Avvisaglie. (Terza parte)

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Dal capitolo precedente:

***..."Tieni amore... L'hai dimenticato questa notte nel nostro letto."
Alza la voce questa volta per farsi sentire. Vedo Adrian pronto a far scoppiare la sua ira ma riesco ad intercettare il suo sguardo chiedendogli tacitamente di fermarsi e attendere semplicemente che Alex vada via. Ed è infatti subito dopo che si chiude la porta alle spalle lasciando me ed Adrian al nostro appuntamento di lavoro.***

Rilascio il fiato e la tensione trattenuti fino a pochi attimi prima, accasciandomi per terra sentendomi svenire. Un moto di nausea si ripresenta nel mio corpo e sento la stanza girarmi intorno. Prontamente Adrian si allunga venendomi incontro sorreggendomi per le braccia mentre io definitivamente cedo alla paura scoppiando in un pianto rumoroso e sconnesso.
"Piccola, piccola... È tutto ok.. Ci sono io qui ora."
Mi accarezza stringendomi a se continuando a ripetermi che è finita e non mi lascerà sola.
"Non ce la faccio più! Gli ho detto di starmi lontano! Che l'avrei denunciato!"
"Ti ha fatto del male prima che arrivassi???"
"Aveva lui il mio telefono....."
"Te l'ha ridato... C'era qualcosa che non volevi vedesse?"
"C'erano delle nostre foto... Soprattutto tue, ma fortunatamente coperte da password e anche se mi ha minacciata, non gli ho dato nulla."
"Allora è tutto ok... Stai bene vero?"
Faccio segno di no con la testa e il suo sguardo mortificato e triste fa incupire ancor di più me.
"Allora cosa c'è?"
Il suo tono è così dolce che riesco a prendere coraggio e rispondergli.
"Ha utilizzato il mio telefono per mandare dei messaggi al suo numero. Messaggi equivoci.... di sesso telefonico."
Lo vedo serrare la mascella che si indurisce sentendo i denti scricchiolare per poi rilassarsi nuovamente.
"Non me ne frega un cazzo. Non sei stata tu a mandarli."
"Che io lo voglia o no mi avrà ancora... È questo ciò che mi ha detto! Se provassi a denunciarlo, tramite quei messaggi avrebbe le prove che ero io a volerlo... che mi piace essere presa con la forza."
Scoppio a piangere ancora incapace di trattenermi.
"Ha fatto registrare anche ad una donna dei messaggi vocali mentre ansimava dicendo che per provare la mia innocenza mi avrebbe scopata davanti ad un giudice! Lo odio! Lo odio cazzo!"
"Non accadrà nulla."
Adrian è stranamente calmo nonostante tutto quello che gli ho raccontato il che se da una parte mi insospettisce facendomi temere che possa fare qualcosa ad Alex, dall'altra mi rassicura e mi tranquillizza con la sua voce calma e singolarmente pacata.
"Hai sentito quello che ti ho detto? Mi farà del male! Ce la farà a distruggermi Adrian!"
"No! Non lo permetterò ancora cazzo!"
Si stacca da me e sento già la mancanza del suo calore sul mio corpo. La sua mano scivola in tasca e armeggia col telefono portandolo poi all'orecchio.
"Chi stai chiamando?"
Mi fa segno di tacere e quando sto per parlare nonostante il suo avvertimento, pone un dito sulle mie labbra sorridendomi e non posso fare a meno di perdermi nei suoi occhi verdi dolci e allo stesso tempo in tempesta.
"Virginia?"
Mamma?!
"Ho bisogno del tuo aiuto."
No! No cazzo!
"È tutto ok... Lara starà da te per un po'..."
Cosa?! No! No! No!
"Adrian ti prego!"
"Sta bene. Starà bene...."
"Adrian!"
Perché non mi ascolta! Ma che cazzo! Ma io non esisto?!
"Virginia... Grazie di esserti presa cura così di lei quando non ci sono stato. Prometto che aggiusterò tutto. A presto..."
Chiude la telefonata tornando finalmente a considerare la mia presenza.
"Piccola...."
"Piccola un cazzo! Cosa ti ha detto mia madre? Perché vuoi farmi tornare da lei?!"
"Non lo vedi?! Non sei al sicuro qui! Voglio solo proteggerti e assicurarmi che tu stia bene!"
"Ed allontanandomi pensi di risolvere il problema?! Pensi che non proverà a cercarmi lì prima che altrove?!"
"Piccola ascoltami.... La questione è molto più grave di quanto pensi. Non si fermerà fin quando non ti avrà portata alla pazzia! Non posso permetterlo! Non lo capisci?!"
"E tu non riesci a capire che mi sento al sicuro solo quando sono con te! Non voglio starti lontana! Ti prego!"
Sospira affranto mentre abbassa lo sguardo sconfitto, ma in realtà l'unica ad uscire sconfitta in questa discussione sono proprio io. Non c'è mai stata negoziazione. Adrian aveva già deciso prima di cominciare.


