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Erin Lancaster.

Michael mi guardò, assicurandosi che il mio bicchiere di the freddo fosse sempre pieno ed io continuavo a volerne di più. Stranamente stavo mangiando tutto. Tutto quello che mi dava io lo mangiavo e mi assicuravo di lasciare il piatto pulito.

"Dio, è come se non avessi mangiato da giorni..." Mi bloccai, ricordandomi che davvero non mangiavo da giorni. Due giorni per l'esattezza. Deglutì e presi il mio bicchiere di the, portandomelo alla bocca mentre Michael sorrideva.

"Mi piace guardati mentre mangi." Ammise e mi prese una mano, baciandola. "Sorridi un sacco."

"Sorriso un sacco perché penso costantemente a te." Dissi e mi leccai le labbra, allontanandomi i capelli dal viso. "Stiamo insieme da tre mesi."

"Tre fantastici mesi." Sospirò e sfiorò la fede al mio dito. Io allontanai la mano e tolsi l'anello, gettandolo dentro il the.

"Tre mesi e ancora non sai che non mi piace il the." Risi e gli presi il mento con una mano, avvicinandomi per baciarlo, ma lui si ritrasse.

"Non ti bacerò in pubblico." Disse a bassa voce. "Infatti non dovremmo neanche toccarci. I giornalisti potrebbero usarlo contro di te. Dobbiamo essere il più amichevole possibile."

"E che cosa diranno quando ci vedranno entrare nello stesso hotel?" Chiesi, sollevando un sopracciglio. "Ci sono foto di noi che ci baciamo ore prima che succedesse il disastro."

Michael incrociò le braccia al petto, assicurandosi di non toccarmi. Sbuffai per la frustrazione e guardai verso il the, notando l'anello sul fondo del bicchiere.

"Non è che stiamo facendo sesso in pubblico."

"Cosa che, segretamente, abbiamo fatto." Mi ricordò, la mia mente tornò a quella volta nel club. "Non è stato molto sicuro e sano."

Io sbuffai e mi leccai le labbra. "Ti è piaciuto."

"Molto." Mi rivolse un grande sorrisone, uno di quelli che non vedevo da tanto. Mi fece venire le farfalle nello stomaco. "Vuoi andare? Sei piena?"

"Stra piena." Dissi e mi alzai, guardando lui che pagava il conto e sentendomi in colpa. "Grazie, per tutto questo."

"C'è un'altra cosa che dobbiamo fare." Sussurrò, passandosi una mano tra i capelli. Michael sembrava a disagio e di nuovo arrabbiato. "C'è qualche possibilità che abbia usto un preservativo?"

Io deglutì e scossi la testa. "No--lui--um--"

"Dobbiamo estrarre un campione del suo sperma." Sussurrò e mi fece uscire dal ristorante. "E' considerato ancora fresco quindi--"

"Ho capito... Possiamo solo farlo?" Ero esasperata. Tutto di questa situazione mi stava facendo perdere l'energia ed era colpa mia.

"Ho bisogno--i dottori avranno bisogno di un campione dei suoi capelli per collegarlo allo sperma." Disse a denti stretti, il piano a cui aveva pensato lo rese più arrabbiato che a disagio. "Devi tornare da Charles. Cercare di prendere il campione."

"Non ci torno lì." Sussurrai e mi allontanai da lui. "Sono terrorizzata."

"Sarò proprio lì se prova a fare qualcosa." Mi assicurò. "Se ti sento fare anche solo un rumore che mi fa capire che stai male sfonderò la porta."

Io deglutì e annuì. "Possiamo farlo adesso?"

"Si, certo." Mi portò alla macchina e mi aiutò ad entrarci.

Rimanemmo in silenzio per pochi minuti prima che io mi allungassi per prendergli la mano e tenerla stretta al mio petto. Gli baciai le nocche, le mie lacrime scivolarono sulla sua mano mentre lui mi tirava più vicino a se e mi faceva sedere su di lui.

Mr. Clifford } m.g.c traduzione italianaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora