12

2.1K 113 1
                                    

-Hei!-dissi facendogli un cenno avvicinandomi, lui mi guardò cagnesco

-Sparisci!-urlò, io mi bloccai

-Le persone come te: che obbediscono agli ordini senza metterci un briciolo di cervello in quello che fanno mi disgustano e non le voglio a meno di cinque metri di distanza da me!- disse puntandomi un bastone, io mi accigliai

-Non sai chi sono-dissi severa e leggermente offesa

-A no?! Sei una spia al servizio di mio padre!- io sorrisi soddisfatta

-No!-

-No?-chiese con un'espressione dubbiosa in viso come un bambino curioso che m'intenerì il cuore

-Se abbassi il bastone te lo spiego-dissi e lui così fece

-Sono un Jolly, al servizio del Master Zero non di tuo padre-

-Sì ma lui è al suo servizio quindi è come se...-

-No!-lo interruppi

-Sì-

-Ho detto di no e ora per favore mi posso sedere all'ombra di questo albero? Sono stanca se vuoi rimanere con me e raccontarmi cosa è successo va bene altrimenti torna pure ad urlare all'ufficio di tuo padre, tanto sarà quello che farai per il resto della tua infanzia se non provi a sistemare la situazione-conclusi sedendomi poco distante da lui e dal suo bastone che mi puntava verso il viso nuovamente

-Sei solo uno stupido bugiardo adulto come tutti gli altri-disse schifato

-HEI! HEI! HEI!-urlai

-Adulto?! Quanti anni mi dai ragazzino!?-lui ghignò

-Non lo so... quaranta?!-

-Quarant... ma io ti ammazzo!-sclerai prendendogli il bastone e buttandolo per terra cominciando a fargli il solletico. Lui rise come un pazzo e solo quando cominciava ad avere male agli addominali lo lasciai libero, si sedette davanti a me appoggiandosi al muro e solo in quel momento mi accorsi che il nascondiglio di Martin era veramente incantevole, eravamo circondati da tanti cespugli in fiore, era un posto piuttosto appartato, per questo, probabilmente spesso si nascondeva lì.

Sbuffai

-Allora?-chiesi guardandolo fisso negli occhi, lui mi guardava incerto e con sguardo indagatore ma alla fine parlò

-Vuole che io diventi una spia... una come quel tipo: Zero!-disse di getto

-Posso sapere perché non vuoi?-

-Perché non voglio morire!-urlò

-Giusto...beh non posso ribattere-dissi abbassando lo sguardo

-Tu perché sei lì? Ti piace stare con loro?-chiese avvicinandosi, quelle domande non me le ero nemmeno posta, anche perché non è che avessi molta scelta!

Non sapevo se mi piaceva stare con loro ma di certo non era così terribile come mi aspettavo, in fondo ho fatto anche nuove conoscenze e sono ancora in vita...ma sotto il controllo di un Master che mi odia e che io odio, di un'agenzia che mi avrebbe uccisa senza troppi giri di parole. Decisi di ignorare l'ultima domanda

-Perché ero praticamente obbligata-

-Anche a te i tuoi genitori ti hanno obbligata?!-chiese un po' eccitato perché pensava di aver trovato qualcosa in comune

-I miei sono morti...-dissi e lui spalancò la bocca

-...per salvarmi-o almeno credevo

-E io dovevo scegliere tra la morte ed entrare nell'agenzia e... non volevo che le loro vite fossero state sacrificate in vano...erano delle spie e anche molto importanti e poi sono arrivata io che, l'errore della famiglia, che si è ridotta a fare uno stupido Jolly per una persona che mi detesta e che molto probabilmente alla prima occasione mi lascerà morire pur di rimanere solo... o forse no ma nel profondo spera che io in qualche modo scompaia...-ormai fissavo un punto a vuoto sul terreno e mi ero persino dimenticata che quelle parole le stavo dicendo ad un bambino

-Non ho chiesto il tuo nome-disse in un momento di silenzio Martin

-Sono Keira-dissi con un leggero sorriso, il suo sguardo si indurì e mi guardò fisso

-Va bene-

-Cosa?-

-Farò la spia... voglio andarmene di qui e stare con la sola persona che fino ad oggi mi abbia parlato con sincerità-io lo guardai sorpresa sia dalle sue parole che dal suo sguardo incredibilmente maturo

-Andiamo- disse, poi mi prese per mano e mi trascinò per tutto i corridoio dove le guardie mi guardavano sbigottite e passavano lo sguardo dal mio volto alla sua mano stretta alla mia poi arrivati alla porta mi mollò e la aprì

-Padre!-disse solenne

-Martin mi dispiace avere mandato un tale peso ma questa donna stare interferendo con la comunicazione... spero che la nullità di questa ragazza non avere fatto cambiare totalmente idea-disse ridendo cercando di contagiare Zero che però rimaneva impassibile

-Al contrario padre-disse facendo voltare entrambi

-Come?-chiese suo padre

-Mi ha convinto ad entrare all'agenzia... perché voglio diventare il suo Master-annunciò

-CHE!?!?!?!-esclamammo io, il signor Tour e Zero, Martin guardò quest'ultimo e sorrise beffardo

-Goditela finché puoi!-disse prima di uscire dalla sala lasciandoci tutti a bocca aperta.


-L'hai corrotto!-esclamò Zero in macchina per la quinta volta

-Ti ho detto di no!-mi difesi

-Comunque sarebbe troppo piccolo per farti da Master non dovevi illuderlo!-continuò

-Non sono stata io a mettergli in testa questa idea!-

-Comunque ora andiamo e ti fai il tatuaggio e basta!-io rimasi interdetta

-Cos'è hai paura di perdermi?-chiesi beffarda, lui mi guardò cagnesco con quel suo sguardo di fuoco che mi fece perdere il sorriso all'istante

-Non hai senso dell'umorismo-commentai

-Ne ho più di te-

-Certo... comunque adesso non posso mi devo preparare che devo andare a cena con Simon-lui si bloccò

-Con Simon?!-urlò

-Ti calmi per favore?!-gridai più di lui

-Adesso esci anche con i miei amici!?-continuò

-Mi ha invitata lui per prima cosa, e poi che t'importa se lui esce con me?-chiesi

-Niente di niente-

-Appunto!-conclusi scendendo dalla macchina perché ormai eravamo arrivati e dirigendomi verso camera mia.

Anche per me era stato strano che mi avesse chiesto di uscire con lui ma non era un appuntamento e lo avevamo messo in chiaro entrambi dato che ancora non ci conoscevamo bene. Pensai a Martin e al fatto che gli era bastato poco tempo per conoscermi ed essere la prima persona al di fuori della mia famiglia che era pronta a fare qualcosa di veramente significativo per entrambi...che angioletto! Peccato che io non possa essere davvero il suo Jolly ma probabilmente quando entrerà nell'agenzia saprò più io di lui. Mi feci una doccia e andai alla cabina per cambiarmi, e mi feci spiegare come funzionava la storia del segno uno e due con la mano, in pratica uno era solo l'aspetto dei vestiti mentre il due era cambiare totalmente aspetto e in quel caso gli scienziati dietro il bancone cercavano l'aspetto che dovevi raggiungere per la missione a te assegnata e te lo facevano, mentre se era perché volevi cambiare il tuo aspetto completo perché ti andava dovevi comunicarlo prima.

Quindi prima di entrare nella cabina feci segno uno ed entrai, come al solito venni investita da un'aria fresca e piacevole che mi fece sentire bene.

JOLLYDove le storie prendono vita. Scoprilo ora