23 ~ Avventurarsi

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Sto passando davanti a una vetrina che mette in mostra delle scarpe quando ricevo la chiamata di mia madre.

Elena si ferma d'un botto davanti a me facendomi andare addosso alle sue spalle e questo crea una reazione a catena con Lavina e Andrew. Ci fermiamo tutti, le mie amiche per le scarpe e io per il cellulare che mi sbrigo a portare accanto all'orecchio.

La voce squillante della mamma mi accoglie. <<Tesoro, finalmente riusciamo a sentirci. Non dovevate chiamarci qualche volta? Giusto per farci sapere come vanno le cose. Comunque, non importa. Come va? Vi state divertendo? Ora cosa fate?>>

Sorrido mentre assimilo tutte le sue parole. <<Con calma, adesso ti racconto tutto.>>

Mentre Stefano riesce a convincere Elena a passare oltre la vetrina, io infilo una mano nella tasca posteriore dei pantaloncini di jeans e mi tengo in disparte dal gruppo, per sentire meglio la voce della mamma.

<<Va tutto bene, ci stiamo divertendo e le giornate passano in fretta.>> Non voglio mentirle ma dirle anche che spesso ci troviamo in situazioni sconvenienti la farebbe preoccupare inutilmente, così mi limito a rassicurala. <<Questa sera hanno cucinato i ragazzi per noi e adesso ci stiamo godendo una passeggiata per la città. E voi, come sta Emmanuel?>>

<<Oh, dopo vuole parlarvi. Ci mancate molto, la casa sembra vuota senza i vostri bisticci. Questa settimana viene la nonna a farci visita, vuole stare un po' tranquilla e papà si è offerto di ospitarla.>>

<<La zia si è ripresa con il suo nuovo fidanzato?>>

<<Dice che va tutto a meraviglia, vuole sposarlo per questo inverno.>> Entrambe veniamo scosse da delle risa e per la prima volta mi rendo conto quanto stare lontana da casa mi faccia uno strano effetto. Mi è capitato, durante i mesi primaverili, di dover parlare con la mamma del mio futuro e dell'università, assieme a tutte le sue conseguenze. Stefano si è trasferito appena finita l'estate corsa e lasciarlo andare è stata dura per i miei, così si sono preoccupati anche per la mia imminente dipartita. Ma non sono sicura di voler abbandonare il nido a breve. Se non riesco a decidere quale strada intraprendere, dubito di poter spiegare le ali prima del tempo. Questa vacanza mi serve anche per elevarmi d'indipendenza e, nonostante io sia sempre stata egregiamente matura e con la testa sulle spalle, la famiglia è sempre la famiglia e la propria casa è insostituibile. Dopo poche chiacchiere con la mamma è tempo di sentire anche papà che grazie alle sue raccomandazioni mi fa leggermente pentire di averli chiamati, poi però risolve tutto con qualche frase sdolcinata da padre protettivo verso i suoi figli. Quando passo Emmanuel a Stefano, questo mi sottrae il telefono per venti minuti buoni, il tempo per noi di sistemarci in una piazza e goderci la vista di alcuni bambini che giocano con la palla sotto la luce bianca dei lampioni. Ormai la sera è calata, il buio sovrasta la città che è ancora viva e ancora danza. I negozi sono aperti, la gente circola e i singolari rumori di una cittadella estiva mi rilassano.

Sono stretta tra Elena e Chris e quando mi guardo attorno noto che Lavinia, Diego e Andrew sono scoparsi. <<Dove sono finiti?>> domando allora a Elena che, spaesata quanto me, si guarda attorno a sua volta, nemmeno lei si era accorta del loro allontanamento.

È Chris a risponderci, avendo ascoltato la mia domanda. <<Hanno sentito della musica e si sono diretti in quella direzione. Hanno detto che avrebbero chiamato se avessero trovato qualcosa.>>

Una decina di minuti dopo, appena Stefano riesce ad attaccare la chiamata, il mio telefono riprende a suonare questa volta a causa di Diego. Quando rispondo, sento dei bisbigli e dei risolini, poi la voce del mio amico.

<<Maggie, mi senti?>>

<<Sì, sì, dimmi. Dove siete?>>

<<Dovete raggiungermi, sappiamo come rendere questa serata movimentata.>>

Dopo di te nessuno mai || 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora