La casetta sull'albero.

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E così il nuovo anno è arrivato.
Riprendermi in auto dagli affanni di un orgasmo trascorrendo fra le braccia di Adrian i primi minuti del nuovo anno, direi che è stato davvero un bel modo per cominciarlo. È vero ci siamo persi il conto alla rovescia, ma i fuochi d'artificio li abbiamo sentiti lo stesso. In tutti i sensi.
Mia madre ha chiesto delucidazioni riguardo alla mia assenza, ma mio padre ha fatto finta di non capire da dove provenisse quell'enorme succhiotto sul mio collo e il perché i miei capelli fossero raddoppiati di volume. Tutto sommato sono stati abbastanza discreti anche se ciò non ha impedito di farmi sentire un'adolescente scoperta dai genitori a pomiciare vicino la porta di casa con il ragazzino del liceo.
Dio, che vergogna...
Nonostante il mio pacchetto full optional di figure di merda, la serata è stata strepitosa. Magica come poche in vita mia. Ed il merito è tutto di Adrian. Lasciarlo lì al Resort non è stato semplice perché avrei voluto tenerlo con me e stringerlo tutta la notte, ma la serata si sarebbe protratta ancora per molto e mia madre mi ha gentilmente fatto notare che dovevo staccarmi dal braccio di Adrian perché a lui sarebbe servito per congedare i suoi ospiti. Non ero molto convinta. In fondo di braccio ne aveva anche un altro, anche se lui continuava a ripetermi di non sentire più le dita.
I miei pensieri continuano a correre senza fine mentre spengo la luce sul comodino della mia stanzetta. Sembro una ragazzina tornata a casa dopo il ballo della scuola. Questa volta non sarebbe stata come le altre. Questa volta al ballo avevo un cavaliere, anzi il re del ballo, e avrei ucciso chiunque fosse diventata reginetta al posto mio!
Un ticchettio leggero sul vetro della finestra mi distoglie dal mio scenario omicida. Forse è la pioggia o forse solo il rumore delle foglie. Ma il ticchettio ricompare. A malincuore mi alzo dal tepore delle coperte e mi affaccio per vedere di cosa si tratta e lì al buio, all'ombra dell'enorme albero che costeggia la casa, scorgo una sagoma.
"Adrian! Ma che ci fai lì?!"
Cerco di non farmi sentire dai miei genitori mentre lo richiamo perché sarebbe stato davvero troppo imbarazzante aggiungere anche questa alla serata già trascorsa.
Lui sorride e dolcemente dice solo "Mi mancavi...". Penso che il mio cuore in questo momento abbia perso un battito e nonostante il mio pigiama di flanella rosa con le pecorelle sul davanti, decido di scendere da lui avvolgendomi in una copertina patchwork arruffata ai piedi del letto.
Quando mi vede uscire sulla soglia della porta d'ingresso gli faccio subito segno di far piano per non svegliare i miei e velocemente gli stringo la mano portandolo sul retro, ai piedi di quel grande albero sotto la quale era nascosto pochi attimi fa. Con sua grande sorpresa scorge la casetta costruita fra i suoi rami di cui non aveva precedentemente notato la presenza.
"Non vorrai mica salire lì sopra?! Piccola no..."
"Avanti non fare il bambino! Saliamo è elettrizzante!"
"Non è elettrizzante.. È stupido. Cadremo e moriremo."
Alzo gli occhi al cielo per la sua drammaticità. Quando si tratta di altezze è sempre lui la femminuccia.
"Non essere esagerato! Sono solo pochi metri. E c'è una scaletta dietro l'albero con dei pioli. Non cadremo!"
"Cosa c'è di così importante lì sopra?"
"Lo vedrai!"
Inizio a salire per prima i pioli della scala che effettivamente non sono messi poi così bene. Forse quindici o venti anni fa sembravano molto più resistenti e forse, questa è stata proprio un'idea di merda. Fortunatamente i miei timori vengono assopiti da un calore a contatto con il mio sedere.
"Adrian. Che cosa stai facendo?"
"Mi distraggo con il tuo culo per non guardare in basso."
"Oh. Ok... Fa pure.. Siamo quasi in cima!"
Eccoci finalmente! Do una mano ad Adrian che trema alle mie spalle e si mette le mani come paraocchi ai lati del viso per evitare di guardare in basso.
"È stato facile no?!"
Mi guadagno un'occhiataccia ma so già come farmi perdonare. Gattono verso di lui (anche perché in piedi neanche ci stiamo, o almeno Adrian sicuramente non ci sta) e mi siedo sulle sue gambe circondandogli i fianchi con le mie. Gli accarezzo la testa per farlo rilassare e sembro riuscirci in pochi leggeri tocchi.
"Quando ero piccola venivo sempre qui. Non avevo molti amici... O forse non ne avevo nessuno. Sentivo Jessy giocare a palla in giardino insieme a Luke ed altri compagni di scuola. Loro non mi volevano mai far giocare!"
"Eri una femmina..."
"No... Ero una palla."
Dico con una smorfia mentre lui ride. Si sta rilassando.
"C'erano anche delle ragazzine con loro ma non stavo molto simpatica a nessuno."
"Aawww... Povera piccola palla di lardo.."
Stronzo.
