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Oltrepassai Carl che mi disse

-Non puoi capire che cosa hai fatto... mi hai sorpreso-non sembrava deluso ma spaventato, io mi allontanai venendo seguita da dei passi affrettati, non mi voltai a vedere chi fosse ma appena svoltai l'angolo puntai la pistola per poi vedere spuntare la figura di Simon, abbassai la pistola vedendo che lui era terrorizzato e stava per mettersi a gridare, lo guardai e poi gli detti le spalle cominciando a camminare verso le cabine.

Lui mi correva dietro per stare al mio passo

-Keira-mi chiamava

-Keira fermati un attimo!-mi prese per il polso ma la sua forza rispetto a quella di Zero non era niente, non mi divincolai ma gli rivolsi un'occhiata glaciale

-Voglio stare sola-dissi

-Keira le procedure in questo caso sono lente e poi lui...-fece per dire ma io lo interruppi

-Tu lo sapevi?!-chiesi sclerata, lui non mi rispose e rimase a fissarmi.

Lo sapevano tutti all'infuori di me e anche lui io lo considerava come una delle persone più care che mi erano rimaste, non ci fu bisogno di divincolarmi perché lui mi lasciò e io ripresi a camminare verso la mia destinazione.

Alle cabine scrissi una lettera e dissi di farla leggere a Carl non appena me ne fossi andata, andai nella cabina e mi vestii, gli scienziati non chiesero nulla perché videro il mio sguardo e ne fui contenta perché almeno avrei evitato di strangolare qualcun altro.

Uscii, chiamai un taxi e andai n un luogo dove mi ero sentita al sicuro da tutti persino da Zero.

Il taxi parcheggiò davanti al B&B dove io pagai e scesi velocemente raggiungendo la nonnina, appena mi vide sgranò gli occhi e felice mi accolse

-Keira! Quanto tempo, come sei diventata bella!-disse, bastarono quelle parole per farmi precipitare, farmi andare tutto addosso rendendomi impossibile non scoppiare a piangere distrutta e completamente incapace di pensare a come sistemare la brutta situazione in cui mi trovavo.

-Santo cielo bambina vieni dentro!-disse prendendomi la mano, era molto più bassa di me e vederla prendersi cura di me come una nonna mi fece davvero tanto piacere.

Mi fece una cioccolata dato che l'estate stava ormai finendo e l'aria fredda cominciava a sentirsi, poi si sedette davanti a me cominciò a parlare del più e del meno cercando di tranquillizzarmi aspettando che decidessi volontariamente di raccontarle tutto.

Parlai con lei per due ore e non potei evitare di piangere come una stupida quando le raccontai, pensavo a tutte le bugie a cui avevo creduto e mi vergognavo di me stessa per essere stata tanto ingenua nel pensare che prima o poi mi sarei trovata a mio agio in quell'agenzia, che mi sarei abituata a non avere più i miei genitori ... non avrei mai potuto fare quelle cose perché ero debole e completamente incapace di gestire la mia vita, anche perché apparteneva alla stessa persona che me l'aveva rovinata.

Zero e il sorriso che mi rivolgeva quando mi consolava mi venne in mente e mi salì tanta rabbia inutilmente, non dormii per niente ma rimasi nel letto a fissare quella parte di cielo visibile dalla finestra, nessuna stella, nessuna nuvola, niente di niente tutto era spento e triste. La notte era triste io non potevo evitare di pensare a quello che era successo, alle parole di Carl, Simon che mi aveva tenuto all'oscuro di tutto, ma soprattutto che Zero avesse fatto una cosa simile. Quando lo aveva accusato lui non aveva smentito quindi quello che mi avevano detto le gallinette era vero e la stupida ero stata proprio io che mi ero fidata di una persona senza scrupoli, mi vergognavo di me stessa per non aver capito subito che razza di uomo era eppure non riuscivo a convincermi che le parole che mi aveva detto all'anniversario di morte dei miei genitori fossero false... forse perché volevo sentirmele dire da qualcuno e pensare che quella persona mi abbia presa in giro mi faceva sentire ancora più stupita di quello che ero.

I pensieri avevano invaso la mia mente per tutta notte fino a quando alle cinque del mattino non decisi di alzarmi e cominciare a lavorare lì come quando stavo aspettando che mi dicessero che cosa dovevo fare... non era un bel ricordo nemmeno quello ma rispetto ad ora ero molto più felice

-Cara oggi accoglieremo un gruppetti di ragazzi che vogliono concludere la vacanza-disse Minnie vedendomi sovrappensiero per concedere alla mia mente un po' di tregua

-D'accordo-risposi continuando a fare i mestieri.

In serata infatti ci raggiunsero un gruppo di ragazzi della mia età che stranamente mi sembrava di aver già visto... i miei compagni di scuola delle superiori!

Mi feci prendere dall'ansia, non sapevo che cosa avevano detto al mio paese sul mio conto quando ero sparita... e se avessero detto che ero morta e invece mi trovavo lì

-Keria?-chiese uno riconoscendomi ma io non mi smossi

-Hei? Sei Keira giusto? Come va nella nuova scuola?-chiese un mio ex compagno... avevano detto che ero stata trasferita fortunatamente

-Bene grazie-risposi tutte le mie ex compagne mi squadrarono e cominciarono a ridere mentre i miei compagni mi guardavano con uno sguardo indecifrabile

-Come mai siete tutti qui?-chiesi e mi rispose un tipo di cui non mi ricordavo il nome e sinceramente non m'importava

-Abbiamo fatto una rimpatriata prima che cominci a scuola-disse e io mi persi nel mio mondo: mi chiesi come avrebbe fatto Sharon la parte della ragazza timidina con Mathew e al solo pensiero mi venne da ridere, i miei ex compagni mi guardarono spaventati dalla mia reazione e presero le distanze.

Li sistemai come dovuto e andai nella mia camera.

Non sapevo se fosse un problema che i miei ex compagni mi avessero vista, in fondo avevo semplicemente reso più credibile la mia copertura, ad un tratto sentii la porta principale aprirsi e io aprii la porta per vedere chi fosse, alla vista di una chioma bianca chiusi immediatamente la porta a chiave con entrambi i giri e mi sedetti sul letto con il cuscino al petto

-Minnie lei è qui?-chiese Zero

-Certo che è qui citrullo dove vuoi che sia non ha più un posto dove stare!-disse lei con la voce tremolante da anziana saggia

-Devo parlarle-disse

-Ma lei non vuole e ha tutto il diritto, è una mia ospite e i miei ospiti non si disturbano sai quali sono le regole-continuò

-Dille che passerò tutti i giorni fino a quando non mi farà parlare-

-Zero... vai all'agenzia, domani ci parlo io-disse, si sentì aprire la porta e prima che si potesse chiudere la nonnina gli disse

-Ci sono i suoi ex compagni di classe... tu lo sai che Keira...-

-Sì lo so... buonanotte-rispose lui poi chiuse la porta e se ne andò.

Non ci avrei mai parlato anche se fosse stata Minnie a chiedermelo, non volevo sapere le sue motivazioni, io avevo fatto al mia parte e lui comunque aveva reagito in quel modo quindi non aveva alcun obbligo nei suoi confronti anche perché io ero un JS ormai.

Un'altra notte insonne passata a guardare il cielo che era stellato e che mi dava la possibilità di fare disegni immaginari nel cielo facendomi giocare con la fantasia, il cielo si trovava intorno a me e non sarebbe mai stato in altro modo, non mi sono mai piaciute le cose sicure perché non ti spingono a dare il massimo ma in quel momento mi ricredetti perché qualche certezza nella vita ci deve essere altrimenti non sapremmo su quale superficie prendere la spinta per volare.

Ad un tratto il volto di Zero apparve nella finestra e io rimasi ferma a fissarlo incapace di muovermi, il mio cuore si era bloccato, lui non si muoveva e mi fissava cercando di capire che diamine stesse passando per la mia testa.

Sgranò gli occhi e dalla sua espressione mi resi conto che una lacrima stava percorrendo il mio viso, mi fece segno di aprire la finestra ma io rimasi immobile, disse qualcosa ma io non sentivo, mi asciugai la lacrima e feci segno di non con la testa.

Mi voltai dalla parte opposta portandomi le ginocchia al petto, sapevo che detestava quando mi mettevo in quella posizione ma mi era inevitabile.

Non piansi più e promisi a mia stessa che non avrei più pianto.

JOLLYDove le storie prendono vita. Scoprilo ora