Il sentiero è poco illuminato, i raggi del sole che riescono a filtrare dalle alte chiome degli alberi ci garantiscono di non cadere a causa delle radici o dei sassi ma si sta bene, insetti e umidità a parte. È ancora mattina, una bellissima giornata di caldo e l'ombra non può che far bene.
Stefano si lamenta, ha paura che qualche pennuto ci faccia visita; Lavinia ogni tanto si esibisce in una smorfia nuova, ma a parte questi piccoli inconveniente stiamo generalmente bene. Continuiamo a camminare facendo ipotesi su dove stiamo andando o se ci porterà davvero da qualche parte questo sentiero. Una stradina c'è, con tanto di muschio e foglie secche, eppure non siamo sicuri che sia davvero fondamentale seguirla, intorno a noi il boschetto che si estende è per lo più selvaggio, con piccoli dirupi o pozze, con macigni pesanti ai lati di un crepaccio o alberelli con spine; e la varietà di piante e fiori che si trovano è incredibile. Raccolgo un tipo diverso di fiore ogni volta che ne incontro uno e tengo stretto nel pugno della mano destra il piccolo gruzzoletto di steli verdi.
<<Quanto manca?>> si lamenta la rossa, schiacciando tra le mani l'ennesima zanzara che ha tentato di succhiarle via il sangue.
<<Come possiamo saperlo?>> le domanda con lo stesso tono l'americano. <<Non sappiamo dove stiamo andando.>>
<<Non potremmo tornare indietro?>> s'intromette mio fratello, che si sta grattando il mento leggermente coperto di barba scura; subito dopo abbassa la mano e la riallaccia a quella di Elena a qualche passo più avanti di lui.
<<No.>> gli risponde subito questa. <<La nostra avventura ancora non è iniziata.>>
Sono d'accordo con la mia amica, anche se non abbiamo camminato molto mi sto divertendo e non vedo l'ora di proseguire.
Il "De Natura Garden" deve per forza essere un luogo d'incontro, o un campeggio o persino un alberghetto anche se dubito che in mezzo al bosco, letteralmente, se ne possa costruire uno. Seguendo su questo sentiero, troveremo le nostre risposte.
<<Facciamo un gioco.>> propone Elena piperita, mentre sale sopra un masso e scende con un saltello; poche volte l'ho vista così emozionata. <<Il gioco si chiama: Che cosa hai comprato? Consiste nel ripetere a turno un qualsiasi oggetto che vi viene in mente, a partire da uno, e tutti gli altri, quando è il loro turno, devono ripetere gli oggetti già comprati più aggiungerne uno loro.>>
<<Non sono sicura di aver capito.>> dice Lavinia scuotendosi i capelli.
<<Comincio io allora.>> Elena lascia la mano di Stefano per poterla sventolare, probabilmente stavano sudando. <<Oggi ho comprato una matita. Tocca a te, Maggie.>>
Colta alla sprovvista, osservo i miei fiori. So a che gioco si riferisce, lo utilizzavamo quando, durante le poche feste a cui mi portava, io volevo tornare a casa e lei mi intratteneva. Così restavamo sedute da qualche parte a giocare. <<Oggi ho comprato una matita e un fiore.>> dico subito, passando la palla a chiunque voglia giocare.
Subentra Diego, che sembra aver capito. <<Oggi ho comparto una matita, un fiore e un giornale.>>
Allora è il turno di Stefano. <<Oggi ho comprato una matita, un fiore, un giornale e un preservativo.>>
I ragazzi ridono, io scuoto la testa ed Elena sorride. <<Ottimo lavoro, avete capito tutti? Avanti, continuiamo.>>
<<Vuoi davvero giocare?>> commenta Diego un po' annoiato.
<<Hai qualcosa di meglio da fare mentre camminiamo e sudiamo in mezzo al nulla?>>
Il ragazzo non risponde e il gioco inizia. Lavinia decide di voler continuare. <<Oggi ho comparto una matita, un fiore, un giornale, un preservativo e una macchina.>>
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Dopo di te nessuno mai || 2
RomanceC'è un istante, nella propria vita, in cui ci si chiede cosa riservi il futuro per noi e come possiamo relazionarci con la vita che verrà. È quello che accade a Maggie e a Chris quando le loro strade giungono a nuovo bivio, quando loro s'incontreran...