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-Se ti rimproverassi...-fece Zero appena arrivammo davanti alla mia stanza e io lo guardai negli occhi supplichevoli facendolo incantare

-No, stai zitto-dissi e lui rimase in silenzio, pensavo mi portasse in camera mia invece andammo nella sua e mi fece sedere sul suo letto mentre io fissavo il pavimento

-Ho saputo della discussione che c'è stata con Carl e ho sentito le ultime cose hai detto a Mathew... tu credi davvero in lui vero?-mi chiese come se non fosse ovvio

-Ci sto provando davvero ma pare che non se ne accorga...-

-E' in una cella e ovviamente è sulla difensiva-spiegò sedendosi accanto a me

-Quando io ero rinchiusa non mi comportavo in quel modo con lui-feci notare

-Sì ma tu non provi niente per lui invece lui non sa più che cosa fare-

-E violarmi sarebbe stata una cosa vantaggiosa secondo il suo modo di pensare?! E poi scusa ma da quando lo difendi?-chiesi irritata

-Non lo sto difendendo ma mi sono reso conto anche io che Ashlie è totalmente incosciente della posizione in cui si trova e mi fa pena, vorrei trovare il modo per far appoggiare la tua idea a Carl ma per farlo dobbiamo avere la collaborazione di Mathew-disse, presi un respiro profondo e mi lasciai cadere sul suo letto guardando il soffitto

-Ti ha fotto male?-chiese prendendomi un polso e guardandolo con attenzione

-Fisicamente no-risposi sbuffando

-Anche tua madre era eccessivamente pensierosa sulle missioni, tuo padre me ne parlava sempre e diceva che quando pensava faceva un faccino dubbioso che lo faceva impazzire-disse sdraiandosi su un fianco guardandomi negli occhi

-Anche io sono come lei?-chiesi

-Oh sì-rispose e io avvampai e lui come al solito rise beccandosi un pugno sulla spalla, mi voltai sul fianco in modo da dargli le spalle e sbuffai rumorosamente

-Non puoi pretendere che non rida vedendoti diventare rossa come un peperone!-continuò agitandosi muovendo tutto il letto poi sentii una mano afferrarmi un fianco e venire a contatto con la mia pelle facendomi venire i brividi

-Devi ancora andare da Red vero?-chiese e io alzai il viso ritrovandomelo fin troppo vicino solo che nessuno dei due si scostò

-Sì...-risposi, poi silenzio e ci alzammo mentre lui mi accompagnava da Red.

Quando entrai nell'ufficio del mio amico venni subito raggiunta da lui che frettolosamente mi guardò controllando che non avessi riportato delle ferite dopo l'incontro con Mathew poi mi portò in un'altra stanza buia ordinandomi di spogliarmi completamente e di sdraiarmi sul lettino al centro della sala mentre una macchina mi avrebbe preso tutte le misure anche per le armi.

-Stai scherzando?!-sclerai

-Scusa ma tu vedrai quelle immagini?!-chiesi preoccupata e lui diventò rosso come un peperone

-NO! Non non farei mai una cosa del g genere K Keira-si giustificò balbettando facendo ridere Zero

-Beh per me non sarebbe nulla di nuovo!-commentò

-Cosa?!-chiese Red sconvolto

-Sta scherzando!-dissi prontamente sperando che le mie parole fossero vere, non sapevo se lui potesse vedere quello che facevo attraverso qualche telecamera e di certo non lo volevo sapere, velocemente cercando di evitare qualsiasi altra domanda entrai nella stanza e cominciai a spogliarmi distendendomi sul lettino mentre un laser verde prendeva le mie misure. Mentre firmavo dei moduli e fingevo di ascoltare Red e Zero in realtà stavo pensando a come sistemare le cose con Mathew perché per quanto mi impegnassi volevo assolutamente risolvere la situazione, sconfiggere la sua testardaggine e maleducazione... in un certo senso volevo sconfiggere anche lui mi irritava il fatto di essere stata atterrata anche perché mi aveva provato a fare del male e se non fosse stato per Zero sarebbe successo davvero una cosa spiacevole

-Capito?-chiese Red e io in tutta risposta sorrisi spaesata, lo vidi innervosirsi leggermente e avere un leggero tic all'occhio anche perché lo avevo fatto parlare molto, a differenza sua il mio Master mi fissava con il suo solito sguardo indecifrabile che mi metteva in soggezione.

