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Erin Lancaster.

Mia madre si portò la tazza di the alle labbra e sorrise a Mitchie che stava ridendo così tanto che il the le sarebbe potuto uscire dal naso. Mia madre aveva deciso di comprare a Mitchie alcuni vestiti nuovi e le faceva domande su tutto, tranne che sui suoi vecchi genitori affidatari. Io risi e la passai un fazzoletto.

"Oh, mamma." Unì le mani tra di loro. "Volevo dirtelo con Michael, ma mi ha detto di dirtelo comunque, ma Mitchie deve scattare delle foto."

Passai a Mitchie il telefono prima di voltarmi verso mia madre.

"Tesoro." Disse mia madre e posò la sua tazza. "Se vuoi dirmi che sei andata a vivere con Michael, i giornalisti ti hanno già preceduto."

Io scossi la testa e mi mordicchiai il labbro. "Sono incinta."

Mia madre rimase in silenzio per qualche secondo, cercando ovviamente di assimilare l'informazione prima di prendersi il viso tra le mani. All'improvviso fui spaventata e sapevo perché stava reagendo così.

"Sai almeno chi è il padre?" Mia madre unì le labbra tra di loro e sospirò. "Erin, non puoi fare questo a te stessa."

"Pensavo saresti stata felice." Sussurrai e feci un respiro profondo. "Si, non so chi sia il padre, ma il bambino non è da incolpare."

Mia madre guardò verso Mitchie e poi di nuovo me. "Scusa, hai ragione."

"Puoi parlarne anche di fronte a lei." Dissi a mia madre e presi la mano di Mitchie. "Non voglio nascondere niente da lei o da Michael. Segreti e bugie deteriorano l'interiorità di ogni relazione."

"Vuoi che lei sappia che sei stata stuprata e costretta a sposarti?" Rovinarle la sua idea di innamorarsi?" Chiese mia madre.

Mi voltai verso Mitchie. "Ho incontrato un uomo che inizialmente era migliore di Michael. Ci teneva a me, magari mi amava anche, ma io mi ero perdutamente innamorata di Michael--anche se non potevo ammetterlo a nessuno e neanche lo sapevo di essere innamorata. Quell'uomo che hai visto in TV?"

"Charles Woodsen." Sussurrò Mitchie.

"Si, Charles Woodsen. Mi ha stuprato la prima volta qualche mese fa e poi di nuovo tre settimane fa." Deglutì, il mio labbro inferiore iniziò a tremare. Feci un respiro profondo e mi leccai le labbra. "Ci saranno uomini così, ma tu non puoi aver paura di loro. Io sarò lì per te e supereremo tutto insieme, okay?"

Mitchie annuì e fece un respiro profondo. "Posso essere scusata per andare in bagno?"

"Si." Le dissi e mi asciugai il viso prima di voltarmi verso mia madre. "Scusa, mamma."

Lei scosse la testa e mi prese la mano. "Lei è una brava ragazza, E. Mi ricorda te quando eri piccola. Vuoi che ci sia per il tuo incontro con l'assistente sociale?"

"No, ci sarà Michael." Sospirai. "Sei davvero contraria al bambino?"

"Certo che non lo sono, Erin. Sono solo scettica. Sono tua madre, sarò sempre scettica su tutto quello che farai, ma sarò di supporto." Prese un pezzo di carta e una penna dalla borsa. "Ti serve un nuovo ginecologo. Ci sono alcune lezioni pre-parto a cui ha partecipato la moglie di tuo fratello e, probabilmente, Michael dovrà venire con te. Insegnano anche come fare dei buoni massaggi per quando la tua spalla farà male."

"Grazie." Dissi mentre mi passava il petto di carta.

Mitchie venne a sedersi accanto a me e posò la testa sulla mia spalla senza dire niente mentre io muovevo un braccio per stringerlo intorno alle sue spalle.

Mr. Clifford } m.g.c traduzione italianaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora