Come sono diventato padre.

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21 marzo dell'anno precedente...

P.o.v. Adrian
Questa notte il mio telefono ha squillato mentre dormivo, o almeno è ciò che cercavo di fare da ore oramai. Il pensiero che Nadine possa partorire a brave mi tiene sveglio costantemente. È così fragile... E sembra così triste e devastata.
Quando mi ha rivelato di essere incinta e di non conoscere chi fosse il padre ammetto di aver giustificato il suo dolore. Posso solo immagine come debba sentirsi ad affrontare un tale cambiamento senza neppure sapere di chi è questa creatura. Col passare del tempo però, pensavo si sarebbe abituata all'idea che un padre per il bambino non ci sarebbe stato. O forse è una bambina? Non capisco perché non ha nemmeno voluto saperlo. In ogni caso tutti noi le siamo vicini e anche papà dopo lo stupore iniziale, le ha dato tutto l'appoggio di cui aveva bisogno. Non la lascerò mai sola. Lei è la mia anima gemella. La mia metà perfetta. Non penso riuscirei ad amare mai nessuno come amo lei.
Dicono sia normale per i gemelli avere un tale legame. Si condivide tutto. Anche le sofferenze purtroppo. E le sue sofferenze da quasi un anno distruggono anche me, ma soprattutto mi distrugge che non me ne parli totalmente.
Quando sullo schermo del mio cellulare è comparso il suo nome sono saltato giù dal letto e l'ho raggiunta.
È il momento.
Sta per nascere.

Durante il tragitto in auto ho ripensato al fatto che non abbia ancora scelto un nome. Chissà come le piacerebbe chiamarlo. Sono sicuro che sia un maschio. Non mi ci vedo proprio con un'altra femmina per i mezzi. Io lo chiamerei Andrew. È un bel nome no? E se fosse femmina mi piacerebbe Darcy, anche perché non penso sia possibile chiamarla Nadine come sua madre. L'idea di due Nadine mi riempie d'amore, ma considerato il caratteraccio avrei paura di rimanere vittima di entrambe.
Mi ha sorpreso non vedere nessuno in clinica al mio arrivo. Pensavo avesse avvertito anche mamma e papà, forse non sono ancora arrivati, ma io non posso attendere oltre e seguo in rigoroso silenzio l'infermiera che mi attendeva all'ingresso.

Nadine è stata bravissima e dopo solo poche spinte è nata una bellissima bambina. Mio dio, è così piccola e meravigliosa. I medici hanno detto che Nadine ha atteso fino all'ultimo che ci fossi anch'io.
Poi improvvisamente qualcosa non è andato nel verso giusto.
Ho provato a fargliela vedere ma lei mi ha detto che l'avrebbe fatto dopo perché era davvero troppo stanca.
Sono rimasto interdetto ed ho avuto paura perché ad un certo punto ha chiuso gli occhi e non li riapriva più.
Mi è crollato il mondo addosso è ho avuto paura, ma i medici mi hanno tranquillizzato dicendo che il suo sforzo di aspettarmi l'aveva stressata troppo e le forze per questo l'avevano abbandonata facendola cadere in una sorta di svenimento.
Non mi hanno convinto. Ho affidato la bambina alle infermiere senza ascoltare le loro richieste su che nome avrebbero dovuto darle o le generalità per il riconoscimento. Sono rimasto accanto a Nadine per tutto il tempo, in attesa che si svegliasse. Avremmo visto insieme la bambina.