-Passa domani mattina ora ho da fare!-fece Red irritato e io per farmi perdonare mi avvicinai e gli diedi un bacio sulla guancia scusandomi, lui all'iniziò avvampò poi mi sorrise sconfitto mentre io uscivo dal suo ufficio intenta a tornare in camera mia e a distrarmi un po' dato che ne aveva molto bisogno.

Camminai velocemente in mezzo a tanti camici bianchi ignorandoli quando facevano qualche commento su di me e percorsi i corridoi velocemente mentre sapevo che il mio Master era rimasto con Red e che presto o tardi mi avrebbe obbligata ad andare da Carl, ma per andare dal capo dovevo assolutamente prima convincere Mathew a fare la cosa giusta con Ashlie.

Mi sigillai in camera e mi infilai il pigiama velocemente, poi presi il mio computer e cominciai a guardarmi il primo film strappalacrime che mi era capitato sotto mano perché avevo un urgente bisogno di alleggerire la mia mente e distrarmi da quella situazione orribile in cui mi ero infilata, spesso speravo di essere totalmente scema in modo da non capire le cose e fregarmene di tutto ciò che sarebbe successo alle altre persone.

Invece mi sentivo lo stomaco chiuso, il mal di testa, la nausea, il nervoso e una litigata in sospeso con Carl che mi faceva stare molto male e mi continuava a ronzare nella testa ogni sua singola parola che ci eravamo scambiati cercando di trovare un modo per sistemare la situazione e accontentare tutti ma comunque non riuscii a trovare nulla che non includesse la partecipazione di Mathew. Dato che potevamo ottenere più informazioni sul padre dei due ragazzi Carl non si sarebbe lasciato sfuggire un'occasione simile e... erano passati ventisette minuti di film e io ancora non ero riuscita a capire chi fossero i protagonisti perché continuavo a pensare. Rimisi sa capo il film e andai in bagno a sciacquarmi il viso, mentre stavo tornando sul letto qualcuno bussò così andai ad aprire trovandomi davanti i suoi occhi provocanti e i suoi capelli verdi

-Come mai qui Alvar?-chiesi subito senza aspettare che mi salutasse, lui fece un leggero sorriso mentre mi squadrava con indosso il pigiama, non mi vergognavo ma fossi stato in lui avrei smesso all'istante perché mi stavano saltando i nervi e salendo la voglia di spaccargli il muso

-Allora?-chiesi spazientita

-Ho saputo che c'è stato qualche problema con il detenuto ed ero preoccupato...-

-Grazie per essere passato, sto bene fortunatamente-risposi facendolo sorridere

-Mi piacerebbe invitarti ad uscire a cena una sera di queste...-disse

-Al momento sono impegnata ma forse dopo va bene-sbrigai velocemente

-Non sei nemmeno costretta a vestirti! Per me vai bene anche così!-fece scorrere velocemente lo sguardo su di me

-Scusatemi! Interrompo qualcosa?!-chiese Zero alle spalle di Alvar, io gli sorrisi in un gesto spontaneo

-No-risposi poi feci un cenno ad Alvar e chiusi la porta senza che nessuno la bloccasse fortunatamente.

Tornai distratta la mio film e fortunatamente riuscii a guardarlo tutto non distraendomi e sentendomi bene con me stessa e libera come in realtà non ero, poi venne a farmi visita Cindy che mi parlò di qualcosa di cui non capii nulla riguardo a qualche intruglio che le aveva occupato tutta la giornata e per cui aveva saltato il pranzo... tutto per arrivare a dire che gli era mancato moltissimo Simon e che non credeva di essere così dipendente da lui.

Parlava di lui in continuazione e al posto di annoiarmi mi affascinava sentire le descrizioni dei suoi sentimenti perché erano totalmente nuovi e io non li avevo mai provati, a quanto avevo capito non era una sensazione di piacere ma di un dolore che ti faceva sentire bene e che ti faceva sorridere, mi diceva che sapere che in qualche momento della giornata la persona per cui provavi dei sentimenti ti pensava era fantastico e che la faceva sognare dimenticandosi persino del suo lavoro.

Le brillavano gli occhi e incondizionatamente cominciava a parlare a vanvera con un sorriso a trentadue denti stampato sul volto che ti contagiava e ti faceva provare invidia, ma un'invidia buona perché ero molto contenta di vederla in quello stato e che venisse proprio da me per parlarne.

Simon era davvero fortunato e sperai vivamente che lo sapesse.

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