"Comunque mentre loro mi escludevano dalla loro vita sociale, io me ne stavo qui a fantasticare sul mio perfetto principe azzurro. E quando sono diventata adolescente ho immaginato di vivere qui la mia prima volta."
"Volevi perdere la verginità su un cazzo di albero a tre gradi sotto zero? Dubito che sarebbe venuto duro a chiunque con questo freddo!"
"Perché devi sempre smontare il mio romanticismo?!"
"Perché il tuo romanticismo è montato di merda! Non potevi sognare una vasca bollente e quattro candele, o merdate del genere, come fanno tutti?"
"E tu non potevi essere per una volta un principe invece di uno scopatore seriale?!"
Scoppia a ridere e davvero non ne trovo il motivo.
"Perché ridi?!"
"Scopatore seriale... Non l'avevo mai sentita, ma penso che sarai la mia prossima vittima...."
In un balzo capovolge la situazione facendomi distendere con il suo corpo tra le gambe.
"Allora bambolina, ora farai la brava o lo scopatore seriale ti punirà con delle forti sculacciate sul questo bel culetto. Tu vuoi essere una brava bambolina solo per me?"
Ok. Sembra molto daddy kink, o forse dirty talking o quelle stronzate lì, in questo momento, ma cazzo mi sta facendo eccitare! Non mi ha mai parlato così e probabilmente mi ecciterei anche se mi dicesse l'alfabeto o recitasse le scene di Peppa Pig.
"A-Adrian....."
"Shhh... Fa freddo e dobbiamo scaldarci..."
Agita i fianchi sopra di me creando dei piacevoli, piacevolissimi, strusciamenti.
"Adrian... Siamo all'aperto su un albero. E se ci scoprisse qualcuno?"
"Sto solo realizzando la fantasia della mia bambolina... Immagina tutti i tuoi amici giù dall'albero, mentre tu sei qui a perdere la verginità con me......"
Cazzo. Penso di aver rilasciato un gemito. Almeno un paio di volte.
"Ma io no sono più vergine da tanti tanti anni ormai....."
"Allora possiamo evitare la parte in cui io faccio piano così posso sbattertelo dentro come se fossi la mia puttana?"
"Adrian?!"
"Che c'è?! Dopo tutto il sesso che abbiamo fatto penso che ormai ti sia abituata alle dimensioni! Senza contare che sei tu a chiedermi di sfondarti!"
"Ma mi hai dato della puttana!"
"Ho detto la mia puttana! E mi eccita da morire sapere che lo sei solo con me piccola......"
Mmmh... Ok. Salvo.
Comincia a mordermi il labbro tirandolo con decisione mentre le sue mani si infilano pericolosamente oltre l'orlo dei pantaloni del pigiama. Sono ormai dentro e stuzzicano il mio piacere da sopra le mutandine di cotone. Non pensavo di rivederlo stanotte, ma cerco di nascondere l'imbarazzo per avere addosso degli slip con unicorni e arcobaleni neanche fossi una bambina di sei anni. Maledetto Luke e i suoi regali imbarazzanti. Ora capisco tante cose sulla sua sessualità che prima mi erano sfuggite.
Adrian sembra fortunatamente non farci caso complice il buio e la poca luce del lampione che si riflette nella casetta.
"Piccola so che si congela ma questi... Dobbiamo proprio toglierli."
Mi sfila via i pantaloni e solo ora sembra accorgersi delle mie imbarazzantissime mutande, perché scuote la testa e ridacchia mentre me le toglie. Subito si fionda a baciarmi il collo leccando e succhiando i segni ancora presenti dal sesso in macchina di poche ore fa. Continua a ridere e sono rossa dall'imbarazzo.
"Allora è proprio vero che sei una bambolina....."
"Era un regalo di Luke di qualche anno fa...."
"Se non fossi certo che Luke è irrimediabilmente gay sarei davvero molto, molto arrabbiato con te piccola... Non mi piace che qualcuno regali oggetti intimi a mia moglie."
"Beh, non sono ancora tua moglie..."
In un moto di audacia avvicino la mia bocca al suo orecchio continuando la frase in sospeso di poco fa.
".......però sono sempre la tua troia..."
"Cazzo si.... Sei la mia troia... La mia piccola troia non è vero?"
Ed eccolo. È dentro di me in un attimo e senza darmi il tempo di prendere fiato spinge completamente il suo membro con irruenza.
"Ahhh ahhh.. Adrian... Fa. Piano... Cazzo...  Ci sentiranno..."
Di colpo le mie gambe sono sollevate e poggiate sulle sue spalle. Sono più esposta e le sue spinte si infrangono sul mio corpo con sempre maggiore enfasi mentre lui si puntella sulle mani per avere una maggiore presa.
"Adrian... Io.. Non penso che durerò ancora a lungo... Ti prego... Tipregotipregotiprego!"
"Vieni per me piccola... Solo per me...... Fammi vedere quanto è brava la mia puttanella..."
E il mio cervello va in tilt. Il mio corpo è attraversato da spasmi e tremori improvvisi per quelli che sembrano minuti interminabili. La mia schiena si flette e le mie mani stringono forte sulle sue braccia fino a lasciare i segni con le unghie provocando i suoi grugniti di dissenso. E lo sento ancora. Continua a spingere a fondo per poi esplodere rivendicando in un sussurro la proprietà sul mio corpo e sulla mia anima.
"Mia... Sei e sarai per sempre solo mia....."

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