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-Simon... che è successo quella notte...?-

-Prima di quella notte, il giorno dell'incidente, prima ancora che lo trovammo noi... gli agenti nemici lo avevano visto per terra che guardava la casa incendiata e le fiamme che gli si avvicinavano, ma lui ormai era praticamente morto... lui era andato per una settimana da Minnie pensando che fosse sua nonna e non sapeva che i suoi genitori erano stati torturati e infine avvelenati e lasciati senza vita nel salotto della loro casa, gli agenti cercavano dei dati e solo quando ebbero smantellato tutto diedero fuoco all'edificio... quando Zero tornò a casa e la vide in quella situazione si accasciò a terra, e quando i soldati lo videro lo buttarono in mezzo alle fiamme dove lui nel tentativo di uscire vide i corpi senza vita dei suoi genitori...-

-Quindi cosa ha fatto quando è scappato da qui?-

-Ha ucciso Hector...-mi si bloccò lo stomaco e sbiancai, bevvi un sorso d'acqua e mi sentii leggermente meglio, Simon non guardava niente ma aveva spostato il suo sguardo sulla vetrata che era accanto a noi

-Tranne me nessuno sa come fece: aveva ascoltato tutte le nostre indicazioni mentre a noi sembrava che fosse sull'apice della morte psicologica, aveva visto il luogo, la sua postazione esatta e passando dalle condutture dell'aria era riuscito ad entrare nel suo ufficio senza farsi vedere da nessuno, quando furono faccia a faccia Zero non esito e gli lanciò tre coltelli di cui solo uno lo colpì poi prese la pistola rubata da noi e gli sparò dritto in mezzo agli occhi sporcandosi il volto del sangue del nemico...-io rimasi in silenzio per minuti interminabili

-Carl dice ancora che non era in lui in quel momento e che un'azione così non gli ricapiterà più perché non era Zero a guidare il suo corpo ma la sua voglia di vendetta carica di dolore, sofferenza, solitudine e rabbia...non compì mai un'azione d'importanza minimamente paragonabile a quella, per questo ora non ha un grande punteggio e per questo è arrabbiato... la missione che vuole è quella dei discendenti di Hector...- io rimasi senza parole

-Ora cerca di capire perché lui è così freddo...-io annuii subito pensierosa poi lo guardai negli occhi carichi dei ricordi che i aveva appena raccontato

-Come avete fatto a legare così tanto?-chiesi dolcemente e finalmente spuntò un sorriso sulle sue labbra

-Gli ho rotto le scatole fino a quando non ci ha rinunciato-disse ridendo contagiandomi.



Quando tornai all'agenzia decisi di andare ad allenarmi un po', passai così tutte le ore mattutine poi andai a farmi la doccia, il tempo di vestirmi che qualcuno bussò alla porta, andai ad aprire

-Abbiamo un piccolo incarico muoviti-disse Zero incamminandosi, io chiusi subito la porta e mi affrettai a seguirlo andammo direttamente in garage

-Non andiamo alle cabine?-chiesi

-No, se siamo in servizio e non siamo sotto copertura ci dobbiamo tenere la divisa-mi spiegò velocemente, annuii velocemente e salii in macchina. Il viaggio fu molto silenzioso senza nemmeno uno sguardo o respiro particolarmente udibile. Passai tutto il tempo a guardare fuori dal finestrino il paesaggio che cambiava

-Dove stiamo andando?-chiesi, lui non rispose subito

-Dobbiamo andare a prendere dei semplicissimi dati da una agenzia che lavora per noi-

-Oh ok-risposi

Arrivati davanti ad un grande cancello ci lasciarono passare solo una volta controllati, entrammo in un enorme cortile che portava ad una villa ancora più grande bianca a quattro piani, un giardino fantastico e finestre ovunque. Non potei evitare di guardarlo meravigliata con un sorriso ebete stampato in faccia

-Sembri una bambina al negozio di caramelle!-commentò ridendo Zero

-Ssshhh non rovinare il momento-feci alzando il dito facendolo sorridere

Scendemmo dalla macchina e degli uomini ci affiancarono facendoci camminare nella direzione che volevano loro, entrammo in una grande sala come se dovessi andare da Carl

-Avere detto che volere solo un agente-disse un uomo grasso con lo smoking bianco e un sigaro in bocca e un accento russo molto marcato

-Signor Tour lei è Keira il mio Jolly, Keira lui è il Signor Tour-fa delle brevi presentazioni Zero

-Una donna?!-chiese ridendo ancora con quel suo accento

-Una donna non può essere utile per missioni!-io spalancai la bocca pronta per ribattere ma Zero mi tappò la bocca da dietro

-Ognuno ha quello che si merita-disse

-Tu meritare donna bella, non lei!-disse ancora il Signor Tour ridendo, io morsi Zero ma proprio mentre stavo per parlare entrò un ragazzino

-Padre ho detto di no quindi toglitelo dalla testa sono stato abbastanza chiaro?!-urlò, aveva gli occhi azzurri e i capelli castano scuro, non aveva ereditato nulla dal padre che era biondo con gli occhi color nocciola

-MARTIN FUORI DA PIEDI!!-urlò il Signor Tour

-Papà non osare dirmi cosa devo fare! Sono stanco di te e delle tue decisioni! Del tuo lavoro e di qualsiasi altra cosa ti riguardi!-urlò sbattendo la porta uscendo, il padre sbuffò rumorosamente

-Cos'ha il ragazzo?-chiesi continuando a guardare la porta da cui era uscito, Zero spalancò gli occhi alla mia domanda mentre il Signor Tour mi guardò cagnesco poi alla fine ghignò

-Non vuole fare spia e io ne ho bisogno... tu donna cosa pensi?-fece uno sguardo di sfida. Mi guardai intorno e vidi Zero, pensai a lui al suo passato e al fatto che a soli otto anni era riuscito a compiere un'azione impossibile per vendetta o per amore. Perché un padre dovrebbe desiderare tutto quello per il proprio figlio? Tanto dolore, torture e sangue per un ragazzino

-Non è esattamente questo che si augura per un figlio-commentai pensierosa

-Voi donne e vostri pensieri...-fece un gesto vago con la mano

-Donna vai parlarci dai che qui totalmente inutile... facciamo finta saresti in grado di fare qualcosa-io guardai spazientita Zero poi mi diressi verso la porta e conclusi

-Sì, come facciamo finta che lei sia un uomo elegante ed educato, comunque sono Keira signore-uscii prima che potessi udire risposta, andai avanti per i lunghi corridoi eleganti ricoperti da un tappeto rosso e dalle pareti bianche, tante guardie mi guardarono indecisi se attaccarmi o meno e io le ignorai sorpassandole velocemente.

Vidi la piccola chioma castana dirigersi verso il giardino e io dubbiosa lo seguii fino ad una specie di labirinto basso pieno di fiorellini bianchi e piccoli. Li guardai a lungo... anche a mia madre piacevano tanto i fiori, diceva che il fiore della nostra famiglia era il giacinto: tanti fiorellini che condividono uno stesso stelo ma che non si guardano mai in faccia, quando ero bambina non capivo perché mi dicesse così e solo in quel momento mi fu tutto chiaro: nessuno conosceva così tanto l'altro da potersi permettere di incrociare il suo sguardo con tale sicurezza con qui il girasole segue la sua stella.

Mi diceva anche che io assomigliavo alla rosa...diceva che essendo bella e delicata facevo credere di essere indifesa e quando venivo colta e strappata dal mio mondo, le mie spine erano in grado di uccidere. Erano chiaramente le parole di una mamma... tanto erano affettuose...

Mi sentii osservata e voltai di scatto la testa dietro un albero, dove finalmente scorsi dei bellissimo occhi azzurri nascosti da una ribelle chioma castana

JOLLYDove le storie prendono vita. Scoprilo ora