo libero. Praticamente ti sto supplicando."

"Non ti vedo in ginocchio." La mia voce si abbassò. La punta pericolosa nei suoi occhi tornò.

"Un uomo potrebbe fare così tanto ad una donna mentre è in ginocchio." Mi ricordò Mr. Woodsen ed io risi, afferrando la mia borsa. "Stai accettando di mangiare con me?"

"Se questo soddisferà i tuoi desideri, si." Dissi mentre lui mi tendeva una mano.

"Che cosa vorresti mangiare?"

"Pensavo che avevi già programmato tutto visto che sei tu quello che mi ha teso un'imboscata." Ricordai al giovane ed eccitato Charles Woodsen. "Perché?"

"Perché cosa? Perché ti ho chiesto di pranzare con me invece che con una donna che mi rimprovera per le mie notti?" Chiese Charles, sollevando un sopracciglio mentre camminavamo. "Semplice, tu sei una donna rispettabile. Io amo le sfide."

"Mi vedi come uno sport?" Chiesi, fermandomi. Charles scosse la testa e venne verso di me, guardandomi. "Un premio da vincere?"

"No." Sospirò e si protese per toccarmi, ma poi si ricordò che non eravamo neanche conoscenti. "Ti vedo come una donna indipendente che sa cosa vuole e lo ottiene."

"Pensi che, per qualche miracolo, possa volere te?" Chiesi, sollevando la testa e leccandomi le labbra. "Perché io non esco per appuntamenti. Non mi infilo in relazioni."

"Ne parli come se fossero una specie di lavoro e sei troppo sicura di te, Erin." Charles rise e si infilò una mano nella tasca dei pantaloni. "E se volessi solo avere un amico in questo mondo crudele?"

"Allora ti direi che stai cercando nel posto sbagliato per un amico." Entrammo nel ristorante e lui rimase zitto per un attimo mentre ordinavamo il nostro cibo.

Mi passai le mani sulle cosce mentre pensavo a Michael e a come avrebbe reagito.

Scossi la testa e mi ricordai che io appartenevo a me stessa. Si, il contratto mi legava solennemente a lui, ma non c'era niente –moralmente- che mi impedisse di dormire con Charles. Era giovane, bello.

Ma il pensiero di Michael continuava a tornare e mi faceva arrabbiare il fatto che non potevo più stare accanto ad un altro uomo senza paragonarlo a lui.

"Quali sono i tuoi interessi?" Charles si piegò in avanti, leccandosi le labbra. "Cosa ti piace?"

"Mi piace il sesso." Risposi. "Mi piace essere legata e scopata fino allo sfinimento."

Charles deglutì e si sistemò la cravatta. Questo era il primo segno che aveva ricevuto quello che voleva da me –risposte. Io ghignai e mi leccai le labbra, poggiandomi allo schienale della sedia.

"Sei davvero diretta." Disse.

"Non c'è motivo di girare intorno alle cose." Dissi e presi un fazzoletto per sistemarlo sulle mie gambe. "Non starò qui a giocare a qualche indovinello. Non siamo alle scuole superiori, Charles, questo è il mondo degli affari e in questo mondo devi essere diretto o andare via."

Mr. Clifford } m.g.c traduzione italianaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora