Avvisaglie.

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E così alla fine mi sono decisa. Ci giravo intorno da troppo tempo ormai ed era ora di prendere una decisione ferma e definitiva.
Dovevo farlo. E l'ho fatto.
Non pensavo mi sarebbe costato tanto. Non in termini economici certo... Intendo dire che la valenza e il peso di ciò che sto facendo me lo sento davvero addosso, ma allo stesso tempo non ne potevo più di aspettare, anche se in questo momento è proprio quello che sto facendo.
Aspetto.
Solo pochi minuti in fondo.
Sembrano ore.
Bene. È giunto il momento.
Tre... Due... Uno....
...
...
Merda.

Tre ore prima...
"Sveglia dormigliona...."
"Mmmh..."
Mugugno infastidita dalla voce di Adrian che non fa altro che richiamare la mia attenzione sussurrando dolci nomignoli alternati da piccoli e morbidi baci lungo tutta la mia schiena nuda.
"Hai un sapore incredibile..... Non smetterò mai di assaggiarti. Sempre. Continuamente.  Amo il tuo odore... Sa così tanto di... Di..."
"Bagnoschiuma?"
Ridacchia mentre affonda scherzosamente i denti nelle mie natiche risalendo poi su tutto il mio corpo fino a sovrastarmi.
"Mmmh... Amore dai spostati mi stai schiacciando...."
"Volevo solo farti sentire quanto ho voglia di te... Ancora e ancora... E ancora.."
Strofina il suo membro più che eretto lungo la linea tra le mie natiche e vorrei davvero farmi scopare qui e ora se non fosse che il cinese di ieri continua a tornarmi su dalle quattro di questa notte.
"Amore... Non mi sento tanto bene..."
"Ci penso io piccola... Ho io la cura!"
Continua a baciarmi sotto l'orecchio leccandone i contorni in modo sensuale, senza smettere mai di eccitarmi con i suoi movimenti. Cerco di scacciare via quella sgradevole sensazione alla bocca dello stomaco, o forse poco più su.
"Adrian! Oddio ti prego spostati devo vo-.."
Oh mio dio che schifo! Faccio appena in tempo a sporgermi dal letto rimettendo per terra la cena di ieri.
"Piccola è tutto ok?!"
Piagnucolo disgustata da me stessa mentre mi volto verso di lui che con le mani mi tiene i capelli anche dopo che ho smesso di vomitare.
"No... Non è ok..."
Mi imbroncio e metto il muso con i lacrimoni agli angoli degli occhi.
"Piccola te l'avevo detto che mangiare cibo cinese in piena notte non era una buona idea..."
"Ma io ne avevo disperatamente voglia!"
"Già ma non avresti dovuto mangiare anche la mia parte mentre ero in bagno......"
"Avevo fame! Pensavo non lo volessi più!"
"Non avevo nemmeno aperto la scatola! Ero andato solo a lavare le mani!"
"Mmmh... Non mi sento bene..."
Sospira. Sospira con me! Io sto male e lui sospira....
"Andiamo ti accompagno in bagno e nel frattempo pulisco questo casino prima di svenire per i fumi tossici..."
"Scusami.... Deve essere uno schifo pulire quella robaccia... Sei arrabbiato con me?"
"Non sono arrabbiato perché devo pulire la tua robaccia. Sono incazzato perché non mi ascolti mai e ora invece di essere piegata a novanta sul cesso avresti dovuto essere piegata a novanta per prenderlo nel culo o come minimo con il mio uccello in bocca!"
Che stronzo insensibile!
Lo fulmino con lo sguardo ma dura davvero pochi attimi perché qualche secondo dopo scappo via ancora completamente nuda per andare a riversarmi questa volta fortunatamente nel bagno.

Due ore prima...
"Piccola, non ho mai visto nessuno avere dei tempi di recupero come i tuoi...."
Gli sorrido soddisfatta mentre addento una brioche calda farcita al cioccolato. È vero, neanche un'ora fa io e il cesso di casa eravamo grandi amici, ma mi sono sentita subito meglio e avevo davvero una gran fame! Non ho voluto esagerare così ho preso solo un the al limone. Poi però, non so come sia successo esattamente, ma mi sono ritrovata a fissare un bambino che stringeva la mano al suo bellissimo papà e nell'altra portava una gigantesca e sofficissima brioche il cui ripieno colava tutto sulla sua manina cicciotta e le sue guance erano un disastro di briciole e cioccolata. Così Adrian, incuriosito e intenerito dalla scena mi ha chiesto se l'amore e il desiderio che leggeva nei miei occhi erano per il bambino, la brioche o il papà del bambino che per la cronaca, non era niente male.....
Resosi conto che sbavavo per la brioche, e anche un po' per il papà modello, Adrian ha deciso di assecondarmi e più che altro distrarmi dai sorrisi sfacciati che quel papà evidentemente single, mi riservava. Ovviamente ne sono stata ben felice, non dei sorrisi, ma della brioche! Dio.... Ho paura che finisca e di volerne un'altra ma il mio premurosissimo fidanzato non sembra essere dello stesso parere e prima che io possa chiedere mi annuncia senza alcuna pietà che "Non ti passi per la testa di chiederne un altro... Non raccoglierò vomito per tutta la giornata!".
Stronzo insensibile 2.0!

Un'ora prima....
Sono ancora un po' arrabbiata con Adrian per non avermi permesso di mangiare un'altra brioche al cioccolato, quando mi rendo conto che l'auto è ferma nel parcheggio dell'agenzia.
"Andiamo dentro a prendere le tue cose?"
In un attimo le immagini di Adrian di pochi mesi fa compaiono nella mia mente per ricordarmi la scena patetica di chi sbavava alla sua vista e si chiedeva come facesse un pezzo di manzo del genere a farsela con me.... una porchetta.
Scaccio via i rabbiosi momenti per negargli di seguirmi con un cenno convinto della testa.
"Non serve che tu venga con me. Devo solo recuperare il tablet e pochi documenti cartacei. Aspettami qui! E non uscire dall'auto!"
"Ma... Sei sicura che..."
"Ho detto di no! Non ce n'è alcun bisogno, credimi...."
"Ok... Sei strana oggi... Più del solito."
"Vieni qui ragazzino...."
Mi avvento sulle sua labbra incurante di ipotetici passanti che potrebbero scoprirci a pomiciare in auto come due adolescenti. Non serve che io chieda accesso alla sua bocca perché lo trovo già pronto a travolgermi in un bacio frenetico e passionale fatto di lingue che si avviluppano e denti che si scontrano. Dio... È così buono che vorrei mangiarlo... La mia mano, come in un gesto naturale e autonomo, si posa sulla sua coscia risalendo lenta verso il suo membro fino a stringere la patta dei pantaloni strettissimi non senza un sussulto di Adrian che certamente non si aspettava il mio assalto improvviso.
"Si... Davvero molto, molto strana......."
Ehi che vorrà dire?!
Lascio perdere la sua sottile battuta e mi accingo ad uscire dalla macchina lasciandolo lì come un pesce lesso mentre mi segue con lo sguardo famelico entrare nella sezione di palazzo dove è ubicato il mio ufficio.
Sgambetto nei corridoi con una certa fretta dato che le effusioni di prima hanno incendiato anche me oltre l'uccello di Adrian, fino a quando la mia nuova e irritante assistente Josephine mi blocca avvertendomi che un cliente importante mi attende nel mio studio da circa un'ora.
"Non avevo alcun appuntamento per oggi... Chi sarebbe questo cliente e perché non mi hai chiamata subito?!"
Incompetente!
"Io-Io... Io ho provato a chiamarla tutto il tempo ma il suo telefono risultava sempre spento."
Aggrotto le sopracciglia e solo ora faccio caso al fatto che non ho il cellulare con me e non lo avevo nemmeno stamattina. Ora che ci penso non ricordo nemmeno dove l'ho lasciato e non mi stupirebbe il fatto di averlo dimenticato a casa dei miei.
Sospiro sconfitta in direzione della testa di capra difronte a me annuendo e scacciandola via con la mano.
Dio... Che voce fastidiosa!
Se non fa qualcosa per quella voce starnazzante dovrò seriamente prendere in considerazione l'eventualità di licenziarla.
Causa del licenziamento: tortura vocale.
Presa dalla fretta di liberarmi di lei non le ho nemmeno dato il tempo di rivelarmi chi è questo cliente importante, perciò in tutta fretta apro la porta del mio nuovo ufficio da presidente e scopro con stupore che qualcuno è seduto proprio sulla mia poltrona mentre mi da le spalle. Chiudo la porta con una certa irruenza per avvertire il maleducato ospite della mia presenza e all'istante quest'ultimo si rivela.
"Che diavolo ci fai tu qui?!"

(Continua....)

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