Pochi minuti fa mi ha letteralmente scaricata sulla soglia di casa. Abbiamo attraversato insieme il vialetto della villetta dei miei in silenzio fino a giungere all'ingresso sotto il porticato. Non è bastato stringerlo pregandolo e addirittura supplicandolo di portarmi con se. Mi è sembrato di scorgere una lacrima scendergli lungo la guancia o forse i suoi occhi erano solo lucidi dal freddo e la stanchezza.
Mi ha baciata. Non un semplice bacio di saluto. Era uno dei suoi baci intensi, passionali e completi, bagnati ed eccitanti, ma allo stesso tempo rassicuranti. Le sue labbra calde e morbide mi hanno assaggiato. La sua lingua si è avvolta alla mia e ci siamo persi per meravigliosi attimi, ad assaporare ogni sfumatura del nostro sapore.
Tornerò presto a prenderti.
Questo mi ha detto prima che mia madre aprisse la porta alle mie spalle. Probabilmente è sempre stata lì in attesa del nostro saluto che avrei voluto non finisse mai.
Un altro bacio. Più casto ma assolutamente unico e pieno d'amore.
Ti amo.
Non ciao. Nemmeno ci vediamo. Semplicemente ti amo, prima di scambiarsi un breve cenno d'intesa con mia madre e scappare via in macchina.
Io mia madre in realtà nemmeno l'ho salutata. Sono corsa su per le scale e mi sono rinchiusa nella mia stanza gettando malamente la borsa sul letto per svuotare il suo contenuto alla ricerca del cellulare.

Ti amo anch'io e non permetterò ad un pazzo e quattro mura di tenerci lontano. Io a te non rinuncio stupido ragazzino!

Non attendo neanche una sua risposta. Dopo essermi lanciata sul letto un oggetto dimenticato nella mia borsa ha tutta la mia attenzione. Ho deciso di acquistarlo neanche dieci giorni fa ma ho sempre avuto paura di sapere, di avere una risposta. Più semplicemente ho paura anche solo di porgermi questa domanda finendo così per ignorare il problema. Ora più che mai però io quella risposta la voglio.
Scarto il pacchetto freneticamente mentre mi dirigo nel mio bagno in camera avendo cura di chiudere a chiave la porta. Brevemente leggo le poche e semplici indicazioni circa il suo utilizzo.
...
...
E così alla fine mi sono decisa. Ci giravo intorno da troppo tempo ormai ed era ora di prendere una decisione ferma e definitiva.
Dovevo farlo. E l'ho fatto.
Non pensavo mi sarebbe costato tanto. Non in termini economici certo... Intendo dire che la valenza e il peso di ciò che sto facendo me lo sento davvero addosso, ma allo stesso tempo non ne potevo più di aspettare, anche se in questo momento è proprio quello che sto facendo.
Aspetto.
Solo pochi minuti in fondo.
Sembrano ore.
Bene. È giunto il momento.
Tre... Due... Uno....
...
...
Merda.

Sono incinta.




Così, Lara veniva a conoscenza di qualcosa che avrebbe cambiato inevitabilmente la sua vita ed Adrian pensava ad un modo per togliere di mezzo definitivamente Alex e proteggere l'amore della sua vita, senza sapere che ora ci sarebbe stato un altro piccolo esserino bisognoso della sua protezione.
Entrambi però, ignoravano che il loro amorevole e tenero saluto fosse in realtà preda di uno spiacevole spettatore che in silenzio nella sua auto, a pochi metri dall'abitazione, ridacchiava maligno e metteva in moto il veicolo allontanandosi con sorriso sinistro, pregustando già mille modi per attuare la sua dolorosa vendetta.

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