Mi svegliai di soprassalto con il volto bagnato dalle lacrime su una superficie calda e dura, subito mi guardai intorno rendendomi conto di essere distesa su Zero. Mi sentivo la testa pesante e il corpo tutto indolenzito, i miei occhi dovevano essere gonfi e arrossati e di certo anche i miei capelli non erano messi proprio bene.
Lui mi stava fissando e i nostri volti erano troppo vicini tanto che i nostri nasi si sfioravano, mi distanziai di scatto avvampando
-Scusa-sussurrai rompendo il silenzio che ci stava circondando, mi resi conto di essere circondata da un suo braccio e che non mi permetteva di allontanarmi
-Stavi piangendo-disse ignorando quello che gli dissi prima, velocemente mi asciugai il viso che era tutto arrossato. Mi alzai e andai in bagno e il solo ricordare i miei genitori mi fece vomitare tanto dolore sentendomi lo stomaco tutto rivoltato, non sapevo per quanto tempo avevo dormito ma sapevo che non mi era bastato, mi resi conto che Simon non c'era. Dormire mi faceva credere di non esistere ed era un modo per non soffrire consapevolmente, tornando vidi Zero ancora disteso con gli occhi chiusi appoggiato con la testa sulla testata del letto, mi avvicinai con l'intenzione di sdraiarmi e di tornare a dormire senza svegliarlo dato che in quei giorni mi sentivo debole e priva di forze, ma appena toccai il materasso Zero allungò un braccio afferrandomi e mi trascinò verso di lui facendomi appoggiare la testa sul suo petto.
Ero imbarazzatissima e sorpresa, non aveva mai fatto nessuno un gesto simile e di certo non me lo sarei aspettata da lui, la sua presa si era rilassata
-Perché?-chiesi
-Ero comodo-si giustificò, con un gesto naturale poggiò una mano sulla mia testa per poi irrigidirsi e bloccarsi
Non sapevo per quale motivo si stesse comportando così, mi piaceva stare tra le sue braccia perché mi sentivo al sicuro, e in quel momento ne avevo davvero bisogno, sembrava che lui capisse quello che stavo provando poi ad un tratto mi venne in mente qualcosa di terribile e angosciante che io avevo sempre odiato da parte delle persone
-Non devi avere pietà per me-dissi divincolandomi, lo vidi indurire lo sguardo
-Non provo pietà-
-E allora perché?- poi mi venne in mente quale potesse essere il motivo
-Quando ti manca la tua amichetta vieni da me?! Così non rimani mai solo?! Mi usi come ruota di scorta fingendo addirittura che t'importi qualcosa di me! Sei spregevole e senza cuore come puoi fare una...-
-Perché m'immedesimo in te e so cosa vuol dire... tu mi sei stata vicino anche se ti avevo trattata malissimo quindi mettiti il cuore in pace che oggi non ti lascerò sola anche perché sappiamo entrambi cos'è successo oggi!-urlò, era l'anniversario di morte dei miei genitori ed io ero totalmente distrutta e avevo il cuore a pezzi.
-Non devi dirlo così-dissi abbassando lo sguardo cominciando a tremare: segnale indiscutibile che stavo per rimettermi a piangere, lui si mise seduto di scatto avvicinandosi
-No no no hei? Keira? Dai lo sai che essere delicato non è il mio forte per favore non piangere-cominciai a piangere a dirotto coprendomi il viso
-Uffa!-esclamò
-Ma non è colpa mia!-dissi tra le lacrime poi mi venne uno scatto di rabbia
-Vai fuori!-dissi spingendolo via, lui mi guardò sbigottito
-Poi dite che non siete lunatiche!-esclamò
-Non ti permettere!-urlai facendo dei suoni che credo solo i delfini siano in grado di riprodurre
-Scusa!- indietreggiò e finì giù dal letto facendo un rumore sordo fortissimo
-E poi con chi sarebbe il tuo metro di paragone? Quella Sharon che mi ride in faccia ogni volta che mi vede? Ashlie o Lynsey?! Chi?!-urlai ancora
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JOLLY
FantasyKeira, una ragazza come tante altre scopre il vero lavoro dei suoi genitori e la sua vita verrà totalmente ribaltata. Entra a far parte della MMJM costretta ad una vita che ha come alternativa la morte