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Erin Lancaster.

Oggi era uno dei giorni più impegnati che avevo mai avuto a lavoro. C'erano stati alcuni accordi con alcuni compratori e venditori. Volevo strapparmi i capelli per alcuni uomini che volevano vendermi le loro compagnie cadenti per un prezzo oltraggioso. Di solito sarei stata più clemente e avrei negoziato un prezzo, ma oggi non ne ero dell'umore.

"E' stupido il modo in cui lei si aspetta che compri la sua piccola compagnia." Dissi all'uomo seduto dall'altro lato del tavolo. Stava indossando un completo di Versace, i capelli erano tirati indietro con del gel, anelli d'oro decoravano le sue dita. Nonostante tutti i soldi che aveva sul suo corpo non riusciva a far fiorire i suoi affari o neanche farli rinascere.

"Miss Lancaster, lei è famosa per dare seconde opportunità." Disse Mr. Chagrin, arrabbiato per il fatto che non gli stavo dando i miei soldi.

Io alzai gli occhi al cielo, prendendo un pezzo di carta dal raccoglitore davanti a me. "Il 2 giugno dell'anno scorso le ho dato quasi un milione di dollari per salvare la sua compagnia. Chiaramente tutti quei soldi sono stati usati per comprare costose prostitute, completi carini e cene che avrebbero potuto essere una sorpresa per sua moglie invece che per le donne che le avrebbero succhiato il pene."

"Non penso che nominare la mia vita personale dovrebbe influenzare la decisione."

"Ma la sua vita personale influenza la reputazione delle persone che la rappresentano." Dissi e andai verso di lui, tutti gli altri uomini osservavano la scena. "Non avrò la reputazione della mia compagnia rovinata da qualcuno che sembra non essere in grado di tenersi il pene nei pantaloni."

Mr. Chagrin era rosso in viso, le sue mani erano strette intorno ai fogli davanti a lui mentre sembrava volesse schiaffeggiarmi. Ed io lo sfidai quasi a farlo mentre poggiavo davanti a lui il foglio che confermava il nostro rifiuto per la sua compagnia.

"La Lancaster Holdings ha smesso di rappresentarla." Dissi prima di lasciarlo nella stanza con il resto degli uomini.

James mi seguì, la sua mascella raggiungeva quasi il pavimento.

"Non posso credere a quello che hai appena fatto." Disse. "Puoi rovinarti facendo questo."

James mi stava facendo arrabbiare per il modo in cui voleva farmi pensare moralmente.

"Gli affari non hanno morali." Mi voltai e quasi urlai. "Non ci sono emozioni nel modo in cui mi gestisco perché se mostro anche la più piccola emozione loro la useranno contro di me."

Adesso lui sembrava arrabbiato con me.

"Non devi parlarmi in questo modo. Quando ti sei trasformata di una stronza senza cuore?" Il modo in cui si era rivoltato subito contro di me mi ferì più che farmi arrabbiare.

"Come mi hai chiamato?" Chiesi, trattenendo le lacrime. "Tu eri l'unico a non avermi chiamato così. Tu e Hannah eravate gli unici a non averlo detto –voi sapete chi sono fuori da questa compagnia--"

"Ultimamente ti stai comportando così molto spesso."

Io scossi la testa e mi passai una mano tra i capelli. "Hai finito per oggi, James." Sussurrai mentre mi allontanavo. James non mi disse un'altra parola, non mi fermò neanche per scusarsi.

Entrò nell'ufficio solo per prendere la sua giacca e poi andarsene. Volevo schiaffeggiarlo e licenziarlo, ma l'altra parte di me mi stava assicurando che stava solo avendo un altro dei suoi giorni no.

Hannah entrò nel mio ufficio con un bicchiere di vino rosso. C'era un sorriso triste sul suo viso mentre io prendevo il bicchiere e bevevo velocemente.

Mr. Clifford } m.g.c traduzione italianaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora