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Il giorno successivo Ike si svegliò da solo e lo ritrovai in cucina a mangiare qualche biscotto

-Caffè-ordinò

-Cos'è hai le mani mozzate?!-chiesi sarcastica

-Sei così irritante di prima mattina?!-

-Beh tu sei scorbutico ventiquattr'ore su ventiquattro!-

-Te lo sta ordinando il tuo Master!-

-Ti sta disobbedendo il tuo Jolly!-

-Smettila di sfidarmi! Mi innervosisci!-

-Smettila di trattarmi come un oggetto! Ieri mattina ti ho preparato la colazione non in quanto Jolly ma in quanto...-non dovevo dire il mio nome

-...me stessa, era una cortesia, un modo per andare d'accordo e non una delle tante cose che vuoi che io faccia per viziarti!-urlai, presi la caffettiera e misi il caffè a farsi con rabbia sbattendo tutte le cose che mi intralciavano, quando salì il caffè glielo versai nella tazzina

-E' amaro come te-commentai uscendo dalla cucina e andando in bagno. Mi vestii indossano dei pantaloni neri e una camicia a quadretti bianchi e neri e mi sedetti sul mio letto a fissare la porta chiusa. Io ci stavo davvero provando ad andare d'accordo, per quale motivo si stesse comportando in quel modo non lo sapevo ma stavo male e quella situazione mi irritava. Mi misi un filo di trucco ma niente che si potesse notare troppo poi presi la cartella e uscii dalla stanza scendendo al piano di sotto ma non c'era nessuno, guardai l'ora e... era tardissimo, uscii di casa correndo perché altrimenti avrei perso la metro. Arrivai alla stazione correndo come una forsennata vedendo le porte del mezzo che stavano per chiudersi, vidi Ike e gli corsi incontro, lui mi vide ma non mi tenne la porta aperta cambiando sguardo quando io lo guardai delusa, corsi nell'altra porta che era rimasta aperta e qualcuno fortunatamente fermò la porta e io nell'affanno della corsa gli andai anche addosso

-Oddio scusa e grazie...-dissi imbarazzata senza guardarlo negli occhi

-Ma tu guarda-disse, era un ragazzo... familiare

-Tu non sei la ragazza del negozio?-chiese Mathew, mi costrinsi ad arrossire violentemente nel vedere il suo sguardo serio e inespressivo

-Sì...-dissi

-Mathew Foster-disse porgendomi la mano con cordialità e freddezza allo stesso tempo

-Aria Adams-sentivo il suo sguardo su tutto il mio corpo e una sensazione di vomito mi salì in gola e avrei certamente vomitato se lui e il suo sguardo non fossero stati distratti

-Hey Foster! Fai conquiste?-chiese un ragazzo in un gruppetto poco lontano da noi e tutto il gruppo mi fissò

-Di certo non è qualcosa che ti possa minimamente interessare- lo freddò lui, rimasi in silenzio durante tutto il viaggio per poi lanciarci una veloce occhiata prima di entrare a scuola. Zero aveva oltrepassato ogni limite.

Durante la mattinata come ciliegina sulla torta le mie compagne di classe non fecero altro che chiedermi del mio "bellissimo fratello tenebroso"... il cervello di quelle ragazze era certamente bruciato per colpa della piastra per capelli.

Anche se lui era insopportabile non avrei dovuto permettere chela missione fallisse così risposi

-Ve lo farò conoscere-e all'intervallo le condussi nella sua classe, lui mi salutò abbastanza gentilmente ma sapevo che lo faceva sotto costrizione e che in quel momento mi avrebbe voluto tirare un pugno in faccia piuttosto che un sorriso.

I suoi amici mi vennero incontro e mi parlarono molto gentilmente chiedendomi se anche questo pomeriggio sarebbero potuti venire a casa nostra per passare un po' di tempo con il mio presunto fratello... gli avrei volentieri detto di no perché quel pomeriggio avevo intenzione di lottare con Ike e capire perché diavolo la situazione si fosse messa in quel modo ma annuii poco convinta e gli sorrisi dolcemente e immaginando la mia faccia in quel momento mi venne il voltastomaco. Lasciai quella classe e andai in corridoio

JOLLYDove le storie prendono vita. Scoprilo ora