35 ~ Un orizzonte chiamato Grecia

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<<Allora, hai deciso?>>

Una macchina suona e Chris lancia un'occhiata torva al guidatore attraverso lo specchietto retrovisore, quindi gli fa cenno di sorpassarlo perché noi siamo parcheggiati. Lo sconosciuto ci sorpassa e lo vedo imprecare nella nostra direzione, ma non gli do molto peso. Piuttosto che rispondere a Chris, osservo mio fratello caricare l'ultima valigia nel portabagagli della sua auto, poi abbasso il finestrino e mi inginocchio sul sedile, sporgendomi all'aria aperta. <<Non aspettateci>>

Mio fratello si gira mentre fa sbattere lo sportello. <<Perché?>>

<<Ci fermiamo in un posto, noi due. Voi andate con gli altri>>

Fa un ceno con il capo in segno che ha capito e poi parte. Io mi prendo il mio tempo per tornare sul sedile e allacciarmi la cintura; lancio un'occhiata alla nuova radio che luccica di novità, quella che ho avuto il tempo di comprare in questi giorni prima del viaggio, senza aver visto Chris, e già non vedo l'ora di utilizzarla.

Quindi mi rilasso. <<Grecia sia>>

Chris ride, mete in moto, e partiamo.



Non è stato difficile scegliere tra tornare a casa e cadere in me stessa, oppure scappare lontano con Chris. La notte dopo la sua proposta, ho sognato un orizzonte chiamato Grecia. Pensarci a lungo sapeva di rimpianto, così ho smesso di rimuginarci sopra e ho aspettato fino a vederlo. A quel punto la risposta era chiara, avrei dovuto semplicemente seguirlo. Lui mi avrebbe guidato, ne ero sicura, perché ho un'immensa fiducia in noi e nei nostri strampalati piani.

L'ebrezza di una nuova avventura insieme mi ha subito riempito di speranza, e anche di qualcos'altro, che è indescrivibile ma che mi ha caricata fino al limite. Ho bisogno di lui, adesso, e del nostro tempo insieme.

Ma non mi sono presa del tempo per avvertire i miei genitori, oppure Stefano; non voglio che lui, nello specifico, lo sappia, anche se presto lo capirà. Qualcosa mi dice che non approverebbe, non adesso comunque.

<<Non ti stai pentendo, vero?>>

Stiamo sfrecciando sulla strada per quella che credo sia la direzione dell'aeroporto e sento la pressione accumulata i questi giorni svanire via a ogni chilometro che percorriamo.

<<Stranamente, no>>

<<Ho già preso i biglietti, il nostro aereo parte a mezzanotte>>

Valutando che il viaggio in macchina sarà lungo e accaldato, mi slaccio i sandali e indietreggio con il sedile, stendendo i piedi sul cruscotto in totale agio.

<<Mossa audace. Non potevi essere sicuro che sarei venuta con te>>

<<Vero>> ribatte Chris con un mezzo sorriso. <<Però lo speravo. Ho pensato che li avrei sempre potuti buttare>>

Con i finestrini abbassati e l'aria fresca che si esibisce nell'abitacolo come una dolce sinfonia, respiro la mia giovinezza.

<<Perché stai ridendo?>>

Seguo il profilo degli alberi con le dita fuori dal finestrino. <<Sembra una fuga d'amore.>> rispondo a Chris. <<Non lo abbiamo detto a nessuno, partiamo a mezzanotte, meta sconosciuta>>

<<Io la conosco, la meta>> mormora lui divertito. Gli faccio segno di stare zitto e di farmi godere la metafora, poi si rilassa sul sedile di seguito a me.

<<E il furgoncino?>>

<<Lo lascio in aeroporto>>

<<Si può fare?>>

Dopo di te nessuno mai || 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora