34 ~ L'inizio della fine

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Per due giorni la situazione rimane la stessa, restiamo l'intera mattina all'ospedale, mangiamo alle macchinette, torniamo a casa nel pomeriggio per rinfrescarci e riposare, veniamo accolti da un cucciolo allegro e giocherellone, e poi la sera torniamo da Andrew.

Il giorno dopo l'operazione, Asher è venuto fino al nostro appartamento e ha fatto le valige di Andrew, quando si rimetterà, lo riporteranno a casa. Lavinia ha deciso di voler andare con lui, quando aprirà gli occhi e starà di nuovo bene.

Siamo agli inizi di Agosto, ormai, l'estate è pesante ma sta per finire, il nostro tempo lo abbiamo preso quindi nessuno di noi la incolpa se vuole tornare a casa per stare accanto al ragazzo.

Tra di noi la tensione è palpabile ed estenuante, anche se con Elena ho personalmente risolto tra lei e Stefano non fa che esserci un velo di disperazione, tutti si accorgono dei loro sentimenti ma nessuno ha il coraggio di gridare di smetterla con questa falsità, di mettere le cose in chiaro. Tra me e Chris semplicemente non accade nulla, non ci sono i momenti e se ci sono, nessuno dei due fa il primo passo. Non che debba accadere qualcosa di particolare ma è una delle situazioni più strane in cui mi sono andata a cacciare. Anche se abbiamo ancora un mese davanti a noi prima dell'università e della vita vera, quella adulta, sappiamo che l nostro tempo è finito. Ad Andrew spetta la convalescenza, Lavinia e Diego gli staranno accanto, Elena deve mettere la testa apposto prima di strascinare nel baratro anche Stefano e io devo assicurarmi la scelta giusta per l'università. Presto si torna alla vita vera.

È accaduto durante una pausa pranzo, mentre io stavo addentando un panino Lavinia è corsa tra di noi in lacrime e ha gridato che Andrew era sveglio ma che stava bene, che stava per essere visitato. Noi l'avremmo potuto vedere dopo qualche ora, ma stava bene. Braccio rotto e ferite a parte.

Così ci siamo dati per vinti, siamo tornati all'appartamento chiedendo alla famiglia Hale di salutarlo e mandargli abbracci da parte nostra, aspettando che abbia le forze per alzarsi dal lettino d'ospedale e vederci di nuovo.

In casa il clima è caldo, le finestre sono tutte aperte anche se le serrande sono abbassate per non far filtrare la luce cocente del sole. Blot si aggira per la casa tranquillo, scodinzola ma non abbaia, sembra riflettere i nostri animi. Diego mi soprassa, dandomi un buffetto con il ginocchio sulla schiena e si dirige in camera. Io do un'occhiata alle mie carte, opportunatamente ordinate tra le mie mani e alla fine butto sul pavimento bianco quella che credo sia giusto utilizzare. Chris, a gambe incrociate davanti a me, fa un sorrisetto derisorio.

<<Non buttare quella>>

<<Perché no?>>

Allunga il collo e mi abbassa le carte con un dito, poi ne estrae una e butta quella, restituendomi il relitto precedente. <<Altrimenti non è divertente giocare>>

Lo guardo con un cipiglio e continuo a osservare il gioco, anche se non credo d averlo afferrato fino in fondo.

Poco dopo il mio amico esce dalla stanza con una valigia in mano e il giacchetto disordinatamente appeso al suo braccio.

<<Dove vai?>> chiedo, osservandolo posare gli averi accanto alla porta principale.

<<Quando Andrew si rimette ed esce, vado con lui>>

La mia bocca non può fare a meno di trasformarsi in una smorfia. <<Segui Lavinia?>>

<<È giusto così>> mi dice lui con un tiepido sorriso e so che coglierà l'occasione per tornare a casa mettere in chiaro questioni diverse. Adesso ha la possibilità di continuare da dove l'incidente l'aveva interrotto.

Così rimarremo solamente in quattro, cinque se contiamo il cane.

Blot si avvicina e si sdraia sulle nostre carte, sparpagliandole sul pavimento. <<Oh, che peccato>> mormoro carezzandogli il pelo chiaro. <<Proprio quando stavo per vincere>>

Dopo di te nessuno mai || 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora