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Finita la riunione uscii dalla camera continuando a mantenere il silenzio, Mathew sarebbe stato portato da Ashlie per dirle addio mentre Alvar e Sharon dovevano passare a prendere la modulistica d'ingaggio e anche se io camminavo velocemente incontrai proprio la persona che non volevo

-Keira possiamo parlare?-chiese il mio Master raggiungendomi

-Zeruccio non so dove devo andare mi puoi accompagnare?-chiese civettuola Sharon avvicinandosi, lui voleva guardarmi negli occhi ma io mantenni lo sguardo fisso davanti a me facendo apposta a non incrociare il suo

-Non vai Zeruccio?-chiesi guardando per terra incavolata nera, lui fece per toccarmi ma io mi scostai e lo guardai malissimo

-Accompagno lei e ti vengo a parlare in camera-fece

-Non ti disturbare!-provai ad andarmene ma lui mi prese per il polso e mi fermò

-Non fare così-ordinò sconfitto, io mi liberai dalla sua presa e me ne andai velocemente.

Dovevo prepararmi psicologicamente all'interrogatorio che ci sarebbe stato con Curt e io non sapevo se volevo sapere che cosa mi avrebbe detto anche perché certamente mi avrebbe provocata ma non potevo rimanere indifferente alla situazione, sapeva cose sui miei genitori e io volevo sapere ma avevo un'enorme paura. Non avevo né tempo né voglia di sentire le inutili scuse di un Master senza attributi che tentava di giustificare le sue azioni con la gallinetta rosa. La camera era fredda e vuota come non la vedevo da un tempo e io mi sentivo sola come non mai, non volevo pensare a niente e a nessuno perché nessuno meritava in quel momento di occupare un posto nella mia mente, la volevo vuota e completamente libera dalla preoccupazione di qualsiasi cosa.

Nemmeno Zero si meritava di rimanere un altro secondo nella mia mente, aveva già da compiere un lungo viaggio in quella di Sharon e io non intendevo assolutamente ostacolarlo, nonostante avessi sentitole sue parole durante il dialogo che aveva avuto con Simon non riuscivo a capacitami dei comportamenti che aveva assunto davanti a tutti facendomi fare la figura della cattiva e terza incomoda. La missione cominciava ad infastidirmi quindi la volevo portare a termine immediatamente, sapevo che da quel momento ci sarebbe stato l'interrogatorio con Curt e io volevo parlarci assolutamente, percorsi tutti i corridoi velocemente pregando che nel tempo in cui io ero rimasta intrappolata nella mia mente per quattro ore non avessero già terminato.

Vidi Carl che stava per ordinare alle guardi e di farlo fuori come aveva detto che avrebbe fatto una volta che gli avesse fatto tutte le domande, lo riuscii a bloccare per poco e ne fui grata a me stessa che fossi stata così veloce. Carl mi guardava preoccupato ma sapeva che io avrei dovuto intraprendere il dialogo e sapere che cosa fosse successo ai miei genitori o perlomeno sentirmi dire qualcosa da lui e fare in modo che io lo detestassi ancora di più, sapevamo tutti che stavo andando a farmi del male ma sapevamo anche che non potevo farne a meno e che era giusto così altrimenti sarei rimasta con un vuoto incolmabile nel petto. Mi venne passata una pistola nel caso avesse provato ad attaccarmi per qualche motivo, la presi senza dare troppa importanza a ciò perché comunque io volevo solo parlare e lui solo uccidermi dentro quindi ogni strumento sarebbe stato superfluo ed eccessivo. Entrai e lo vidi in ginocchio con le mani legate davanti a sé con il volto era pieno di lividi, segno inequivocabile che fosse stato maltrattato...non provai pena

-Lewis-fece ridendo mostrando i denti insanguinati

-Curt... mi chiamo Keira-affermai convinta

-Sempre orgogliosa... è inutile essere testardi e insolenti tanto questa vita finisce-disse

-Appunto per questo motivo bisogna fare in modo di venire rispettati-dissi fermandomi davanti a lui con uno sguardo gelido

-So perché sei qui ragazza...-fece con tono amaro

JOLLYDove le storie prendono vita. Scoprilo ora