Erin Lancaster.
James era seduto accanto a me, i miei piedi sulle sue gambe mentre lui li massaggiava e mi guardava preoccupato. La mia testa era posata sul bracciolo del divano, i miei occhi fissi sullo schermo del telefono con la speranza che Michael decidesse di chiamarmi e dirmi che mi avrebbe portato fuori a cena e a vedere quel film di cui entrambi non vedevamo l'ora.
Erano passate quasi due settimane da quando avevo visto il suo viso o avevo passato una mano tra i suoi capelli. Il mio cuore si strinse al pensiero di non avere Michael. Ero finita con l'andare comunque ad Amsterdam soprattutto per la mia salute mentale. Mi ero ritrovata a paragonare ogni uomo a Michael e avevo scoperto che questi uomini non mi piacevano perché non avevano capelli colorati o non giocavano ai video games fino a tarda sera e poi mi ricordavo che anche lui aveva del lavoro da fare.
"Cosa ha detto il tuo terapista riguardo l'intera situazione tra te e Michael?"
E si, stavo andando da un terapista ed avevo anche denunciato Charles. C'erano paparazzi fuori da casa mia, aspettando che io uscissi ed io volevo solo che Michael urlasse loro contro di andare via.
"Dovrei crescere e chiamarlo." Mormorai e presi il mio telefono. "Dovrei lasciargli un messaggio in segreteria, vero?"
James fece spallucce e mi guardò mentre cliccavo sul suo contatto e mi portavo il telefono all'orecchio. Aspettai per un attimo, sperando disperatamente di avere una sua risposta per sentire il mio nome lasciare le sue labbra e poi chiudere.
"Questa è la segreteria di Michael Clifford, sono in viaggio d'affari al momento quindi, per favore, chiamate il mio ufficio così che la mia assistente possa organizzare un incontro."
"Michael." Sussurrai. "Scusa se ti chiamo, ma mi manchi e dobbiamo parlare. Per favore, torna a casa."
Chiusi la chiamata e lanciai il telefono sul divano, leccandomi le labbra.
"Non posso crederci che ti abbia detto di amarti." James sospirò e allontanò i miei piedi da lui. "Tu non hai detto niente?"
"Non potevo." Balbettai. "Ero così scioccata dal fatto che lui potesse amarmi e che fosse stato capace di dirmelo mentre io non potevo neanche dirgli quanto lui fosse importante per me. Perché sono così terrorizzata dai sentimenti?"
"Perché merda come questa ti succedono." Disse, riferendosi a quello che era successo con Charles. "Tu non lo meriti e ti fa aver paura che ogni uomo possa essere così."
Mi portai le ginocchia contro il petto e guardai fuori dalla finestra, notando uomini fermi fuori, aspettando che succedesse qualcosa.
"Avrei potuto evitare tutto questo." Sussurrai. "Sarei potuta solo rimanere Six e avere persone che traducevano il soprannome in sesso. Avrei potuto evitare tutti questi sentimenti."
"E saresti ancora miserabile." Disse James. Io sospirai e presi il piccolo bicchiere di champagne che James mi aveva portato. "Farai qualcosa per il tuo compleanno?"
Io feci spallucce. "Voglio solo sistemare le cose con Michael e guardarlo mentre gioca ai video games."
"Bello." James sbuffò. "Mi manderai un messaggio se ti serve qualcosa?"
Io annuì, voltando la testa per sentire solo il rumore della porta che si chiudeva invece che vedere un'altra persona che se ne andava. Sapevo che sarebbe tornato, ma sembrava che –ultimamente- nessuno volesse stare più accanto a me. Sentivo la gola chiusa ed ero terrorizzata di essere sola. Tremai mentre uscivo sul balcone per contemplare quando fosse lontano il mio piano dal piano terra.
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Mr. Clifford } m.g.c traduzione italiana
Fanfiction[LIBRO FINALE DELLA 'THE CEO SERIES'] "Miss Lancaster, lei è un esemplare di vero mistero, intelligenza e attrazione sessuale." Traduzione italiana della storia di @kingsofmuke, tutti i diritti e i meriti sono riservati a lei.