Quando Nadine finalmente si è svegliata, tre ore dopo, era davvero pallida. Le ho sorriso debolmente, ma lei non ha ricambiato il mio sorriso. Era spenta, come negli ultimi periodi a questa parte, ed ora più che mai la vedevo anche vuota.
"Ehi.... Come ti senti campionessa?"
Il suo sguardo era assente ma ciò non mi ha impedito di continuare per cercare di farla stare meglio.
"Ti va di vedere la tua bambina?"
Ho visto i suoi occhi allargarsi un po' dallo stupore, ma subito dopo far cenno di no con la testa.
"Non ti senti ancora bene? Vuoi che la prenda io per fartela vedere? È davvero bellissima ed è identica a te!"
Ancora fa segno di no.
"Tesoro, ci sono io qui con te... Non sarai mai sola. Mi prenderò io cura di entrambe, te lo giuro."
I suoi occhi si chiudono ed emette un lungo respiro come a trattenere le lacrime, ma poi finalmente mi fa capire che avrebbe voluto prendere in braccio la bimba. Vederle strette una nelle braccia dell'altra è davvero bellissimo e solo la voce di Nadine mi riscuote dal mio stato momentaneo di trance.
"Adrian... Ti dispiacerebbe andare a prendermi dell'acqua?"
"Certo! Tutto quello che vuoi..."
Le sorrido ed esco un attimo dalla stanza per raggiungere il distributore lì vicino.
Quando torno la porta è chiusa e c'è corrente. Faccio capolino con la testa e qualcuno deve aver aperto la finestra per far cambiare l'aria alla stanza.
Non vedo Nadine. Deve essere in bagno.
Non vedere la bambina nella sua culletta però mi allarma. Nadine non è nemmeno in bagno. All'improvviso mi dirigo verso la finestra che si affaccia su un enorme terrazzo e la scavalco come se qualcosa mi spingesse lì.
Non ho mai avuto paura delle altezze, ma in questo momento non so perché essere al dodicesimo piano mi mette i brividi.
Volto l'angolo e la scena davanti a me è agghiacciante.
"Nadine..... Che ci fai sul cornicione... Scendi da lì dai... Non scherzare..."
Quello sguardo sempre assente mi fissa. I suoi occhi si riempiono di lacrime mentre mi parla.
"La bambina sta bene?"
"Nadine... È lì con te, tra le tua braccia... Certo che sta bene. Guarda tu stessa..."
"Non è malata? Non è un mostro?"
"No tesoro.. Guardala... È bellissima, è sana e sai una cosa? Penso che abbia il colore dei miei occhi. Lo so che è troppo presto per dirlo, ma è così! Forza... Controlla se non ho ragione...."
Chiude gli occhi e piange ma non la guarda.
"Nadine... Scendi da lì ti prego... Non sono tranquillo a sapervi lì..."
"Io so chi è il padre della bambina."
Sapevo, anzi no, ero convinto che lei conoscesse chi fosse il padre, ma che probabilmente lui l'avesse scaricata appena saputo che fosse incinta.
"Non importa tesoro. Se lui non vi vuole allora vuol dire che voi non avete bisogno di lui. Ci sono io. Ci sarò sempre..."
"Lui non sa della bambina. Non gliel'ho detto... Io... Io dovevo proteggerla da quel mostro."
"Nadine... Perché dici così... Chi è il padre della bambina? Lo conosco? Ti ha fatto del male?"
"Lui... Io.. Io lo amavo. Non sapevo chi fosse veramente. L'ho scoperto solo molto tempo dopo l'inizio della nostra relazione. Non ti ho mai detto nulla perché mi vergognavo. Lui era già impegnato con un'altra donna e non volevo che pensassi che fossi una puttana come ha detto lui..."
"Tesoro è tutto ok. Non avrei mai potuto pensare una cosa del genere di te, lo sai.... Ora però scendi da lì. Parliamone dentro. Fa freddo e c'è troppo vento per la bambina, potrebbe raffreddarsi o peggio prendere la febbre."
Finalmente il suo sguardo si abbassa su di lei. La guarda e sorride. Finalmente sorride di nuovo come non lo faceva da troppo tempo ormai.
"Non è un mostro Adrian... Ti somiglia tantissimo. Sembra quasi figlia tua."
"No che non è un mostro. È bellissima hai visto? Come potrebbe non esserlo!?"
Mentre lei continua a fissare e sorridere alla bambina io mi avvicino ancora un po' a lei, in bilico sul parapetto.
"Io... Avevo paura che potesse avere dei problemi a causa di suo padre...."
"Perché dici questo? Suo padre è malato o un drogato? La bambina non ha niente. Te lo giuro è sanissima."
"Lui.. Lui mi ha... Io ero andata lì per lasciarlo."
Inizio ad avere paura che un uomo possa averle fatto del male. Come ho potuto permettere che una cosa del genere accadesse!?
"Nadine calmati. Raccontami tutto. Non ti giudicherò. Non hai nessuna colpa. Risolveremo tutto insieme. Non gli permetterò di avvicinarsi a voi..."
"Si chiama Alexander Williams. E mi ha picchiata e violentata per un'intera notte prima di lasciarmi mezza incosciente nel mio appartamento.  Ma... Non è tutto..... Io volevo confessargli il motivo per cui lo stavo lasciando. Io lo amavo.... Prima di rivelarsi un mostro... Io l'amavo... Ma lui... Lui è nostro fratello, Adrian. Ho avuto una relazione con un uomo col mio stesso sangue e lui... Qualcuno lassù ha voluto punirmi per questo!"
Sono devastato.
Io davvero sono senza parole dallo shock.
"Adrian... Non posso vivere più così... Mi dispiace....."
"NO! Nadine no! Aspetta! Non è colpa tua! Tu non lo sapevi! Non hai colpe e nemmeno la bambina ne ha! Ti prego non fare sciocchezze!!!"
Si sporge ancora di più verso l'esterno e d'istinto allungo le braccia per afferrarla. Vedo solo il suo sguardo che piange mentre mi sorride e sussurra "Scusa".
"Nadine! Ferma! Ti prego!"
"Prenditi cura di lei......"
"NO!"
Mi spinge letteralmente addosso la bambina facendomi cadere indietro e perdere l'equilibrio mentre vedo il suo corpo gettarsi nel vuoto al di là del parapetto.
"NADINEEEEE!"
Mi alzo velocemente con ancora la bimba tra le braccia rifiutandomi di pensare a ciò che è successo veramente. Mi sporgo e l'errore fatale è quello di vedere in basso verso il corpo senza vita, scomposto e circondato da schizzi di sangue intorno alla testa.
Non può essere lei. Quel corpo non è della mia Nadine.......
Da lì il buio.

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