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L'umiliazione più grande di tutta la mia vita la avevo subita di mia spontanea volontà da parte della persona in cui io avevo riposto tutta la mia fiducia e con la quale ero riuscita ad avere un rapporto che mi stava a cuore per una volta, non avevo il coraggio di guardalo o di vederlo. Volevo solo la sua sparizione dalla faccia della terra per il resto della mia vita, continuavo a ripercorrere nella mia mente il mio atteggiamento da stupida ragazza ingenua quando mi ero lasciata convincere dai suoi occhi supplichevoli, beh solo se li avresse rifatti per chiedermi perdono in ginocchio avrei rinstaurato un rapporto con lui.

Quella mattina appena finii di farmi una doccia rigenerante, anche ai capelli per togliermi la lacca che mi era stata messa, qualcuno bussò alla porta e quando la aprii ancora con l'asciugamano avvolto attorno al corpo, una attorno ai capelli e il trucco colato a causa della doccia mi trovai davanti Cindy con un delizioso sorriso mattutino che si spense all'istante quando vide il mio sguardo arrabbiato e severo.

Non dissi nulla ma lei capì all'istante

-Che ha combinato?!-fece preoccupata mentre entrava in camera e si sedeva sul mio letto che era rimasto intatto per la notte trascorsa fuori. Mentre mi vestivo e mi pettinavo furiosamente i capelli le raccontavo di tutto che quello che era successo mentre lei non c'era ed ero talmente tanto veloce a parlare che lei pur essendo una gran chiacchierona non riusciva ad infilarsi nel mio argomento.

Intanto che parlavo farneticamente sbattevo le cose della mia camera e facevo talmente tanto rumore che Cindy sbiancò e deglutì intimorita, mi asciugai i capelli nervosa mentre lei cercava di farsi sentire nonostante il rumore gridando quanto fosse sconvolta e che non se lo aspettavo minimamente un gesto simile da parte sua poi in tutta fretta andò verso la porta

-Questa storia non può finire così ci deve essere per forza qualcosa sotto!-urlò prima di uscire e sbattere la porta per poi cominciare a correre da qualche parte sconosciuta, sapevo che non sarebbe andata dal mio Master perché non ne aveva il coraggio e comunque non avrebbe saputo cosa dirgli mentre io di cose da dire a quel soggetto ne avevo fin troppe.

Mi misi la nuova divisa che modestamente mi stava molto bene e al diavolo la modestia, la timidezza e la correttezza ero talmente arrabbiata che sarei stata capace di distruggere un esercito senza troppe difficoltà.

Uscii stanca e stressata dalla stanza ma con un aspetto decisamente molto minaccioso dato che Cindy aveva deciso di truccarmi ancora, non me ne fregava nulla e io le lasciai fare.

Andai verso la cella di Mathew con passo pesante facendo spostare le guardie al mio passaggio più velocemente del solito

-Non fate entrare nessuno, non voglio essere disturbata mentre sto lavorando-ordinai aprendo la prima porta dirigendomi verso la seconda con una sicurezza che non credevo di avere in corpo.

Entrai velocemente trovando il prigioniero seduto sul letto con le braccia che sorreggevano la testa appoggiate sulle ginocchia, aveva uno sguardo disperato e io mi bloccai quando lo vidi, come se in lampo avesse cancellato tutti i miei pensieri

-Ciao-fece alzando lo sguardo e facendomi un debole sorriso

-Ciao-risposi

-Niente colpi sotto la cintura oggi?-chiese

-No credo che uno ti sia bastato-lui rise, poi passò lo sguardo verso il suo cuscino dove era posizionata una lettera

-Hai deciso di salvarla allora?-chiesi e lui si blocco

-Almeno lei potrà salvarsi, io voglio solo patteggiare-poi prese la busta e me la porse con sicurezza quasi non avesse più dubbi o almeno si rifiutava di averli per il bene di sua sorella

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