39 ~ L'ultima prova

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Per comprendere un nettare ci vuole la più severa mancanza.*

La casa è silenziosa, quando arrivo è quasi l'ora di cena. Sento il rumore dei piatti che vengono lavati dalla cucina, la televisione accesa. La prima testolina a sbucare nella mia visuale è quella di Emmanuel, che mi corre incontro. Sono mesi che non lo devo. Lo stringo forte, ridendo, mentre lui si aggrappa alle mie gambe. Lo porto così fino al soggiorno, dove trovo papà intento a lavorare con il suo portatile sul divano, di sottofondo una partita di calcio sta andando avanti.

Butto il borsone accanto a lui e questo lo fa sussultare, quindi si gira verso di me. Gli occhiali tondi sono calati sul naso, i capelli ricci, uguali a quelli di Stefano, sono più corti di quanto fossero all'inizio dell'estate. <<Maggie, tesoro, cosa ci fai qui?>>

<<Beh, sono tornata>>

Mette da parte il computer ma non fa in tempo ad alzarsi che la mamma è già uscita dalla cucina, uno straccio bagnato tra le mani, i capelli tirati all'insù come i miei e gli occhi sgranati. <<Sei tornata presto>> mi fa, prima di stringermi forte a lei.

Mi aspettavo di tutto, risate, urletti isterici, una bella sgridata per essere andata in Grecia senza avvertirli prima. Invece sono solo sorpresi che io sia tornata così presto.

Mamma mi trascina in cucina per avere un dettagliato resoconto e io mi accascio sul tavolo, stanca del viaggio e di tutto il resto.

<<Dov'è Step?>> domando, prima che lei possa partire in quarta con l'interrogatorio. La mamma fa una smorfia, posa lo straccio sul lavello e si siede accanto a me. <<È tornato nel suo appartamento, volevo cominciare a studiare da subito. Dopo la tua chiamata, è rimasto qui un'ora a borbottare e tirare giù tutto il cielo contro di voi>> La mamma alza gli occhi al cielo, tipico tic che ha trasmesso ai suoi figli, e poi congiunge le mani tra di loro. <<Poi ha preso le sue cose ed è andato via>>

Il tono della mamma è amareggiato, deve essere intristita per ciò che prova e trasmette Step. A quanto pare, le cose tra lui ed Elena non si sono risolte in questi due giorni.

Snocciolo a mamma ogni dettaglio della mia breve permanenza a Canea ma il racconto è tutto tranne che breve. Mi perdo in chiacchiere sulla passeggiata dall'aeroporto fino al centro, sulla trattoria, la gentilezza di Ariston ed Eudokia, il porto, il museo, la chiesa...

Arrivata a quel punto, arrossisco. Ci metto un po' a rivelarle ciò che mi ha detto Chris e lei chiude la porta, separandoci dal resto della casa, per farmi sentire più al sicuro. Afferro una caramella dal centro dl tavolo e gioco con la sua carta per quanto sono nervosa. La mamma resta ad ascoltarmi, delle volte mi afferra le mani o sorride teneramente.

Quindi arriva la fatidica domanda. <<E lui dov'è adesso?>>

Non so dove sia Chris, probabilmente mi sta cercando per la città. In realtà, prima di salire sull'aereo -giusto qualche minuto prima- gli ho inviato la ricevuta della mia partenza con un messaggio, così che capisca che sono tornata in Italia e non che mi sono persa per Canea. Ma non ho aggiunto nessun altro messaggio, nulla che lo possa far sospettare che vada tutto bene. Che semplicemente lo aspetterò. Lui non ha risposto.

Spiego alla mamma la verità, del perché mi sono presentata da sola, che quando l'ho lasciato lui non lo sapeva, era andato a prendermi il pranzo. <<Oh, Maggie, ma perché l'hai fatto?>>

<<È giusto così, mamma>>

<<Ti sei spaventata?>>

<<No. Ero felice quando ha detto di amarmi. Aspettavo che me lo dicesse da sempre>>

Dopo di te nessuno mai || 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora